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80 voglia di Nole e Rafa

Nel corso dell’Era Open si è cercato di sviluppare un metodo sempre più raffinato e oggettivo per poter classificare i giocatori di tennis. Nonostante il concetto di testa di serie sia abbastanza vecchio nel mondo della pallacorda, è solo dal 23 agosto del 1973 che tutto diventa ufficiale. Chi ha avuto modo di leggere i tanti articoli della GOAT Theory ha potuto apprezzare i dati, e soprattutto la variazione nel corso degli anni del sistema di classificazione dei tennisti. Inutile ribadire che, di fatto, se qualcuno è un uomo di buona volontà, può raccogliere tutti i ranking e usarli in maniera saggia e oculata (evenienza possibile solo in questo sito). Quello che più ci interessa è capire come: in primis non esiste un metodo perfetto e, in seconda battuta, non sempre le classificazioni passate, o meglio i metodi di classificazione passati avrebbero dato le stesse graduatorie oggi l’ATP pubblica settimanalmente e che, grazie al Web 2.0, sono disponibili in tempo reale.

Un po’ per gioco, un po’ per capire meglio, si è cercato di classificare i primi 2 tennisti del mondo che nel 2018 si sono divisi la torta dell’ATP: Novak Djokovic e Rafael Nadal. Non ci sono dubbi che i 2 Slam vinti dal serbo contro il “solo” dello spagnolo collocano la stagione di Nole al di sopra di quella di Rafa a livello storico e non ci sono altrettanti dubbi su come il campione di Wimbledon e US Open abbia “meritato” lo scettro di numero 1 a fine anno. Però l’insight è arrivato dai pochi tornei giocati da Nadal e in cui è arrivato minimo ai quarti finale. Tutto questo negli anni ’80 si traduceva in un alto punteggio per 2 motivi: gli Slam non valevano così tanto come oggi rispetto agli altri tornei (il famoso Redshift) e contava la media dei punti e non il best of 18 come accade oggi.

Per poter fare un confronto serio però bisogna agire step-by-step. È un procedimento complicato e che nessuno ha mai fatto prima. Tutti si sono limitati a fare il contrario, ossia a imporre le categorie attuali a quelle degli anni ’80, facendo un po’ di pasticci e soprattutto con l’arroganza sbagliata di poter classificare quei tornei come ATP 250, ATP 500, Masters 1000 ecc. Non è così che funziona il gioco (anche questo abbondantemente spiegato nella GOAT Theory).

1° passo: rintracciare i tornei con i relativi montepremi

Step abbastanza semplice. I tornei del 2018 sono disponibili ovunque nel Web, così i montepremi. Però bisogna stare attenti. Negli anni ’80 tutti usavano il dollaro americano come valuta di riferimento, ad oggi ci sono tanti tornei che mettono a disposizione un montepremi in euro. Per questo motivo è d’uopo rintracciare il cambio alla settimana del torneo e fare la conversione. Lo stesso vale per la sterlina usata a Wimbledon e il dollaro australiano di Melbourne. La tabella risultante dalla ricerca è la seguente:

La prima considerazione che possiamo fare è che i numeri non sono “tondi”. E c’era da aspettarselo. Già è stato detto più volte, ma il tutto passa sempre sottotraccia: nel 2009 si è svincolato per la prima volta nella storia la proporzionalità tra importanza del torneo e suo prize money. Ecco che troviamo numeri strani e tornei con montepremi quasi quadrupli a quelli della stessa categoria. Una grossissima anomalia. Però è l’ATP che decide, per cui non ci rimane che accettare le sue scelte.

2° step: le proporzioni

Qui inizia il lavoro difficile. La prima parte però è semplice. Bisogna andare a scavare negli articoli già pubblicati per trovare le tabelle relative agli anni ’80. Per chi si fosse messo in ascolto solo in questo momento invito a leggere: 1 e 2. In particolare, ci servirà il secondo articolo per ricavare le tabelle. Per il 1984 lo schema dell’assegnazione delle stelle a sua volta propedeutico per i punti ATP è il seguente:

Tradotto in sintesi. Veniva assegnata 1 stella di bonus ai tornei da $25.000, poi 1 stella ogni $25.000 fino ai $150.000, poi 1 stella ogni $50.000 fino ai $500.000 e così via. C’era anche 1 stella bonus in base alla dimensione del draw.

È chiaro che non si possono usare quei numeri per il 2018. I prize money sono lievitati da allora. Quindi cosa fare…è tutta una questione di proporzioni, si diceva in uno dei primi articoli della GOAT Theory…ed anche qui lo è.

Si è preso come punto di riferimento lo US Open che, oggi come allora, aveva il prize money più alto. Nel 1984 il prize money di New York era di $1.250.000, oggi di $25.282.920. Una bella differenza. La proporzione tra max_prize_money(1984) / first_step(1984) è $1.250.000/ $25.000 = 50. La stessa proporzione bisogna imporre per il 2018. Per cui il più piccolo step per avere una stella nella scorsa stagione è 25.282.920/ 50 = 505.658$, che più o meno corrisponde al prize money di un ATP 250 di bassissimo livello, anzi il più basso.

Facendo tutti i calcoli con le relative proporzioni, ossia x3 nel caso (Inf Limit – Sup Limit) della prima riga, x3.33 per la seconda e così via tutte le altre abbiamo la tabella completa per il 2018:

Da qui in poi inizia il lavoraccio: associare ogni torneo dal 2018 alla rispettiva categoria in base alle stelle. Non tediamo il lettore con tutti i passaggi, ma ci limitiamo al solo US Open. Lo Slam americano ha $25.282.920 di prize money per cui prende le 3 stelle della prima riga + 5 della seconda + 3 della terza + 5 della quarta. A queste stelle si aggiungono le 6 per il tabellone a 128. Totale = 22 stelle. A quanti punti ATP corrispondono? Cercare nell’articolo (sono 230 punti). Iterando per tutti i 67 tornei del circuito si trova la tabella riassuntiva.

Si noti come le ATP Finals di Londra non assegnano punti in conformità con quanto accadeva al Masters degli anni ’80 che non assegna punti per la classifica ATP.

3° step: Confronto Djokovic vs Nadal

Sembra scontato il terzo step però lo ribadiamo lo stesso. Attingendo dal sito ATP si può rintracciare il ruollino di marcia dei 2 tennisti per il 2018. A noi interessano i turni dove sono arrivati (tutto molto semplice, moltissimi al mondo lo sanno fare). Bene, i numeri che riguardano il numero 1 e numero 2 del 2018 sono:

Djokovic

Nadal

Ed ecco la sorpresa. Usando la semplice media dei punti si scopre come Nadal, in una ipotetica annata degli anni ’80 con il rollino del 2018 sarebbe stato davanti a Nole.

È stato solo un gioco e/o un esercizio di stile, però questo ci fa capire che non sempre c’è stata la visione del tennis attuale e che magari certe approssimazioni vanno riviste alla luce di quanto scoperto e soprattutto usando bene e proficuamente i mezzi che abbiamo a disposizione per ricerche future. Djokovic rimane il numero 1 del 2018, ma chissà come sarebbe cambiata la storia cambiando solo un criterio di assegnazione del quasi del tutto arbitrario quale è quello del ranking ATP.