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The GOAT Theory: 1928-1930, il primo World Pro Tour

1928


Il 1928 è un anno che oggi definiremo “di transizione”. Non ci sono grandi rivoluzioni e soprattutto non c’è l’innesto di un grande tennista proveniente dal circuito dei dilettanti. Però una rivoluzione, seppur piccola, c’è. Per la prima volta viene disputato un World Pro Tour. I protagonisti di questo Tour professionistico sono i 2 migliori professionisti: Vincent Richards e Karen Kozeluh. Proveniente da 2 ambienti molto differenti, praticamente agli antipodi, si sfidano per definire chi è “il più forte del mondo”. Questo tour, come dice la parola stessa, fa il giro del mondo e per la prima volta si gioca in 2 continenti. Si comincia a Praga il 25 agosto, un po’ tardi rispetto alle date convenzionali che si collocavano e si collocheranno con l’inizio dell’anno solare, e per questo motivo questo tour non ha un peso specifico così importante come quelli che verranno. Gli H2H si giocano tutti al meglio dei 5 set. La maggior parte degli incontri sono negli USA e non mancano ogni tanto gli innesti di Harvey Snodgrass e Hovard Kinsey, i teacher protagonisti del primo tour di Pyle. A vincere questo Pro Tour è il ceco Kozeluh, anche piuttosto nettamente. 15-5 è score complessivo che consegna lo scettro a Karel, anche se nessuno l’ha mai considerato “Campione del mondo”.

A gennaio continua la tradizione della Bristol Cup, giocata quest’anno a Beaulieu. La finale è tra Kozeluh, e un altro membro della preistoria del professionismo, Roman Najuch, di cui sentiremo parlare più avanti. Vinnie Richards va a prendersi una vittoria facile a Palm Beach vincendo il Florida Pro. Questo evento è un torneino, ma è uno dei precursori di quello che sarà lo US Pro Tour del Nordamerica. Si giocano altri 2 tornei sulla falsa riga della Bristol Cup. Il Deauville Pro e La Baule Pro. Non ci sono gli americani, ma c’è il francese Martin Plaa. Un altro professionista da tenere d’occhio. Ancora una volta il miglior evento dell’anno è il World Pro che si gioca sul clay del Queen’s come l’anno precedente. Mancano tanti top player, ma il tabellone a 45 lo rende un grande evento. Però se il World Pro di Londra è un grande torneo almeno solo per il nome, i migliori si ritrovano a giocare al West Side Tennis Club di Forest Hills. È la stessa sede degli US National Championships. È un fatto storico. Finalmente i pro possono giocare nelle stesse sedi dei tornei amatoriali. Gli americani sono stati sempre avanti, e questa è una ennesima riprova. Ci sono sia Richards che Kozeluh, assenti al World Pro. Vince Vinnie, che è sempre stato uno specialista dell’erba. A chiudere il quadro per questa stagione è il classico British Pro. Un evento di infima importanza, però è importante a modo suo perché è l’unico torneo pro organizzato dalla stessa Federazione che gestisce i tornei amatoriali.

Da questo gruppo così eterogeneo però non viene fuori la partita più importante dell’anno. La sfida più sentita e storica della stagione si gioca il 24 luglio. Siamo nel nuovo di zecca Stade Roland Garros. la sfida è tra Henri Cochet e Vinnie Richards, su terra battuta. Dopo aver perso il primo set Henri prende il largo e si impone 5-7 6-2 6-0. Il risultato né aggiunge né toglie niente alla carriera di entrambi, ma è una cartina tornasole dello stato attuale della diatriba tra dilettanti e professionisti. È evidente che ancora i migliori dilettanti sono più forti dei migliori professionisti. Lo switch non sarebbe tardato ad arrivare, ma ancora il vessillo dei migliori è brandito dagli amateur.

1929

Il 1929 è un anno di stasi. Ad oggi sarebbe un bene, perché ci permetterebbe di mettere insieme le carte più rapidamente e con maggiore precisione, ma in un circuito in fieri, in cui è ancora un bozzolo e la pupa è lontana da manifestarsi, stare fermi è un male. Però tutto va avanti, anche se a piccolissimi passi.

Kozeluh vince ancora la Bristol Cup che si gioca al Beaulieu Tennis Club, nella Costa Azzurra. È un trofeo conto visto che non c’è il suo “rivale” Richards.

Continua la diatriba tra i più forti dilettanti e i migliori professionisti, ma ancora non ci sono punti di incontro. Una ci sarebbe, ma è cassato a priori. Kozeluh vuole sfidare Henri Cochet sulla distanza dei 3 match sulla terra battuta. La Federazione Francese non “sanziona” (to sanction in inglese) l’evento per questo non può avere luogo.

Il circuito pro americano va avanti sulla falsa riga del 1928. Si gioca ancora una volta il Southern Pro a Palm Beach e non vince Richards. A sorpresa si presenta Brian Norton. Tennista sudafricano che aveva giocato perdendolo il Challenge Round di Wimbledon del 1921 contro Tilden. Norton non era un professionista e non lo sarà mai. Lo è solo per questo evento per poi ritornare dilettante. È una carriera perfetta quella di Brian, alla Frank Hadow per intenderci. 1 torneo – 1 vittoria e poi ritiro. Conta poco a livello personale, vale tanto a livello concettuale. Un dilettante allo sbaraglio (e non c’entra la Corrida) va a vincere un torneo pro contro uno dei migliori se non il migliore.

Della stessa risma è il Southern California Pro in cui trionfa Snodgrass vincitore su Kinsey (i 2 teacher del primo pro tour di Pyle).

