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ATP Canada 2017: Analisi tabellone, Federer sul velluto, Nadal nella bufera

La 117a edizione del Canadian Open, che abbiamo scoperto essere nato nel 1890 (e non nel 1881 come riportato in diverse fonti) e diventato Open nel 1968 riapre i battenti del grande tennis, ma lo fa con le ossa rotte. Se l’anno scorso l’evento era stato parzialmente disertato dai migliori per poter preparare le Olimpiadi, quest’anno il quadro clinico è molto più grave perché non è condizionato da fatti contingenti. Il primo della lista ad essere assente è il detentore del titolo ed ex GOAT Novak Djokovic. Il serbo dopo una stagione a dir poco travagliata e molto, ma molto al di sotto dei suoi standard ha deciso di fermarsi per un infortunio al gomito che, a detto di lui, si porta dietro da 15 mesi. Ehhh, addirittura! Poco importa che cosa ci sia dietro a questo infortunio e perché, come Federer, ha deciso di annunciare il suo pit stop proprio il 26 luglio e ancora una volta decidendo di saltare la rimanente parte di stagione. L’aspetto fondamentale è che mancherà un grande tennista al circuito da lui dominato fino a metà dello scorso anno. A ruota lo ha seguito Stan Wawrinka che ha deciso di imitare il suo connazionale più illustre e operarsi al ginocchio e saltare anche lui tutto il resto della stagione. Sta diventando una moda un po’ macabra questa, ma tant’è…era nell’aria ma anche la defezione di Andy Murray fa scalpore per via della sua corona ATP che potrebbe già dalla prossima settimana non essere più sua. Andy è stato più cauto e per ora si limita a saltare il torneo di Montreal, non è così utopistico pensare ad un suo forfait a Cincinnati e New York viene da sé. Siccome c’erano poche defezioni nei piani alti anche il finalista di Wimbledon Cilic non partecipa per infortunio all’adduttore. Alla lista nera si aggiungono Cuevas, Fognini, Karlovic, Klizan, Simon e Verdasco. Un Masters 1000 dimezzato. Please, non scrivete  che è un 500 mascherato senza addurre una dimostrazione matematica.

Quarto di finale Nadal-Raonic

Ormai tutti sanno che Nadal può diventare numero 1 del mondo dopo questo torneo, gli basta vincere 3 partite, ossia arrivare in semifinale. Peccato che Zio Toni questa volta sia in ferie e abbia lasciato che il sorteggio del tabellone si pilotasse da solo o forse qualcun’altro, memore dell’allenatore più vincente di sempre, ha imparato l’arte e l’ha messa da parte. Tabellone da incubo per Rafa che come tutte le prime 8 teste di serie ha un bye al primo turno e si presenta come capolista per la prima volta in un Masters 1000 da Roma 2014. Al secondo turno potrebbe esserci con ogni probabilità la sua bestia nera Borna Coric contro cui è sotto negli H2H, 1-2, incredibile! Bruttissima fu la sconfitta contro il croato l’anno scorso a Cincinnati, una delle peggiori versioni del maiorchino viste sul cemento americano. Al terzo turno dovrebbe arrivare Del Potro che è da qualche mese in crisi di identità e non si sa come giudicarlo. In effetti ci si aspettava molto di più da lui che l’anno scorso fece registrare grandi match e importanti scalpi senza però l’acuto nei tornei che contavano (almeno a livello individuale). Se non dovesse passare Juanito c’è John Isner che nel silenzio più assoluto a portato a casa 2 torneini: Newport senza mai fronteggiare una palla break ma contro gente abietta e il “suo” torneo di Atlanta, tappa irrinunciabile delle US Open Series. Il bombardiere del Nebraska è un avversario ostico per Rafa che teme sempre i big server che sul cemento diventano Super Sayan. Passato l’eventuale terzo turno c’è un altro bombardiere ad attenderlo: Milos Raonic. L’idolo di casa non sta passando un buon momento, ma potrebbe essere l’aria di casa a rilanciarlo. Il Milos di qualche anno fa non avrebbe avuto problemi a sbarazzarsi degli avversari dei primi 2 turni, ma questa versione 2017 lascia insolute molte incognite. Per cui ci dovrebbe essere Medvedev al secondo turno che ben ha figurato a Washington. Grande punto interrogativo su David Goffin, tds 9, al rientro nel circuito che potrebbe già patire con Sugita e se non lui o Feliciano Lopez o un sorprendente H. Chung che finalmente si libera della sua aura di loser nerd.

