All’ombra di Nadal: Djokovic prepara il sorpasso su Federer sulla terra battuta
Quando in un determinato settore c’è il dominio incontrastato di un solo giocatore è difficile assegnare una ipotetica medaglia d’argento. Questo è il caso della terra battuta ai tempi di Rafael Nadal. Lo spagnolo è stato così dominante su questa superficie che ha concesso poco o nulla e ci si chiede se le sconfitte contro di lui non siano, come la logica impone, qualcosa di negativo, ma qualcosa di positivo ossia, contro il King of Clay è così grave perdere? Lo sarebbe se si perdesse contro altri giocatori, ma una sconfitta con Rafa dove colloca un giocatore in alto o in basso? E’ da questo paradosso che nasce la diatriba su chi mettere dietro lo spagnolo nei risultati che riguardano il clay. Un esempio simile, un po’ datato, è quello rappresentato da Bjorn Borg che con i suoi 6 Roland Garros e 30 titoli sulla terra battuta è stato fino all’arrivo di Rafa il più grande dell’Era Open su questa particolare superficie. Il secondo posto spetta d’ufficio a Guillermo Vilas, ma è un secondo posto che dista anni luce dal primo e questo status è certificato da diverse circostante che oggi sono difficili da riscontrare come: la rinuncia al Roland Garros del 1977 da parte di Borg che spalancarono le porte al successo dell’argentino e gli US Open che dal 1975 al 1977 si giocarono sulla terra battuta vinti proprio nell’ultima edizione giocata sull’Har-Tru da Vilas. A suffragio di questo piazzamento nel secondo gradino del podio ci sono però i 49 titoli che ancora oggi rimangono il record dell’Era Open, certo, sono tanti titoli in tornei minori ma sono sempre 49 e nessuno può dire il contrario.
Ma chi sta dietro Nadal sulla terra battuta nella nostra epoca? I 2 candidati sono nell’ordine: Roger Federer e Novak Djokovic, tertium non datur. Ma chi sta davanti? Eh, qui è un po’ complesso rispondere visto che ognuno di esso presenta delle lacune in alcuni settori specifici. Non ci sono dubbi che il torneo più importante sulla terra battuta è il Roland Garros e l’unico dei 2 che l’ha vinto è Roger Federer esattamente nel 2009. Quasi tutti ricordano quel trionfo tanto atteso e agognato e arrivato all’11a partecipazione. Un pianto liberatorio accompagnò quella vittoria e consegnò per sempre Federer all’immortalità con l’unico Slam che mancava alla sua collezione. Ma questa vittoria è arrivata per una serie di circostanze favorevoli, una tra tutte la clamorosa sconfitta di Nadal, 4 volte campione in carica e mai sconfitto a Parigi, contro Robin Soderling. Questo ci dice che è vero che Federer ha vinto il Roland Garros ma qui non ha mai battuto il padrone di casa. Negli anni precedenti era uscito sempre sconfitto nello scontro contro il maiorchino a partire dal 2005 quando in semifinale il 19enne sorprese tutti con la vittoria per 6-3 4-6 4-6 6-3 contro lo svizzero. Da allora in poi 3 finali consecutive perse sempre contro Nadal e un’altra nel 2011 che fanno salire a 6 le sconfitte di Roger al Rolando contro Rafa.