L’evento dell’anno è lo US Pro di Forest Hills. Non ci sono World Pro o special event del genere, per cui il torneo newyorkese si erge su tutti gli altri. Ci sono 43 partecipanti, tutti semi-professionisti, tranne qualche eccezione. In finale arrivano i 2 pro più forti: Kozeluh e Richards. I giornali parlano di “classic” per questa partita in 5 set che vede prevalere il ceco. È una vittoria fondamentale che gli dà la leadership tra i pro.

Dopo lo US Pro Kozeluh e Richards giocano delle esibizioni secche, senza pro tour. Si girano diverse città degli USA e il bilancio complessivo è di 5 a 2 per Karen (conta poco, visto che non è un tour sanctioned).

Il World Pro del Queen’s salta e di fatto la stagione pro si chiude così, senza botti.

Bowers compila il ranking misto e ancora una volta è un dilettante al primo posto: Henri Cochet.

La partita più importante dell’anno però non si gioca su un campo rettangolare. Si gioca negli uffici dei dirigenti del tennis mondiale. La USTLA sempre pioniera nella storia del tennis propone la riforma Open. Non è la prima volta che succede, ma questa sembra la volta buona. La Federazione americana è forte di un appoggio interno di 36 tennisti dilettanti sui primi 42 del ranking nazionale amateur. C’è anche l’appoggio forte della Federazione Britannica. Questo significa che le 2 potenze più forti del panorama mondiale sono d’accordo. La USTLA ha già tutto pronto è lo US Open si dovrà giocare al German Cricket Club di Philadelphia, teatro della storica sconfitta degli USA contro la Francia. C’è anche la data: settembre 1930. Però ora ci vuole l’avallo della ILTF che ha sempre l’ultima parola sull’argomento, quella più importante. La Federazione Internazionale boccia la proposta. È il 31 marzo 1930. I belgi guidano l’opposizione coadiuvati da altre 20 Nazioni. Canada, Australia e Nuova Zelanda si astengono. La riforma viene bocciata. Tutto rimane com’è. I professionisti continuano nella loro strada rosicchiando sempre più quote ad un dilettantismo che perde già dei pezzi importanti come le Olimpiadi. Essendo i Giochi Olimpici un evento con un’anima strettamente amateur bandisce il tennis che aveva abbracciato seppur silentemente il professionismo. Altra sberla per il tennis Open e altri problemi di calcoli e ordinamento. Peccato.

1930

Anche il 1930 è un anno fiacco per il professionismo. A fare la voce grossa è Tilden, ma è ancora un dilettante. La sua campagna trionfale in Europa è seconda solo a quella di un Napoleone qualsiasi. Così come il generale corso però, Big Bill si ferma sul più bello, e dopo aver racimolato una miriadi di tornei su terra battuta, compresi i neonati Internazionali d’Italia di Milano, con tanto di lezione dall’omofobo De Morpurgo, il ciclone di Philadelphia si infrange nella finale del Roland Garros contro Henri Cochet, che sarà la bestia nera di Bill. Quello raccontato fino a ora è targato tutto amateur, per cui la domanda è legittima: perché dilungarsi tanto? Per diversi motivi. Una dei quasi è “segreto”. Nella tournée sul clay europeo Tilden gioca una partita segreta contro Karen Kozeluh al Beaulieu, dove si gioca la Bristol Cup. L’incontro vede la vittoria dell’americano. Ancora una volta i dilettanti battono i professionisti.

A parte questa parentesi si continua sulla stessa linea tracciata nel 1929. Kozeluh si porta a casa la 4a Bristol Cup consecutiva, ma gioca da solo, Vinnie Richards si riprende il “suo” Southern Pro approfittando dell’assenza dei migliori e del defending champion Brian Norton.

A Parigi si gioca un incontro speciale tra Kozeluh e Najuch che viene etichettato troppo frettolosamente “World Championship”. Vince il ceco, ma vale poco. Il torneo più importante è lo US Pro che allarga sempre di più il suo orizzonte. Forte dei campioni del 1929 vede tra le sue fila il campione pro britannico Dan Maskell e lo stesso Roman Najuch che si degna di attraversare l’Atlantico. Ci sono 50 giocatori, ma la finale è sempre una questione a 2 tra Richards e Kozeluh. Vince l’americano in 4 set e non è un classico come l’anno precedente. I 2 finalisti degli US Pro si esibiscono in alcune partite in giro per gli USA, ma senza un vero e proprio tour alle spalle. Lo score finale recita un 4-2 per Kozeluh (compresa la finale di New York).

Il quadro per il 1930 sarebbe finito. Però nuovi dati ci permettono di avere un quadro un po’ più allargato della stagione. Ci sono 2 tornei da mettere nel paniere. Sono dei grandi eventi, o lo saranno, ma ancora non lo sanno. Sulla terra battuta di Berlino si gioca il German Pro con un round robin a 4 tra: Plaa, Nusslein, Richter e Bartlet. Vince Plaa. Si gioca anche un torneino a Parigi sul clay del Roland Garros. Ha un formato strano. Dopo una prima fase a eliminazione diretta si gioca un round robin a 4 (sono 16 i partecipanti). C’è Najuch, ci son Nusslein e Kozeluh, Plaa e Burke. Insomma, un ottimo torneo che non a caso da lì a poco avrebbe formato il Pro Slam. Il torneo si chiama French Pro e lo vince Kozeluh.

Viene pubblicato il ranking misto e ancora i dilettanti stanno davanti. Cochet e Tilden sono su un gradino superiore rispetto a Richards e Kozeluh. Vinnie a 27 anni dice che vuole ritirarsi, ma una grande notizia sconvolge il circuito professionista. Il migliore della storia fino a quel momento, Bill Tilden, ha deciso di passare professionista. Vinnie ci ripensa e giocherà fino al 1952. A Big Bill si unisce anche Frank Hunter e da qui in poi sarà tutta l’altra musica.