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The GOAT Theory: Continuità Era Open, Il 1972

Essendo stato introdotto solo nel 1973, il ranking ATP, lascia una lacuna non indifferente nei primi anni della cosiddetta Era Open. Tutti sanno che è partita nel 1968, quindi ci sono 5 stagioni di buco in cui l’algoritmo ranking oriented trova delle evidenti difficoltà ad essere applicato semplicemente perché non c’è ranking ATP.

Prima di procedere con la soluzione a questo inconveniente bisogna fare una doverosa promessa. È vero che nel 1968 i maggiori tornei sono diventati “Open”, ossia aperti sia ai professionisti che ai dilettanti, ma il panorama di quell’anno appare molto ingarbugliato perché solo alcuni tornei seguirono il nuovo “pattern”, solo 12. Gli altri tornei rimasero o esclusivamente riservati ai professionisti o ai dilettanti. Questo crea un altro problema di non facile soluzione per l’algoritmo ranking oriented. Se le briciole lasciate dai prize money e dei punti ATP ci hanno indicato la strada per trovare la soluzione, la loro assenza, soprattutto di un montepremi, rende difficile la collocazione di alcuni tornei amatoriali che non avevano nulla da invidiare a quelli cosiddetti Open. Magari stavano su un piano inferiore, però erano degni di far parte del novero di quegli eventi che oggi chiameremmo “countable”. Come procedere? Beh, qui è un guaio. Anche per il semplice motivo che qualsiasi classificazione, seppur supportata da una forte base matematica e statistica, era assente all’epoca e di conseguenza dovrebbe essere imposta a posteriori. Però non si può fare altrimenti. Questo particolare però ci esorta ad essere maniacalmente precisi e a scartare tante ipotesi che potrebbero sfasare i numeri di quest’epoca così tanto frastagliata.

Forse qualcuno l’ha intuito, per chi non l’avesse capito subito sarà adottato quanto spiegato in questo articolo. La continuità prolungabile è una strada irrinunciabile. Come ci suggerisce l’articolo però bisogna andare passo-passo e prolungare year-by-year senza adottare salti che sarebbero deleteri e produrrebbero delle grandi inconsistenze.

Per stabilire uno schema plausibile per il 1972 è opportuno studiare a fondo il 1973. Però per avere una maggiore precisione si potrebbe prolungare lo studio fino al 1978 (andando a ritroso). In questo modo si può isolare un trend che suggerisca quale schema tabellare adottare. Più in là del 1978 non si può andare perché il sistema a stelle del 1979 è completamente diverso da quello degli anni precedenti ed introduce tante categorie fittizie (come tante volte spiegato) che c’entrano poco con le categorie ben definite dello stint 1973-1978.

Vediamo il dettaglio nella tabella.

I dati riportati dovrebbero già essere assodati, però non sono mai stati presentati in questa forma. Si nota subito che il 1973-1975 presenta una categoria in meno rispetto al periodo 1976-1978. Questo particolare complica la formulazione dell’inferenza, però se il trend “ha voluto” togliere una categoria è opportuno seguire questa via. Il numero indicato nelle celle è il limite minimo di prize money per appartenere a quella categoria. Una soglia. Questa soglia va sempre calando, deduzione scontata, visto che più si va indietro e minori sono le cifre dei prize money. L’inferenza deve tenere conto di questo altro particolare nel trend generale. Però nel 1973 viene fatta una distinzione mai presente negli altri anni. Oltre al prize money conta anche il tabellone. Il (64) e il (32) indicano la dimensione del tabellone, parametro che si aggiunge al montepremi per l’appartenenza ad una specifica categoria. Aggiungiamo all’inferenza.

Sembra che stiamo andando avanti, però siamo sempre fermi. Per dare un’accelerata bisogna in qualche modo capire perché l’ATP si è mossa in un certo modo. Capire il motivo di certe scelte è difficile, se non impossibile, però dati i risultati finali si può in qualche modo intuire le motivazioni di alcune scelte. La logica seguita sembrerebbe questa:

  1. Triple Crown sopra tutti e intoccabile
  2. Gruppettino d’elitè con i migliori tornei con altissimo montepremi in alcuni casi superiore anche agli Slam (come per Las Vegas 1973)
  3. Gruppo folto con tornei dal montepremi “mediano” (Gruppo C)
  4. Gruppettino con tornei con montepremi basso, ma un po’ più alto di tanti tornei
  5. Mega gruppo con tutti i tornei che superano la soglia
  6. Chiusura con i tornei aventi gli standard minimi per entrare nel lotto

La distribuzione è riportata in questa tabella.

Il 1972

La tabella dei tornei eleggibili per il 1972 è quella presente nel sito ATP che riporta una lista eterogenea di eventi, talmente eterogenea che, a parte ovvi motivi di inclusione, si fa fatica a trovare una regola. Però questo è un altro grande capitolo della storia del tennis che non staremo qui ad approfondire.

La Triple Crown non si tocca, a prescindere dal montepremi. Il gruppo più folto, quello che andrebbe a formare il gruppo C, sembra quello dei tornei da $50.000, a prescindere dal draw size. Da questo gruppo si staccano 4 eventi con montepremi superiore a $50.000 che sono: Stockholm, Rome, Los Angeles e Toronto. Da qui in poi bisogna applicare lo spartiacque tra tornei medi con tabellone a 32 e tornei omologhi con tabellone a 64. È molto difficile trovare un montepremi che fissi un’asticella da superare. È opportuno concentrarsi solo un draws size. A 64 (o superiori) ci sono: Johannesburg, Albany, New York, Nice e Cincinnati. C’è anche Kitzbuehel però ha un montepremi molto basso, $20.000. La soglia “automatica” in questo caso diventa $25.000 per il gruppo E con draw size a 32 e gli altri con draw size a 64 collocati nel gruppo D. Rimane il gruppo F. Un gruppo particolare che segna chi, banalmente, deve stare dentro e chi fuori. La soglia naturale sembra quella dei $7000. Troppo bassa quella degli altri eventi che presentano in media un prize money di $2000, quindi rimangono fuori.

Alla luce di quanto riportato la categorizzazione per il 1972 dovrà seguire questo schema:

In definita per il 1972 il prospetto è il seguente: