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ATP Dubai 2017: Analisi Tabellone. Federer dalla parte di Murray, Stan da solo

La 25a edizione del Dubai Tennis Championships vede il ritorno di Roger Federer. Il vincitore degli Australian Open l’anno scorso non aveva potuto partecipare a causa dell’operazione al ginocchio. Una rinuncia molto sofferta quella dello svizzero che negli Emirati vanta numeri invidiabili: 47 vittorie su 52 incontri giocati, 7 titoli. 9 finali, 10 semifinali e 3 vittorie senza perdere un set. Quest’anno non sarà lui il numero 1, e non ci sarà quello che l’anno scorso era il numero 1. Stranamente Djokovic ha preferito giocare ad Acapulco rinunciando al consueto appuntamento nel deserto. Contento lui. Allora chi sarà il numero 1? Non poteva che essere quello vero, quello del computer, Andy Murray che ritorna a Dubai dopo la severa ma ingiusta sconfitta patita da Borna Coric nei quarti di finale del 2015. Ancora prima, nel 2012, era arrivato in finale battuto solo dallo sceicco Roger, in un torneo che nel seeding presentava ben 8 top 10. Mica male per un 500 anche se ricco, anzi ricchissimo. Peccato per l’assenza di Nole perché il torneo poteva elevarsi ancora e raggiungere quasi il livello di un Masters 1000. L’occhio di Djokovic per quest’anno non potrà trovare vendetta.

L’incognita più importante del sorteggio era capire dove sarebbe finito Federer. Il numero 9 del mondo (fa strano dirlo) è capitato dalla parte di Murray e sembra questa la parte di tabellone con maggiore peso specifico. Siamo in un 500 così non c’è il tabellone allargato a 56 o 96, ma per fortuna nessuno ha il bye al primo turno.

Nella parte alta Murray sembra già essere proiettato verso la semifinale con Rogé. Primo turno agevole con il non smilzo Jaziri, che ogni tanto becca qualche bel tabellone per raccimolare punti importanti. Nel 2° turno Andy dovrebbe ritrovare un Troicki vincitore su Garcia-Lopez. Difficile scegliere, anche se il buon senso ci fa pendere per il serbo. Siamo in un 500 e può capitare che la testa di serie di coda abbia un ranking molto alto. E’ il caso di Gilles Muller, numero 27 del mondo, che si ritrova per caso questo onere e onore. Il sorteggio gli ha arriso nei primi turni, almeno sulla carta. Kohlschreiber non dovrebbe essere un problema, ma stiamo parlando di Muller non di un campione, quindi chissà. Quasi sicuro il 2° turno contro Medvedev che sfida all’esordio la solita wildcard lanciata nel deserto per far contenti gli organizzatori che hanno zero tradizione tennistica. Questa volta è Omar Alawadhi ad essere stato investito da questo onore. 1-9 il suo bilancio nel circuito ATP e 35 anni sul groppone. Inesistente. Tutto ciò porta ad un quarto di finale scontato tra il numero 1 del mondo e lo yogurt più erotico del circuito, l’esito non lascia dubbi a insinuazioni, anche se Gilles giuoca il serve&volley e siamo sul cemento. Ricorda qualcosa? Miscia tacere.

Meno fortunato è stato Federer che subito si ritrova al primo turno Benoit Paire. Inutile stare ad approfondire la psiche del francese. La maggiore preoccupazione per Roger dovrebbe essere l’instabilità del transalpino, ma, come sappiamo, nella maggior parte dei casi fa cilecca. Molto probabilmente nel secondo turno per Rogiah ci sarà Youzhny. Qui a Dubai si sono sfidati in ben altre 5 incontri tutti appannaggio dello svizzero (d’altronde il 16-0 non lascia spazio a dubbi). “Nessuno batte 17 volte di fila Gerulaitis…“, “Nessuno batte 17 volte di fila You…“. No, lo batte, lo batte, senza “se” e senza “ma”. La testa di serie numero 3 dovrebbe incrociarsi contro Pouille, ma qui le certezze sono poche. Il francese, che non ha avuto un buon inizio di stagione, ha ritrovato un po’ di spolvero a casa sua a Marsiglia dove disputa la finale. Da un lato questo ci riporta un Lucas ritrovato ma che altresì potrebbe essere stanco delle fatiche marsigliesi. Per lui facile Pavlásek al primo turno e un probabile Hot Struff nel secondo. Inevitabile così diventa la sfida con Federer nei quarti di finale.

Si diceva di Stan da solo. Bhè, diciamo che nella parte bassa del tabellone non ci sono grandi insidie per Svizzera 2, anche se sappiamo che la maggiore insidia per Wawrinka è se stesso. L’anno scorso vinse qui in finale contro Baghdatis con un tiebreak al cardiopalmo nel 2° set, ma molto spesso lo svizzero è solito cannare questi appuntamenti per concentrarsi negli Slam. Facciamo finta di nulla e guardiamo il suo tabellone. Nella passata stagione di questi tempi Zum Zum era un nome molto cliccato, oggi semplicemente no, c’era qualche speranza di vederlo ad alti livelli, ma ha disatteso le aspettative. Quindi vittoria facile all’esordio per la tds 2. Dubbio amletico sul secondo turno con l’essere rappresentato da Granollers e il non essere rappresentato da Vesely. Difficile scegliere. Forse passa lo spagnolo. Jiri il suo l’ha già fatto nel Principato trasmettendo quel minimo di energia cinetica alla pallina sul piano inclinato che ha dato il moto ad una caduta veloce e fragorosa di Novak Djokovic, indiscusso e indiscutibile numero 1 del mondo in quel momento. Berdych è circondato da Q e per questo non si può non collocarlo nei quarti di finale. Scontro molto prevedibile con Stan.

Nell’altro spiccio di tabellone altalena eterogenea di giocatori capeggiati da Monfils. Dovrebbe essere proprio il clown francese a spuntarla ed arrivare in semifinale. Primo turno contro Safwat (e chi è?). Secondo contro Evans che dovrebbe avere la meglio su Tetraidro Dustin mai a proprio agio sul cemento, ma proprio mai. Sfida equilibrata tra AGUT e Khach, che si incastra con un’altra sfida altrettanto incerta come quella tra Mayer e Verdasco, anche se lo spagnolo sembra avere le carte in tavola per poterla spuntare. Questo ci porta ad una improponibile quarto Monfils-AGUT. Ecco perché non è del tutto sarcastico parlare di “Stan da solo”.

Ecco le percentuali di vittoria secondo www.tennisabstract.com

  1. Andy Murray 36.3%
  2. Roger Federer 25.0%
  3. Stanislas Wawrinka 17.3%
  4. Tomas Berdych 4.3%