Anche Nole non ha potuto sottrarsi allo strapotere nadaliano su Parigi ed è stato sconfitto 6 volte anche lui come Roger. Djokovic ha 6 anni in meno dello svizzero, ma nonostante tutto ha dovuto subire delle pesanti sconfitte. La prima è arrivata nel 2006 quando Novak si ritirò dopo i primi 2 set e disse in conferenza stampa che avrebbe potuto battere Rafa. Mah, sono parole di un ragazzino che allora non si pensava potesse dominare negli anni a venire il tennis come nessuno aveva mai fatto in era Open. Molto gravi sono state per il serbo le sconfitte patite contro Philipp Kohlschreiber nel 2009 e Jurgen Melzer nel 2010, anni in cui Djokovic latitava nella terza posizione con i 2 mostri sacri davanti a lui anni luce. La svolta per lui si poteva avere nel 2011, il suo primo annus mirabilis, il migliore per quanto riguarda rendimento e avversari battuti, ma allora fu un sublime Federer a fermare la sua corsa verso il titolo parigino e fu una manna dal cielo per Nadal che nel giorno del suo compleanno, il 3 giugno, ricevette forse il suo regalo più grande. Tralasciando il 2012, i maggiori rimpianti per Nole sono arrivati nel 2013 quando è stato ad un passo dal battere Rafa e forse uno smash ha cambiato irreversibilmente il corso della storia. Ma quello era un signor Nadal capace di fare un’annata stupenda che lo avrebbe portato a ridiventare il numero 1 del mondo. Il macigno che pesa maggiormente è forse il 2014 quando in tutto l’anno si è visto un Rafa deficitario in tanti aspetti e a corto di risultati importanti per tutta la stagione ma che a Parigi ha tirato fuori il suo capolavoro, forse l’ultimo della sua carriera. Finalmente Nole riesce a battere il maiorchino nel 2015, ma è una vittoria di Pirro sostanzialmente per 2 motivi: uno perché quel Nadal era una lontana copia di quello che si era visto sullo Chatier negli anni precedenti e due perché non ha concretizzato avendo a disposizione un tabellone spalancato con la soffertissima sconfitta in finale contro Stan Wawrinka. A conti fatti quindi è Djokovic quello che al Roland Garros è andato peggio di Federer, sia gli zero titoli che per le sconfitte inattese.
Possiamo prendere il pallottoliere per misurare le prestazioni di Roger e Nole al Roland Garros e abbiamo.
Federer: 10 + 180 + 360 + 10 + 10 + 90 + 720 + 1200 + 1200 + 1200 + 2000 + 360 + 1200 + 720 + 360 + 180 + 360 = 10160. Media = 597.65
Djokovic: 45 + 360 + 720 + 720 +90 + 360 + 720 + 1200 + 720 + 1200 = 6135. Media = 613.5
Come era prevedibile Roger ha guadagnato più punti ma in media è sotto Djokovic.
Altri tornei
I dati sugli altri tornei non sembrano sciogliere questo nodo, anzi ci pongono dei seri problemi. Come era avvenuto per il Roland Garros a fare da ago della bilancia è sempre e solo Rafa. A Roger Federer si rimprovera sempre di non aver mai vinto i 2 tornei storici sul clay che sono Monte Carlo e Roma, ma in entrambi ci è andato sempre vicino molto vicino. Nel Principato nella terra più lenta del circuito è arrivato per 3 volte in finale quando era nel suo “prime” è a perso sempre contro Nadal che qui ha vinto 9 titoli di cui 8 consecutivi, uno dei diversi record che sono destinati a durare nel tempo se non nell’eternità. L’altro suo rimpianto monegasco è il 2014 quando in finale non c’era la sua nemesi bensì il suo scudiero chiamato ironicamente “Svizzera 2”, ma anche ‘sta volta ha dovuto rinviare la vittoria forse in maniera definitiva. Con la Città Eterna Federer ha avuto un rapporto complicato. Tutti i tifosi del Foro Italico sono stati per lui vedendolo come il “tennis, beh, cioè”, ma Rogerino non ha mai contraccambiato questo affetto smisurato e per certi versi fanatico. Anche qui ci è andato vicino al titolo, ma non ha mai alzato la coppa. I grandi rimpianti sono la finale del 2003 persa contro il modesto Felix Mantilla e soprattutto quella del 2006, in una delle migliori partite del rivalità Federer-Nadal dove lo svizzero ha avuto 2 match point sulla racchetta una dei quali buttato non si sa in quale buco nero della nostra galassia. Un