ATPEditorialeUltimi articoli

ATP Halle 2018: A star is Borna. Sorpresa Coric in Germania

Il Re è caduto. Straordinaria vittoria di Borna Coric nel feudo di Federer. Primo grande successo per lui in carriera.

La partita

Dopo una settimana tribolata Federer si presenta per la 12a volta nella finale del torneo che più di ogni altro gli appartiene. Tutti i favori del pronostico sono dalla sua parte, se non fosse che dall’altra parte c’è Coric (da leggere Cioric) che non sa neanche che cosa sia l’erba e soprattutto perché si trova a giocare la finale. Visto che ci siamo, perché non giocare? Non costa nulla. Borna gioca il suo tennis e lo gioca alla grande. Come impostazione è molto simile a quella di Djokovic che tanto ha fatto penare Rogé a Wimbledon quando era ancora al suo stadio di Perfect Cell. Quindi martellamento asfissiante da fondo, recuperi niente male e ottima difesa quando lo scontro si sposta sul back dove il croato non è maestro. I primi game della partita scorrono via velocemente e non ci sono sussulti, però è evidente che il numero 1 del mondo non è al massimo splendore e fa fatica nei turni di servizio di Borna che si dimostra niente male alla battuta e sopperisce ad una castagna non tanto pesante con tante variazioni ed angoli esasperati. Anche Federer fa il suo e non ci sono scossoni. Sul punteggio di 5 pari ecco la prima crepa. Coric concede molto e Roger approfitta di un passante incrociato andato al mare ed ecco la prima palla break. Non viene convertita perché Roger non è lucido e spreca malamente. Non si può non andare al tiebreak. Tutto sembra apparecchiato per la scontata zampata elvetica, però oggi gira proprio male. Eppure è Borna il primo a concedere il minibreak e a consegnare al suo avversario 2 set point consecutivi sul 6-4. È finita. No, non è finita. Borna sale con i colpi e Rogerino sbaglia uno smash facile come un Djokovic qualunque. Ripreso per i capelli il set sfugge dalle mani svizzere grazie alla superba risposta croata ed al set point giusto che viene concretizzato da un vincente vicino alla rete.

Un set è lecito perderlo, in fondo in tutto il torneo il numero 1 del mondo non ha brillato, ed anche ad Indian Wells contro Borna era riuscito a vincerla di classe e di c…fortuna. Anche qui il copione sembra andare in quella direzione. Federer non tentenna più e mette pressione al suo avversario che non è un servebot. C’è una palla break nel 4° gioco che non viene concretizzata. Se ne presenta un’altra identica nel 6° gioco (stesso punteggio di 30-40) però non si passa. Il dritto va largo e ancora Borna si salva. Però non si può sempre giocare sott’acqua, prima o poi la affoghi. Questa volta il numero 34 del mondo è sotto 15-40 e non può nulla contro la sua mancanza del giuoco al volo, d’altronde lui appartiene a tutt’altra scuola. È break Federer che scappa via. 6-3 immediato, tanti punti in più per lui, ma contano poco. 1 a 1, perfetto pareggio e palla al centro.

Dopo qualche game di studio, in cui il popolo aspetta che il gladiatore vibri il colpo ferale, ecco all’improvviso la benza finire. Federer scende clamorosamente di livello e annaspa. Non si può pensare di andare così ao sprofonno e pensare di vincere la partita. Dall’altra parte ci deve essere proprio uno scarso, scarso. Non è il caso di Coric, che non è un fulmine di guerra, ma tra le sue doti va ricordata una discreta tigna, frutto anche di una tenacia che poco si addice alle attitudini delle nuove generazioni, e non solo. Emblematico è il momento in cui Federer perde completamente l’orientamento e spreca 3 challenge nello stesso game, cosciente che il treno stava passando ed era quello che andava al deposito, l’ultimo. Prende il primo break e siamo sul 4 a 2. Si è spenta già la luce, è rimasto solo Borna. Potrebbe chiudere sul suo turno, ma un Federer a risparmio energetico e display in bianco e nero cede le armi nell’8° gioco, al secondo match, quando si è visto il peggiore repertorio della sua carriera.

