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Tennis in versi

Roger-Federer- Stefan Edberg

Continua la rubrica a cura di voi utenti che avete voluto dedicare un poco del vostro prezioso tempo per scrivere un racconto, un articolo, una raccolta di emozioni che il tennis ha lasciato nella vostra mente. Dopo i numeri, le statistiche, le cronache, la storia, la tecnica, cosa poteva mancare? Solo la poesia, ebbene abbiamo anche questo grazie al nostro Lollo.

Ave, tiemmellari d’ogni specie

Chimici, fisici, medici o musici

Insegnanti, poeti, ingegneri

Scrittori, bidet, filosofi, amici

Politici, attori, e chissà quant’altro.

Qual il punto? Scordato me ne fui.

O, si’! Narrar l’emozioni dell’anno

Appen trascorso dovrei. Lo farò.

Debbo però prima ringraziar tutti

Voi, che magar leggerete questo scritto.

Tra gioie e dolori la più traumatica

Fu la prima, l’umiliazion patita

Da Rugger nostro in terra di canguri

A cur della Seppia amica di Sandro.

Sarò sincer: non vidi la batosta

Come molti dei successivi incontri

Non vidi. Però ciò non sminuisce

Certo l’angoscia e tristezza provate.

Mai pensai che avrei veduto pur questo

Rugger nostro sconfitto da una seppia!

Alquanto felice fui invece della

Notoria impresa del glorioso Stan

Che in Gallia massacrò lo Capitano

Teurgico Redentor, nonché belva

Serba, vincitor di mille battaglie

Quest’anno, ma sconfitto nella

Unica che vincer voluto avrebbe.

Lodate e ringraziate Stanimale

(Tanto car ad una nostra compare)

O popol che affollate questo sito!

Ma lo slavo a riprendersi non molto

Impiegò, ahimè. Infatti sui prati sacri

Ben presto batte’ Rugger nostro Re

Che, benché qualche opportuna vittoria

Cadde spesso nei momenti salienti.

Con l’ossa rotte di nuovo uscì a Nuova

York, e poi ancor a Londra quest’inverno.

Laudate, in ogni caso, il vecchio Re

Che, a causa d’anziana età, nulla puote

Coi giovin robot, e già troppo fece!

Un miracol avvenne ai sacri prati

Sempre amati dall’autor sottoscritto.

Nel verde loco un prode giamaicano

Dal nom Dustino, eliminò il tiranno

Ed oppressor ispanico, Rafinho

Come un nemico noto e concorrente.

Con orgoglio e coraggio il prode Dustin

Rinverdì i tempi remoti d’attacco

E ancor attacco. Senza alcun premura

Scacciò da Londra l’infam e despotico

Nemico, avversario di mille imprese

E disfatte infime, sopr’ogni cosa.

Costui, dai nove sigilli a Parigi

E quattordici total, pari al greco

Eroe dei gloriosi tempi andati

Alle soglie ormai di sì veneranda

Etate, realmente è decaduto?

Della risposta non son a conoscenza

Attender bisognerà l’ann venturo

Dopo queste bagatelle invernali.

Narrar vi vorrei or ora di donne

D’italiche fattezze,che stupende

Espugnaron Nuova York di sì delirante

Tirannica, mascolina, Serena.

Magnifica impresa di Robertina

Gloriosa vincitrice di regina

Cedente poi il passo in final a Flavia

Ritiratasi piangente di lì

A poco. Meraviglioso successo

Per l’Italia, epica e stupenda patria!

Vi canto, al fin fine, di me medesimo

Infim pongista e pessimo poeta

Il qual ben dieci volte l’inutile

E venerando e scarso nemico

Vecchia statua dai cento e oltre titoli

Disintegrò, l’ultima volta iersera.

Ringraziando di nuovo voi lettori

E amici, tennisti ed appassionati

Mi congedo con la frase più celebre:

Evviva sempre il monoman rovescio!