po’ meno significative sono le sconfitte nel 2013 e nel 2015 sempre nell’atto conclusivo. Nel 2013 i suoi problemi alla schiena erano evidenti, anche se si scende in campo non c’è nessuna giustificazione, e se dall’altra parte c’è un Nadal di lusso è inutile avere delle vane speranze. Nel 2015 Federer si presenta a sorpresa a Roma perché eliminato presto a Madrid e arriva inaspettatamente in finale, ma come nella precedente occasione deve soccombere al più forte che in questo caso nella fattispecie è Novak Djokovic. Le maggiori soddisfazioni sono arrivate nella quarta gamba dello Slam rosso che è quella rappresentata da Amburgo prima e Madrid poi. In Germania ha vinto il suo primo Masters nel 2002, poi ha vinto nel 2004 e 2005 senza la presenza di Nadal. Saltata l’edizione 2006 per via della fatica accumulata nella finale di Roma nel 2007 assesta un colpo fondamentale per valutare la sua prestazione sulla terra battuta extra Slam ed è la vittoria in finale contro Nadal che pone fine alla striscia di imbattibilità di Rafa che si fermò a 81 vittorie. Nel 2009 si ha il downgrade di Amburgo e Madrid da indoor diventa un torneo su clay e a vincere questa prima edizione terraiola del Masters di Madrid è sempre Federer che approfitta anche di un Nadal ridotto all’osso dopo una semifinale monstre giocata con Djokovic durata più di 4 ore che lo aveva prosciugato di tantissime energie se non tutte. L’ultimo successo a Madrid è forse quello più famoso, ossia quello nella terra dei puffi della terra blu voluta dal bizzarro proprietario del torneo Ion Tiriac che voleva portare una novità nel circuito, ma tutti non erano così d’accordo prima e a maggior ragione dopo, visto che la superficie si era rilevata particolarmente scivolosa. I Roger fans la amano, i tifosi di Nadal e Djokovic no, allora è deciso, la terra blu va nel dimenticatoio come esperimento non riuscito. Chissà cosa sarebbe successo se a Madrid avessero trionfato i puffi.
Il palmares di Djokovic nei Masters 1000 su clay è molto simile a livello di numeri rispetto a Federer, ma è distribuito meglio perché ha vinto almeno una volta tutt’e 3 i tornei della categoria, anche se Amburgo non è nel suo palmares e fa nascere il paradosso introdotto dell’ATP chiamato Career Golden Masters che sarebbe il raggiungimento della vittoria dei 9 Masters del circus, ma solo quelli dal 2009 in poi, qualcosa di un po’ contorto, che come prima incognita pone una domanda, ma se un torneo viene spostato cosa conta la vittoria del torneo o lo slot da riempire? Troppo complicato. A Monte Carlo è stato bravo ad interrompere l’egemonia nadaliana ponendo fine alla serie di 8 vittorie consecutive con la vittoria in finale nel 2013 proprio contro il maiorchino, questa vittoria è stata bissata nel 2015 affrontando però avversari un po’ più abbordabili. A Roma è stato molto prolifico e ha messo in bacheca 4 trofei. Il primo nel 2008 in cui approfittò della sconfitta prematura al secondo turno di Nadal contro Ferrero per via di alcune vesciche. Il successo del 2008 venne bissato nel 2011 con una vittoria contro un Rafa deluxe che non si capacitava in quel periodo di come Nole fosse riuscito a superarlo sulla sua superficie preferita. Meno inaspettate sono state le vittorie del 2014 e soprattutto del 2015 ma che comunque hanno rimpinguato il suo palmares. Lasciando perdere il paradosso Amburgo, è straordinaria la vittoria in casa del nemico nel 2011 a Madrid. Una vittoria contro uno straripante Nadal ancora una volta non capace di spiegarsi questa evoluzione spaventosa sulla terra battuta di Nole.
A conti fatti abbiamo: 6 Masters per Federer e 7 per Djokovic. 11 titoli complessivi per Federer, 11 pure per Nole. Quello che possiamo dedurre è che oggi i 2 campioni sulla terra battuta sono più o meno sullo stesso livello, forse Federer è da preferire per il Roland Garros vinto, ma Djokovic ha un Masters 1000 in più, i prossimi tornei ci daranno un ulteriore responso e sembra che Nole sia destinato a superare Roger, ma…..no Roland Garros, no party!