Quarto di finale A. Zverev-Tsonga

Si concentrano su Sasha Zverev le speranze dell’ATP, del tennis, del Canada, del mondo tutto, di vedere qualche faccia nuova prendere finalmente il timone dello sport individuale più seguito al mondo. Il suo trionfo a Roma sembra un miracolo e pochissimi sono pronti a scommettere in un altro exploit in questa stagione. Ma la speranza è l’ultima a morire. Il suo tabellone è relativamente facile, però il suo stato di forma dipenderà molto da quello che riuscità a fare a Washington D.C. Già il secondo turno per cui potrebbe essere insidioso con un Gasquet facile vincitore sulla wildcard locale Schnur. Il suo terzo turno si incrocia con Nick Kyrgios che è in profonda crisi esistenziale: “I don’t like playing tennis“, dice l’australiano lasciato anche dalla ragazza e senza via d’uscita dopo aver tankato un altro match, questa volta contro Tennys (nome da denuncia) Sandgren. La fortuna dell’australopiteco è che non c’è nessuno accanto nel suo percorso verso il terzo turno. Né Lorenzi, né Tiafoe, né Troicki sembrano in grado di poter solo sperare di andare avanti in questo Masters 1000 sul cemento, forse si salva il negretto, ma forse. Picchetto d’onore alla casella numero 8 per Jo Tsonga che ancora riguarda a casa le registrazioni della vittoria del 2014. Che giocatore! Qui non ha nessuna pretesa. Per lui avversario ostico al secondo turno: che sia Muller o Querrey la difficoltà è la stessa. Il numerino sopra il giocatore indica in Carreno Busta l’avversario di Jo al terzo turno, ma ci credono in pochi. Molto più probabile che sia Khachanov ad andare avanti o ancora meglio Kevin Anderson che ha ritrovato la sua dimensione del torneo della capitale statunitense.

Quarto di finale Federer-Uno a caso

Dopo che la vittoria di Wimbledon ha esaurito la scorta di aggettivi per descrivere Federer, la sorte ci offre un assist involontario per addurne un altro che nessuno aveva ancora usato in questa stagione: fortunato. La sua assenza in Canada sembrava scontata e tutti si concretavano in una sua presenza a Cincinnati dove ha trionfato ben 7 volte. Invece Rogé ha stupito tutti decidendo di presenziare al torneo di Montreal che non ha mai vinto. Roger oltre che forte è anche furbo è ha capito l’andazzo, e ha colto la palla al balzo, non avendo sulla sua strada nessuno che sia uno che possa impensierirlo per la vittoria finale. La sua marcia trionfale parte contro un WC. Si sarà o Pospisil o Polanski nel secondo turno. Non vorrei essere nei panni di uno dei 2 canadesi che giocheranno per non vincere la partita ed essere umiliati dal Re. Facile pronostico per il terzo turno con Jack Sock protagonista del Citi Open che proprio per questo potrebbe arrivare nel Quebec stanco e pronto per essere infilzato. Nessuna chance per i vari Edmund, Ferrer e una Q a caso. La tds 5 dice che è Nishikori il candidato più serio per affrontare il campione di Wimbledon. Ma siamo seri, Nishi ha rischiato di perdere contro Tommy Paul, di cui non si sa quale sia il nome e quale il cognome, salvando anche match point. Ancora giocatori avanti a Washington e per questo già penalizzati per la trasferta in Canada. Come se non bastasse dietro al vuoto c’è un vuoto ancora più grande. C’è Monfils, teorico avversario di Kei al secondo turno che nel 1814 a.C. impegnò Federer a Nuova York. Lasciamo perdere. Ci sarebbe anche AGUT. O Johnson, o Harrison. Uno a caso.

Quarto di finale Thiem-Dimitrov

Non volendo, non volendo, Dominic Thiem si ritrova la tds numero 3 che accetta con onore. Ha fatto male nel District of Columbia e qui non ci si aspetta tanto da lui. Comunque. Al secondo turno dovrebbe esserci il piccolo Schwartzman che esordisce con un qualificato. Quartetto eterogeneo per l’austriaco al terzo turno, con Pouille ormai conclamato flop del 2017 che potrebbe redimersi proprio nella tournée nord-americana. Ci sono anche gli americani Donaldson e Young e il mite Paire, ma preferiamo puntare sul Pulcino. Anche Greg Dimitrov è chiamato a dimostrare qualcosa, che cosa non si sa, ma è chiamato lo stesso. Mischa Zverev per lui al secondo turno. Incognita terzo turno con Berdych, campione solo per una partita a Wimbledon, in semifinale per la precisione, e poi tornato Perdych un secondo dopo il “game, set and match“. Ha perso contro 4K. E abbiamo detto tutto. Ma se non lui chi? Haase, Ramos, Basilashvili? No, ci teniamo la sicurezza del grandissimo campione ceco.

Percentuali tennisabstract.com

  1. Roger Federer 41.1%
  2. Rafael Nadal 10.9%
  3. Nick Kyrgios 10.6%
  4. Milos Raonic 6.5%