GOATUltimi articoli

The GOAT Theory: Continuità Era Open, 1968-1969

Questo articolo chiude il grande capitolo della GOAT Theory che ha promosso, analizzato e implementato l’algoritmo ranking oriented per quanto riguarda l’era Open. Il ciclo si chiude con il 1969 e il 1968. Arrivati a questo punto bisogna adottare le stesse tecniche già usate per il 1970 estendendole fino al 1968 con le dovute precisazioni.

Se il 1970 appariva complicato, il 1969 lo è ancora di più. L’assenza del Grand Prix ha il suo peso nell’ordine delle cose, e il WCT di fatto non c’è, visto che non ha un suo circuito, ma solo tennisti affiliati ad esso. Risultato: i tornei sono divisi in tantissime categorie, e l’appena nata Era Open è “aperta” solo in qualche torneo isolato. Ci sono complicazioni a livello di montepremi, a livello di partecipazione e di draw. Ci sono tanti eventi importanti che hanno però un tabellone striminzito, come qualche pro con un tabellone a 4, decisamente lontano da superare il taglio. Ma vediamo il dettaglio:

La Triple Crown non si tocca. Il limite naturale per il gruppo C è $35.000, limite superiore, il limite inferiore $25.000 (ci sono 3 eventi con questo prize money). Dal gruppo si ergono i grandi eventi di: Las Vegas e Wembley (entrambi Open) con un montepremi rispettivamente di: $40.000 e $36.000 che vanno a popolare la categoria B. Solito distinguo per separare le categorie D ed E: il tabellone a 64 o a 32. Il limite superiore deriva dalla categoria C, quello inferiore è posto a $10.000 (si noti il grande salto tra i $12.000 di Gstaad e i $9.5000 di Melbourne). Chiude la categoria F con tutti gli altri eventi countable. Qui non c’è limite inferiore perché i tornei che avevano un certo prize money erano pochi e sarebbe bastata anche una cifra minima per entrare nel lotto dei tornei conteggiabili. È facile notare però che ci sono tanti eventi evidenziati in giallo. Sono tornei appartenenti alla categoria Pro, tornei della National Tennis League e i WCT riservati solo ai professionisti. Normalmente dovrebbero essere inclusi, però sono da escludere per il loro draw troppo piccolo, inferiore a 16. Questa è una soluzione naturale per gli anni successivi ma nel 1969 si crea il paradosso Madison Square Garden Pro, un grandissimo torneo da $25.000 che però presenta un draw a 8 seppur questo sia un round robin. La procedura ci suggerisce di lasciarlo a 0, violando però l’assioma 7, quindi in qualche modo bisogna includerlo, così come altri eventi, ma questo sarà oggetto di un altro articolo. Qui nasce anche un altro problema, quello dei tornei amatoriali. Pur non avendo nessun montepremi hanno un grande field. È il caso dei tornei di Boston (lo US Championships Amatoriale) e lo US Indoors di Salisbury. Sono dei eventi da includere, però la loro collocazione rimane incerta. Per il momento meglio lasciarli fuori.

Alla luce di quanto riportato la categorizzazione per il 1969 dovrà seguire questo schema:

In definita per il 1969 il prospetto è il seguente:

1968

Il 1968 è l’anno più complicato della storia del tennis. Tutti sanno che è l’anno della nascita dell’era Open, ossia dell’apertura ai professionisti dei tornei che fino a quel momento erano stati riservati solo ai dilettanti, inclusi soprattutto i tornei del Grande Slam. La rivoluzione che iniziò a Bournemouth porterà all’esplosione del professionismo e alla sistemazione attuale del circuito, ma proprio quell’anno non è solo Open, anzi, non lo è per niente, ma solo per pochi, pochissimi eventi.

Gli eventi Open propriamente detti sono 12, secondo la tradizione, e sono: Bournemouth, Roland Garros, Beckenham, Queen’s, Wimbledon, Dublin, Gstaad, Hilversum, Hamburg, US Open, Los Angeles, Buenos Aires. Questi tornei nel 1968 rispettano i nuovi dettami dell’ILTF includendo anche i professionisti oltre ai dilettanti. Però non era così “aperti” come si possa pensare. Alcuni erano interdetti ai giocatori che facevano parte della National Tennis League, altri a quelli della World Championship Tennis. Questi 2 “associazioni” parallele avevano organizzato ciascuno un proprio circuito. La WCT nel 1968 fece disputare tanti eventi in giro per il mondo con un punteggio strano, il VASS, Van Alen Score System, una sorta di ping-pong con i famosi Handsome Eight. Nella NTL c’erano i migliori del momento: Laver, Rosewall, Gonzales. Sotto l’ala protettiva di George MacCall si disputavano piccoli tornei con 4, 6 o 8 partecipanti in giro per il mondo. E siamo già a 3 pattern. Non mancavano i tornei riservati ai soli professionisti non appartenenti a nessun circuito particolare come i prestigiosi Major Pro dell’era pre-Open che ancora avevano il loro peso. Però se proprio vogliamo essere precisi c’erano altri tornei da considerare Open. Il circuito britannico indoor di fine anno organizzava eventi che davano un certo montepremi e ad essi erano ammessi anche i dilettanti. Come non considerare Open questi eventi? Vanno senz’altro inclusi. Da questa brevissima sintesi rimangono fuori i numerosi tornei amatoriali che, non avendo un montepremi, sono difficili da classificare, nonostante fossero presenziati dai migliori tennisti dilettanti. Per tutte le categorie è relativamente facile trovare una collocazione, per i tornei amatoriali è molto complicato. Che non vadano esclusi è assodato, ma quale criterio di inclusione usare? Alcuni entrano nel lotto dei countable perché sono palesemente dei grandi eventi, come l’Australian Championships, non ancora Open, ma con un field ottimo. Anche Roma con il suo tabellone a 104 giocatori, così come lo US National Amateur e Berkeley. Per il momento usiamo un criterio semplicissimo: i tornei che nel 1969 sarebbero diventati Open sono da conteggiare per il 1968 (per il momento, eh).

Ma vediamo il dettaglio:

Sempre Triple Crown a dominare anche se ci sono eventi che hanno un montepremi più alto (Però il 3 su 5 li pone su un piano superiore agli altri). La soglia per la categoria B è posta a $30.000. Il gruppo dei C va da $20.000 a $30.000. Ancora classica divisione tra D e E con soglie poste a $7.500 e $20.000 e come distinguo la profondità del tabellone (64 o 32). Tutto quello che è sotto i $7.500 va nella categoria F. Si ripete lo stesso problema per i tornei pro con tabellone molto piccolo la cui soluzione è già stata esplicata nel paragrafo dedicato al 1969.

Alla luce di quanto riportato la categorizzazione per il 1968 dovrà seguire questo schema:

Ora però viene la parte difficile, non tanto per rintracciare i tornei quanto per la soggettività della scelta che è stata fatta. Può darsi che in futuro ce ne sia una migliore. Stiamo parlando dei tornei amateur papabili. Nel 1969 tantissimi tornei diventano Open, però non significa che siano stati disputati anche nel 1968. Alcuni sono da scartare perché semplicemente inesistenti.

Alla luce di quanto detto i tornei che entrano nel lotto sono:

In definita per il 1968 il prospetto è il seguente: