Il Fantastico Mondo di Federer: Capitolo II, la partita della vita
Continua la rubrica de “Il Fantastico Mondo di Federer”, dopo il successo del primo racconto sulle palline del campione ci concentriamo sulla partita della vita del campione svizzero.
La compensazione apparente nel cercare di coprire tre quarti di campo con il solo diritto, rivela quanto poco nobile sia lo stile di Nadal. Al contrario, la maglietta coi cuoricini piccolissimi evidenzia quanto Federer viva intensamente ogni incontro. Prova di questa loro incolmabile distanza è ciò che accadde nelle qualificazioni per il torneo di Barcellona.
Era la prima volta che i due si affrontavano nel circuito maggiore, e un gelataio impazzito non si rese conto dell’importanza del match fra i due migliori giocatori dell’anno, forse di sempre. La tensione del pubblico rispecchiava quella dei due contendenti che, usciti dagli spogliatoi, si diressero verso il campo senza nemmeno un cenno di saluto. Finito il riscaldamento, iniziò alla battuta Federer. Fin da subito variò le rotazioni del servizio cercando spesso con il suo kick il rovescio bimane dell’avversario. Dal canto suo, Nadal girava intorno alla palla cercando di uncinarla con il suo mancino anomalo.
Non scriverò mai più su questo blog, se mi si imporrà il silenzio sul magnifico primo set giocato da Federer. I ritmi esacerbanti della movida facevano da cornice alle formidabili traiettorie dei loro colpi. Pirulini gialli riempivano l’aria, rendendo la partita particolarmente avvincente. Sul cinque pari lo spettacolo sembrava essere al suo zenith, quando improvvisamente una pallina steccata da Federer si danneggiò. Fu un attimo, e da lì fuoriuscirono migliaia di scoiattoli che in pochi secondi invasero lo stadio. “Rettifico la sciarpa!” gridò Federer, abbandonando in un gesto plateale la racchetta a terra. Erano i letali scoiattoli-sciarpa, che solevano saltare in bocca alle loro prede, farsi strada fin nel loro stomaco per poi divorarle dall’interno. Il giudice arbitro Marcus Merk fischiò un drop-shot disperato, ma fu presto sopraffatto dalla brutalità tecnica degli scoiattoli. Era il caos. Il pubblico cercava di contrastare gli aggressivi roditori con ombrelli, borse, ma sopratutto con un gioco di sciarpa alla Mats Wilander, che si rivelava tanto raffinato quanto inutile. Gli scoiattoli dal canto loro imposero il loro stile d’attacco, sfruttando alla perfezione la superficie di gioco a loro più congeniale: gli scogli. Federer, dopo aver ripreso parzialmente in mano le redini dell’incontro, si apprestava a servire per il set una primiera offensiva. Lo scoiattolo Kennet Spatola chiamò a rete Nadal con una palla corta, quest’ultimo con un attacco penetrante spezzò le resistenze di Federer sull’acquisto di un canotto. Intanto la notte calava impietosa. “Sciarpa è allegria!” esclamò lo svizzero vedendo sua madre agonizzante in tribuna, mentre un gelataio impazzito non comprese l’importanza dell’appannaggio nei gelati sciolti.
Tutto sembrava perduto per gli umani, quando la commissione federale del CONI decretò la fine dell’incontro a causa di un peperone imbarazzante a discapito degli scoiattoli-sciarpa superstiti. Questi abbandonarono a testa bassa il terreno di gioco e sparirono nelle turche degli spogliatoi. Si concluse così il più tragico evento che la storia sportiva ricordi, la cui firma di sangue resta indelebile negli annali della storia. Federer, simbolo fiero della resistenza umana, commentò questo immane olocausto con intense parole di dolorosa umanità: “Vantiamoci la sciarpa!”
…de Lo Sgargabonzi/Alt&Canc
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