Il torneo

Doveva essere il torneo di Federer e non lo è stato. Tutto era pronto per la sua Décima, ma non c’è stato verso. Certo, oggi è ormai passata di moda la Décima perché c’è stato l’upgrade nella Undécima, quindi vincere 10 volte un torneo è prassi, visto che esiste un tennista vivente che ha vinto 11 edizione dello stesso torneo, scegliete voi la categoria, cambia poco. Dopo 3 mesi in pantofole era logico aspettarsi una doppietta semplice semplice come quella Stoccarda-Halle. Stiamo parlando di 2 tornei che sono molto distanti da essere un Masters 1000, per cui la concorrenza è leggerina, e se si pensa che ormai l’erba esiste solo perché legale ad Amsterdam, simbolo della Jamaica e superficie di Wimbledon, allora è alquanto complesso trovare degli specialisti. L’unico specialista che si fa pagare profumatamente e che non fa fattura è Federer, attorno c’è il vuoto, il vuoto verde. Nella patria dei motori tetesca aveva giocato molto bene, seppur avendo la meglio per un pelo contro un volitivo e mai domo Kyrgios, qui invece ha arrancaato come Dorando Pietri a Londra 1908 e nessuno lo poteva aiutare. La prima partita con Bedene era una pura formalità e così è stato. Però quando dall’altra parte della rete c’è stato un avversario serio allora la situazione si è complicata parecchio. Paire si sa che è un pazzo, qualcuno lo aveva scritto anche prima dell’inizio delle ostilità. Pazzo, nel linguaggio della pallacorda vuol dire: o tiro fuori la prestazione monstre e sbaraglio anche i più bravi, oppure prendo un’imbarcata pazzesca in cui faccio anche magra figura con qualche giochetto che non serve a niente. Tertium non datur. Bene, contro Roger ha scelto la prima busta e si sono visti tutti i limiti di un Federer che incontra qualcuno che lo mette in difficoltà. La partità è stata ondivaga e si è risolta solo al tiebreak del terzo set in cui la bilancia non sapeva dove andare e alla fine l’ago ha scelto la parte della ragione piuttosto che del sentimento. Benoit non è un fulmine di guerra nella condizione mentale e si sa che nel tennis il 90% dipende dalla mente, l’altra metà dal fisico. Federer si ritrova così a vincere un match con match point contro. Una rarità per lui. Passatu u lampu, passatu u scantu si dice a Basilea, ossia: una volta che in una tempesta si è visto il lampo che non ha fatto danno non bisogna più avere paura. Ed è quello che è successo nelle altre 2 partite in cui 2 scappati di casa si sono trovati nel cammino del Re. Ebden, come SE, etichettato come erbivoro forse manco dall’Antica Erboristeria ha fatto la sua figura arrivando al tiebreak del primo, così come Denis Kudla, rivelazione del torneo, anche lui arrivato e massacrato al tiebreak del primo dal padrone di casa. Paradossalmente i 2 scappati hanno chiuso la partita con lo stesso punteggio. Forse serviva un avversario con un briciolo di testa per palesare un torneo al di sotto delle aspettative del Re, ed eccolo manifestarsi in Borna.

Se è l’evento di Ruggero come si può parlare di Borna. Il dilemma nasce dalla chiara non ubiquità degli spettatori che non possono seguire tutto, soprattutto quando nel prestigio e storico palcoscenico del Queen’s che è secondo solo a Wimbledon si sta giocando un torneo della stessa categoria. È forse per questo che hanno introdotto i Masters 1000? Tutti insieme appassionatamente in un torneo, ma proprio tutti tutti? Sì, è questo il senso. Borna era saltato subito agli occhi perché aveva conciato per le feste Alex Zverev al primo turno. Sasha, dopo la lunga parentesi rossa, aveva detto di non essere al meglio della condizione, ma questo è il torneo di casa, e non poteva mancare, anche in condizioni precarie. È uscito malamente. Grandissima prestazione di Coric, poi chi l’ha visto? La cronaca ci parla di un Basilashvili non pervenuto, pesce fuor d’acqua sul verde e di un Seppi ormai prossimo alla pensione. La partita contro lo specialista Bautista Agut non c’è stata. Incredibilmente si è ritirato quando era ancora in vantaggio, 3 a 2 per lui. Per lo spagnolo Wimbledon a rischio.

