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Rating: un modo oggettivo per classificare i tornei

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Con la nascita del ATP Tour nel 1990 e la suddivisione in categorie di tutti i tornei facenti parte del circuito si è dato una classificazione chiara e oggettiva sull’importanza di un determinato torneo non lasciando adito a delle congetture che potessero in qualche modo declassare o sopravvalutare un evento in maniera arbitraria. Ma all’interno di una stessa categoria è difficile definire delle gerarchie, si sente dire:”Ma Dubai è il migliore dei 500, no Pechino vale come un 1000 o Amburgo è il peggiore dei 500 e dovrebbe essere un 250″. Ovviamente queste sono frasi che lasciano il tempo che trovano perché se l’ATP ha deciso una certa categorizzazione è inutile speculare, ma noi vogliamo essere puntigliosi e ci chiediamo: supponiamo che nessun torneo del circuito sia classificato, quale sarebbe un buon metodo per definirne la sua importanza? Il metodo che andremo a illustrare definisce un parametro chiamato rating che si basa sul ranking dei partecipanti al torneo.

Consideriamo un torneo con tabellone a 32 giocatori “perfetto” in cui vi partecipano i giocatori che vanno dalla prima posizione alla 32esima. La somma sarebbe 1+2+3+4….+32=528. Per un tabellone a 64 perfetto avremmo: 1+2+3+4….+64=2080. Come si può osservare avremo 2 numeri: 528 e 2080 che non sono compatibili per definire l’importanza del torneo allora è necessaria una normalizzazione. Questa operazione viene eseguita con una divisione con il prodotto del “quoziente” che è determinato dal numero di partecipanti del torneo così nel primo caso abbiamo: 528/(32*32)= 0,515625 questo numero sarà il famoso rating di cui ci serviremo per valutare un torneo. Così per un tabellone a 64 il rating perfetto sarà: 2080/(64*64)= 0,5078125. L’algoritmo è molto semplicistico da usare ma non tiene conto di alcune anomalie che verrebbe a compromettere il nostro parametro come i qualificati, i lucky loser e soprattutto le wildcard che hanno un ranking molto alto non “compatibile” con quello degli altri partecipanti. Così per non sfalsare i numeri abbiamo fatto un taglio ai tabelloni secondo questo schema: primi 13 del ranking per tabelloni con 16 partecipanti e 20 per quelli con tabellone superiore a 32 partecipanti.

Una menzione speciale va fatta per il Masters o i tornei che hanno un numero esiguo di partecipanti: i primi per definizione hanno sempre un rating perfetto, tranne in alcuni casi in cui i top player non hanno preso parte alla manifestazione il ché fa declassare il rating del torneo che pur essendo molto alto non potrà ambire ad essere un top tournament.

Per renderci conto della validità del nostro algoritmo cerchiamo di applicarlo a dei tornei di cui sappiamo già a priori la loro classificazione così considereremo: l’Australian Open, Indian Wells, Monte Carlo, Rotterdam e Sydney del 2014.

L’Australian Open è un torneo del Grande Slam e nel 2014 vi hanno partecipato i giocatori con i seguenti ranking: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21 ecc. Ne calcoliamo il rating e avremo:

217/(20*20) = 0.5425

Il Masters di Indian Wells: 1 + 2 + 3 + 6 + 8 + 9 + 11 + 12 + 13 + 14 + 16 + 17 + 18 + 21 + 22 + 25 + 26 + 30 + 31 + 32

0.7925

Il Masters di Monte Carlo: 1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 10 + 12 + 13 + 14 + 18 + 20 + 22 + 24 + 25 + 27 + 33 + 35 + 36 + 38

0.87

Rotterdam: 4 + 6 + 7 + 9 + 10 + 12 + 15 + 19 + 20 + 23 + 24 + 27 + 28 + 30 + 31 + 32 + 33 + 35 + 36 + 37

1.095

Sydney: 5 + 21 + 25 + 32 + 35 + 36 + 37 + 38 + 39 + 40 + 41 +45 + 46 = 440

440 /(13 * 13) = 2.603550295

Calcoliamo tutti i rating per il 2014 e vediamo come classificare i tornei e fare una ipotetica hit parade.

Rating-2014_1

Notiamo chiaramente da questa tabella che gli Slam si stagliano su tutti gli altri tornei con a sorpresa l’Australian Open al primo posto e lo US Open all’ultimo, ma non c’è da scandalizzarsi il differenziale è minimo non tale ossia da giustificare un declassamento. Sotto troviamo i 9 Masters 1000 e come era prevebilie Monte Carlo, Masters non obbligatorio si trova in coda. Pechino guida il carro dei 500 e notiamo che tra questi tornei ci sono Halle e Queen’s che fino al 2014 erano dei falsi 250 e avevo tutte le caratteristiche per essere promossi e così è stato nel 2015. L’unica pecora nera del gruppo è Rio de Janiero un 500 con poco appeal, ma è giustificato dalla sua collocazione nel calendario e dalla superficie, la terra battuta, che allontana i non terraioli che formano la maggior parte del circuito. Il migliore 250 è Doha e non poteva essere altrimenti visto il suo montepremi altissimo per la sua categoria.

In conclusione possiamo dire che l’ATP in questo caso ha saputo fare bene i conti e la presenza di uno o due top player in un torneo forse ne aumentano il prestigio ma non lo fanno certo salire di categoria come molti possono pensare.

Provate a fare il calcolo con i tornei del 2015 o altri anni.

(Topspin1985 & NoMercy)