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Storia della Coppa Davis: Tanti miti da sfatare – La prima edizione

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I vincitori della prima Coppa Davis della storia

 

La Coppa Davis nasce nel 1900 e contrariamente a quanto si possa pensare questa assunse subito il nome che porta tutt’oggi. Molti credono si chiamasse solo “International Lawn Tennis Challenge” per poi assumere il nome di “Davis Cup” solo nel secondo dopoguerra con la morte del suo ideatore Dwight F. Davis. Invece fin dalla prima edizione si chiamò Davis International Challenge Cup.

Gli inglesi avevano inventato il gioco del tennis come lo conosciamo oggi, ma ben presto gli americani iniziarono ad organizzare il loro National Championship di tennis che si contrapponeva ai The Championships di Wimbledon. Essendo molto dispendiosi sia in termini di tempo e soprattutto di denaro i tennisti britannici non avevano mai avuto modo di confrontarsi con i cugini statunitensi e viceversa con qualche eccezione, come Richard Sears, che sarà 7 volte campione agli U.S. National che si era cimentato nella traversata atlantica per giocare a Londra con scarsi successi nel 1884. Così le 2 grandi nazioni che dominavano il tennis mondiale decisero di sfidarsi tra loro per decidere quale delle 2 fosse la più forte, ad approfittare dell’idea su Dwight F. Davis che nel prestigioso Longwood Cricket Club di Boston organizzò la prima Coppa Davis della storia, che rimane ancora oggi la più antica manifestazione a squadre nazionali che si disputa regolarmente. Ad essere scelti tra le fila americane furono tutti studenti di Harvard che negli anni precedenti avevano avuti grandi successi e alle loro caratteristiche strisce rosse dovettero unire quelle blu per portare in alto i colori statunitensi.

Il più forte della compagine americana era Malcolm Whitman, già 2 volte campione nazionale del 1898 e 1899 e lo sarà anche nel 1900. Oltre al titolo nazionale aveva vinto il Massachusetts Championships ed era detentore dei titoli “sectional” del Middle States Championships e del Canadian Championships, titolo vinto senza perdere neanche un set. Ma probabilmente il suo maggiore successo era stato quello del Longwood Bowl di Boston, conosciuto anche come Eastern Championships dove in finale aveva battuto proprio Dwight Davis per 6-1 6-4 7-5. Già nel 1897 i britannici si erano presentato negli States molto agguerriti e Whitman aveva dato una severa lezione a Harold Mahony, vincitore a Wimbledon nel 1896, ma era capitolato contro un altro britannico, Harold Nisbet arrivato nella finale del torneo degli sfidanti insieme al connazionale Wilberforce Eaves. Eaves prevalse, ma nel challenge round Robert Wrenn mise le cose in chiaro e il titolo rimase negli USA.

A sfidare gli statunitensi sono: Ernest Black, giocatore dello Yorkshire con modesti risultati, Arthur Gore che vincerà a Wimbledon nel 1901, 1908 e 1909 che rimane tutt’oggi il più anziano vincitore di Wimbledon con i suoi 40 anni, 6 mesi e 1 giorno ai tempi della vittoria. Nel doppio venne schierato Herbert Roper Barrett i cui risultati in questa specialità si sarebbero palesati solo dopo questa storica sfida.

Gli americani avevano preparato alla perfezione la sfida non lasciando nulla al caso, anche il doppio non era stato improvvisato e la coppia Davis-Ward era perfetta per quell’occasione: da una parte un giocatore dal dritto potente come Davis che colpiva la palla con enorme velocità, dall’altra Ward specialista del doppio e veterano del gruppo che proprio insieme a Davis aveva anche vinto il titolo nazionale che era solito usare il famoso “twist service” che gli permetteva subito di arrivare a rete e chiudere con una semplice voleè lo scambio.

Primo giorno

Dwight F. Davis b. Ernest Black 4-6 6-2 6-4 6-4

Malcolm Whitman b. Arthur Gore 6-1 6-3 6-2

Il primo giorno di competizione è l’8 agosto. Gli americani si portano subito avanti 2 a 0. Il Longwood è una pozzanghera, la pioggia aveva imbevuto il campo in erba non garantendo così un ottimo appoggio. Dwight F. Davis mostra tutto il suo repertorio di potenza e mette spesso la palla sugli angoli dove Ernest Black non può arrivare. Il britannico gioca spesso in difesa attendendo il passante del suo avversario e i suoi lob. Ma la superiorità di Davis è netta e Black non può far altro che ammirare il talento del suo avversario.

Nel secondo match di giornata Arthur Gore mostra un gioco simile a quello del suo compagno di squadra, quindi molto difensivo, ma la sua forza è nettamente superiore e rara da vedere nei campi da tennis. Colpisce la palla quando si trova al culmine della sua parabola ascendente dandole così maggiore potenza. Nonostante tutto Whitman si dimostra superiore non forzando il suo gioco, colpendo molto spesso gli angoli e venendo a rete solo quando necessario. Quando Gore si presentava a rete veniva spesso passato con dei lob da Malcolm.

Secondo giorno

Dwight F. Davis / Holcombe Ward b. Ernest Black / Herbert Roper-Barrett 6-4 6-4 6-4

Già nel secondo giorno gli americani chiudono la tenzone con i britannici e con un severo 6-4 6-4 6-4 la Davis International Challenge Bowl rimane negli USA per un altro anno. Secondo il New York Times la partita è una delle più belle e coraggiose (‘pluck’) che si siano giocate sul suolo statunitense e gli inglesi hanno dovuto soccombere ad uno stile di gioco che era proprio nelle loro corde.

La partita è stata caratterizzata da continui lob e smash conditi anche da molte volèe a rete. Durante il match è salvata agli occhi un particolare non indifferente che renderà ondivago il parere delle appassionati per tanti anni a seguire. I britannici alla fine di ogni set sono rimasti in campo ad aspettare la ripresa nel gioco, mentre gli americani sono rientrati al coperto per un veloce massaggio. Sono nate così delle polemiche su questo episodio che inevitabilmente ha fatto slittare la ripresa del gioco e dilatato i tempi.

Il primo parziale si conclude con un solo break a favore di Davis e Ward. Meno combattuti sono gli altri parziali anche si concludono con il medesimo punteggio.

Terzo giorno

Dwight F. Davis vs Arthur Gore 9-7 9-9 (non terminata)

Malcolm Whitman vs Ernest Black (non giocata)

Consegnato ormai il titolo agli Stati Uniti, la protagonista della terza e ultima giornata è la pioggia. Nonostante tutto gli spettatori ad assistere agli incontri sono più numerosi dei giorni passati. Tutti sono ansiosi di vedere giocare Davis contro Gore i top player delle formazioni nonostante il risultato acquisito, questo aspetto sarà molto importante e anche i cosiddetti “not live rubbers” della Coppa Davis saranno fondamentali per determinare ranking e teste di serie. La pioggia si fa battente sul 9-9 del secondo set e la partita non si può riprendere e neanche rinviare all’indomani perché i 2 contendenti sono iscritti ad una esibizione che dovrà essere giocata a Southampton il sabato successivo (11 agosto 1990). Dopo un’ora la pioggia smette di cadere i giocatori sono di nuovo in campo ma non c’è nulla da fare, la partita è sospesa definitivamente. Con questo successo Whitman si erge a leader del tennis mondiale secondo solo a Lawrence Doherty, grande assente dello scontro che non mancherà di far valere il suo grande talento nella super-sfida nel 1902.  (Salvatore, non spoilerare)