Record

  • 1° titolo ATP 500 per Coric
  • 1° titolo sull’erba per lui
  • 1a vittoria contro Federer (ha battuto tutti i Fab 4 tranne Djokovic)
  • 2a vittoria contro il numero 1 del mondo (dopo Murray a Madrid 2017)
  • 4° più giovane a battere Federer sull’erba: Ancic (18 anni e 3 mesI), Zverev (19 anni e 2 mesi), Hewitt (20 anni e 4 mesi)
  • 1° giocatore classe 1996 a raggiungere il traguardo delle 100 vittorie ATP in carriera

Conclusione

Il Re è morto? No, non è morto. Il bersaglio grosso non è né Stoccarda, né Halle, né Antalya. Quello che conta sono i Championships che partiranno lunedì prossimo. Federer parte da favorito e non si vede nessuno che possa batterlo nel 3 su 5 sull’erba, forse sarà lui stesso ad abdicare, ma ad oggi non c’è un giocatore che nei sacri prati possa considerarsi superiore a lui. I 3 mesi di pausa magari possono essere un boomerang. Sei riposato, ma non hai la condizione, non hai la garra nelle gambe per poter essere al 100% in ogni partita. Questa sconfitta con Coric gli servirà da lezione, e in questi giorni si allenerà nella Stanza dello Spirito e del Tempo per essere pronto a Londra. Dietro di lui c’è poca concorrenza. Djokovic, che sembrava ritrovato, ha perso con match point a favore la finale del Queen’s. Sui social Nole cerca di darsi forza e di ritrovarla nell’affetto della gente che lo stima, che lo ama, ma se non concretizzi non serve a niente. Passerà un anno senza aver vinto un titolo. Neanche il torneino di Eastbourne che l’anno scorso non è servito a niente. Cilic ha vinto il torneo della Regina, però metterlo tra i favoriti non è cosa buona e giusta. L’anno scorso fu massacrato da Roger sia tennisticamente che mentalmente, quest’anno non è cambiato nulla, ha vinto un torneo dove semplicemente non c’erano tutti. Manca qualcuno? Ah, sì, il vincitore del Roland Garros. Nadal è arrivato all’ultimo punto dello Slam parigino e ha gridato: Νενικήκαμεν! (Nenikèkamen). Non si è accasciato a terra e non è morto, ma siamo lì. Il nuovo numero 1 del mondo ha dato tutto quello che aveva. Non ha la forza di poter competere in 2 Slam così ravvicinati. 10 anni fa era un’altra storia. Potevano esserci 4 Slam in 2 mesi. Oggi no, oggi si allena, prepara Wimbledon a Majorca e fa sapere che:”Conterà il tabellone”. Poteva anche dire che 3 su 5 è un altro sport tanto per andare sul sicuro. Beh, il tabellone conterrà, però bisogna vedere come conterà, perché nessuno ad oggi saprebbe quantificare la forza di ogni tennista ammesso al main draw. Meglio evitare gli outsider, ma chi sono? Forse sarebbe meglio fare 128 teste di serie ed evitare le polemiche che pioveranno sicure, ma è un concetto troppo perfetto e algoritmico in un mondo che ogni tanto ha bisogno di suspence e fantasia. Inutile ribadire che la prossima settimana ci sarà IL torneo per eccellenza, dove il tennis è nato. Dove ci sarà la maggiore attenzione di tutto il mondo. Tutto il mondo contro Federer.