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Los Angeles 1971: a 43 anni, l’ultimo capolavoro di Pancho Gonzales

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Ricardo Alonso González, meglio conosciuto come Pancho Gonzales è stato uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi, molto spesso viene trascurata la sua grandezza per via delle sue poche vittorie nei tornei del Grande Slam: 2 US Open e basta. Molti dimenticano una verità fondamentale ed è quella che Pancho ha trascorso la maggior parte della carriera da professionista, non potendo partecipare ai tornei del Grande Slam in quanto riservati ai dilettanti. Pancho è diventato pro a 21 anni alla fine del 1949 dopo aver vinto gli U.S. National Championships ed è ritornato a poter disputare Slam nel 1968 a 40 anni troppo vecchio per poter pensare di vincere, ma Pancho è stato anche e soprattutto un mostro di longevità e nonostante l’età è riuscito a ritagliarsi un posto sul palcoscenico del tennis mondiale anche nell’era Open con la sua grande vittoria contro Roy Emerson al Roland Garros del 1968, e l’epica partita contro Charlie Pasarell a Wimbledon nel 1969 vinta con il punteggio di 22-24, 1-6, 16-14, 6-3, 11-9 che ha di fatto dato il via libera all’introduzione del tie-break. Ma il suo ultimo capolavoro rimane la vittoria a Los Angeles, la sua città, nel 1971 che è la sua ultima in un torneo del Grand Prix o WCT e che rappresenta un record difficilmente raggiungibile: con i suoi 43 anni rimane ad oggi il più anziano ad aver vinto un torneo ATP.

Da buon losangelino Gonzales ha avuto sempre un buon rapporto con il torneo che si disputava fin dal 1927 sul cemento e che era uno degli eventi più importanti del mondo. Il Los Angeles Tennis Club ha visto nascere molti super campioni tra cui Don Bugde che nel 1938 completò per primo nella storia il Grande Slam.

Pancho era stato campione nel 1949 nella sua ultima annata da dilettante e lo era ridiventato a 20 anni di distanza nel 1969 battendo in finale Cliff Richey per 6–0, 7–5.

Il 20 settembre del 1971 parte l’edizione numero 45 del Pacific Southwest Open Tennis Championships sponsorizzato dalla Pepsi con $73,000 di montepremi. Insieme agli uomini ci sono anche le donne facendo del torneo un combined e anche il torneo femminile entrerà nella storia.

Nel lunedì del torneo Gonzales esordisce da testa di serie numero 8 contro il modesto giamaicano Richard Russell e vince per 6-4 6-2. Nella stessa giornata il cecoslovacco Jan Kodes, testa di serie numero 2 sconfigge la quarta rappresentata dal giocatore di New York, Clark Graebner. Frank Froehling, numero 5 del seeding, ha la meglio sul giapponese Jun Kuki per 6-3 6-0. La prima sorpresa è l’eliminazione di Allen Fox vincitore del torneo nel 1966 da unseeded sconfitto dal cecoslovacco Milan Holecek per 3-6, 7-6, 6-2.

Nel secondo giorno la testa di serie numero 1, Stan Smith, fresco vincitore degli US Open deve tribolare più del dovuto contro l’australiano Ross Case che cede in 2 set con il punteggio di 6-2 7-6. Nel primo set Stan si trova sotto 3-2 e deve vincere 3 game consecutivi per aggiudicarsi il set. Nel secondo è costretto al tie-break vinto per 5 punti a 1. Nel frattempo Jan Kodes e Cliff Richey non hanno problemi nel passare il turno. Nel secondo turno Smith ha vita molto più facile contro il neozelandese Onny Parun sconfitto per 6-4 6-4.

Mentre tutti i big avanzano, a farsi notare è un tennista che sarà molto parlare di sé, questi è James Connors, conosciuto anche come Jimmy, che era stato fin da subito un grande talento essendo il primo freshman (matricola) della storia a vincere il singolare maschile nel campionato universitario americano (NCAA).

Smith procede senza patemi il suo cammino battendo l’egiziano Ismael El Shafei per 6-4 7-6. Pancho Gonzales sa di non essere il favorito del torneo e intervistato dichiara pubblicamente:“I am the underdog”. Sempre parlando di underdog, sono loro ad avere il sopravvento sulle teste di serie: Roscoe Tanner ha la meglio su Jan Kodes e Connors sconfigge Clark Graebner. “L’underdog” Gonzales procede senza difficoltà e batte per 6-3 6-4 Jeff Borowiak.

Il primo scontro generazionale per Pancho è contro il 19enne Roscoe Tanner. Tanner è un “junior” della Università di Stanford e fa valere spesso il suo colpo preferito che è il servizio. Vince il primo parziale per 6 giochi a 3, ma deve capitolare nei rimanenti parziali quando Pancho tira fuori una prestazione super vincendo per 6-1 6-1. Anche Gonzales è un big server e dichiara che è stato fondamentale il lancio di palla dell’avversario che nel secondo e terzo set è sceso di 4-6 pollici rispetto al primo permettendogli di rispondere meglio. Tanner riconosce la superiorità dell’avversario e dichiara che non aveva mai visto nessuno colpire così forte.

Negli altri quarti di finale Stan Smith estromette dal torneo Bob Lutz battuto per 6-3 7-6, mentre Connors ha la meglio su Bob Carmichael per 6-7 6-3 6-3. Cliff Richey sconfigge nell’ultimo quarto l’australiano John Alexander per 7-6 6-3.

La prima semifinale è una grande sorpresa: il detentore del titolo degli US Open capitola di fronte al giovane Jimmy Connors etichettato ancora come “UCLA sophomore”, ossia come studente del secondo anno dell’Università della California di Los Angeles. Jimbo riesce a recuperare un set e chiude con il punteggio di 3-6, 6-3 7-5. Nell’altra parte di tabellone Gonzales mette in riga un altro giovane: stavolta a capitolare è il 25enne Cliff Richey battuto per 7-5, 6-2.

Nel torneo femminile succede qualcosa mai vista prima: per protestare contro la disparità di trattamento tra donne e uomini soprattutto per quanto concerne la materia montepremi Billie Jean King e Rosie Casals decidono di ritirarsi contemporaneamente quando sono sul punteggio di 6-6 del primo set. In questo torneo in particolare il primo premio riservato alla vincitrice del singolare femminile era di $4,000 mentre quello maschile $10,000.

La finale maschile è un classico scontro tra l’allievo e il maestro: un Cimabue contro Giotto, un Maestro Muten contro Goku e così come era stato per il primo torneo internazionale delle arti marziali in Dragon Ball a trionfare è il maestro e questa volta si tratta di Pancho Gonzales. il match è molto combattuto: nel primo set è Jimbo ad andare avanti.i break arrivano nel 2°, 6° e 8° gioco. Nel secondo parziale la musica cambia e Gonzales si porta subito avanti 4-1 con break nel 3° gioco e il set si chiude con il punteggio di 6 giochi a 3. Nel’ultimo set è ancora Pancho ad andare avanti e a chiudere con un game magistrale dove pone il suo marchio di fabbrica: il servizio, chiude il game a zero e il match point con un ace. Pancho porta a casa la borsa di $10,000 come primo premio mentre Connors non incassa l’assegno per il secondo posto visto che era un dilettante ma in cambio gli viene assicurata la sua presenza al Torneo di Wimbledon e agli US Open per l’anno successivo.

Nell’intervista a fine match Pancho dirà che ha usato spesso dei lob per “stanare” Jimbo e non si aspettava che questa tattica fosse così efficace fin da subito, ma evidentemente si sbagliava.

Pancho vincerà altri tornei in carriera a Kingston in Jamaica, al Southern Californian Championships, storico torneo disputato sul cemento, a Des Moines nel 1972 torneo del circuito Riordan: i famosi tornei farlocchi di Connors che non sono assolutamente tali e l’ultima volta ancora in Jamaica. Ma questo di Los Angeles, torneo ufficiale del Grand Prix e uno dei più importanti dell’anno dietro solo alla Triple Crown dei tornei dello Slam: Roland Garros, Wimbledon e US Open rimane l’ultima sua perla.

Con i suoi 43 anni e 5 mesi al momento della finale Pancho Gonzales scrive un altro record nella storia del tennis, forse insuperabile, mai neanche lontanamente avvicinato.

Auguri alla nostra BB per i suoi (sin(x)2+ cos(x)2)*x anni senza dimenticarci di Rafigno 43 anni come Pancho a Los Angels.

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