Australian OpenGrande Slam

TML Classic: R16 Australian Open 2013, Djokovic-Wawrinka. Analisi statistica

Ormai appuntamento fisso per gli Slam ricomincia con un nuova ciclo la serie di articoli che analizzano in maniera molto approfondita la sfida descritta nell’articolo precedente. Cominciano ad essere un bel po’ di partite. Ricordiamo sempre che questo tipo di “articoli” non sono usa e getta. Possono e devono essere conservati per i momenti in cui si richiede di ricordare questi match. Non potendo ricordare tutti i punti e tutte le stats è molto utile rispolverarli per avere un’idea precisa di quello che è successo, perché non tutto si può ricordare, anzi.

Punteggio

Si parte sempre dal punteggio che dice tanto, quasi tutto della partita, ma il quasi è più importante del tutto. 1-6 7-5 6-4 6-7(5) 12-10. Schema 2-1-1-2-1. Il 6-1 iniziale fa capire come Wawrinka abbia dominato il 1° parziale per poi andare vicino al 2-0 con quel 7-5 per Djokovic che vince relativamente facile il 4°. 12-10 significa lotta all’ultimo sangue e un sostanziale pareggio che, ahimé, nel tennis non può esistere.

Analizziamo il numero delle palle break salvate/sprecate (ricordando sempre che sono dati complementari). Djokovic ne salva 11 su 18 mentre Stan 8 su 15. 11/18 > 8/15 per cui il serbo è andato meglio in questa statistica. Il dato si diluisce in tutti i parziali in cui magari Wawrinka cede 1 volta in più il suo servizio rispetto all’avversario e per questo perde il set. Un classico che come sempre decide i long set.

Servizio

I dati al servizio premiano sempre Djokovic. Davanti in tutte le statistiche: prime in campo, percentuale di prime vinte e percentuale di seconde vinte. Le differenze sono piccole, ma essendo tutte da una parte legittimano la vittoria serba anche se il punteggio del 5° mette entrambi i giocatori nello stesso piano.

Prima & seconda di servizio

Il dato set-by-set testimonia il dominio assoluto di Stan nel primo parziale. Poi la partita gira ed è Nole ad avere dalla sua parte i numeri al servizio nel 2° set. Ottimo ancora Djokovic nel 3° dove pecca solo nel rendimento con le seconde, ma queste sono state poche, o almeno non tante da far girare il parziale. Stesso pattern nel 4° set in cui c’è un sostanziale equilibrio però questa volta il migliore rendimento con la seconda premia Wawrinka. Il 5° set è fotocopia delle statistiche generali al servizio che premiano il vincitore.

Return Points Winner

La RPW (Return Points Winner) sorride a Djokovic che vince complessivamente la guerra in risposta con un 37.9% contro 34.5%. Dato essenziale in una partita che sembrava segnata ma che poi è stata raddrizzata nel finale e stava per andare allo sconfitto. Ancora una volta si dimostra come vincere nella RPW determina spesso la vittoria finale.

Doppi falli

Qui continuiamo a ribadire il concetto che non conta il numero di doppi falli, ma quando sono arrivati. Per completezza diciamo che McEnroe ne ha commesso 7, Borg ,9 ma andiamo nel dettaglio.

  • Djokovic
  1.  Djokovic commette il 1° doppio fallo nel 1° set 1-1 0-0. V = 1.8
  2. 1° set 1-3 30-15. V = 0.8
  3. 2° set 6-5 30-15. V = 1.1
  4. 3° set 2-3 15-0. V = 1.9
  5. 5° set 8-8 40-0. V = 1
  • Wawrinka
  1. 5° set 4-3 D1. V = 11.6
  2. 5° set 11-10 30-0. V =3

Vincenti/Non forzati

Come sempre il bilancio dei vincenti e dei non forzati lascia spazio a varie interpretazioni. La prima nasce spontanea perché questi dati non sono mai precisi al 100% o quantomeno riconosciuti all’unanimità, motivo per cui il sito dell’ATP non li riporta mai. La seconda, che è quella che pesa maggiormente, è che nelle rispettive categorie sono inclusi colpi anche diametralmente opposti che però, seguendo semplicemente una regola di inclusione, sono messi tutti nello stesso calderone. Ma chiudiamo l’excursus filosofico per concentrarsi sui numeri.

Teorema Tommasi. Il differenziale complessivo dei vincenti e dei gratuiti è negativi per entrambi i giocatori: -5 per Djokovic, -2 per Wawrinka. Il teorema ci suggerirebbe una partita “brutta”. Però in questi casi conta molto il numero assoluto dei vincenti, il 74 di Stan è un numero esorbitante. È il suo marchio di fabbrica e smentisce, o quantomeno conferma, che questo “teorema” mai chiamato così da Rino, ma intitolato a lui perché ne parlava spesso nelle sue telecronache, è molto ma molto semplicistico anche se tantissimi lo usano, anche implicitamente per classificare una partita.

Differenziale FH e BH

Forehand

I saldi dei vincenti/non forzati sono molto frastagliati. Nel primo set alto tasso positivo per Wawrinka, poi crollo per lui nel secondo. Estremo equilibrio nel 3°, poi sgasata svizzera nel 4°. Stan paga nel 5°. I numeri qui sono alti perché si sono giocati ben 22 game.

Backhand

Stesso andamento per il rovescio. Un dato da sottolineare: il 18 negli unforced per Wawrinka nel 5°.

Vediamo il bilancio complessivo set-by-set:

  1. -6 Djokovic |+7 Wawrinka
  2. -1 Djokovic |-6 Wawrinka
  3. +1 Djokovic |-1 Wawrinka
  4. 0 Djokovic |-7 Wawrinka
  5. +1 Djokovic |-9 Wawrinka

Key Points

Ed ecco di nuovo i nostri key points. Per chi si fosse perso le puntate precedenti, essi sono i punti chiave ossia quei punti che fanno girare un game da una parte o dall’altra. Sono divisi in 3 categorie in ordine di importanza: in prima fila i break points che sono essenziali, secondo gradino per i game points e terzo per i deuce points, i punti che si giocano sulla parità.

Già si è parlato delle palle break nella sezione apposita, ma ricordiamo il 11/18 > 8/15. Meglio Djokovic. Nole vince il 60% dei punti che scottano mentre Borg si ferma al 57%. Wawrinka commette troppi doppi falli nei momenti che contano, quelli più caldi e quelli meno caldi. Molto significativo il 92 per Stan, messo costantemente sotto pressione.

Winning probability

Ritorna di prepotenza la winning probability che attraverso un grafico in 2 dimensioni molto semplice ci regala una radiografia della partita. L’andamento del match point-by-point è un dato imprescindibile per una analisi che vuole essere dettagliata e condivisa da tutta, se poi questa è corroborata da un grafico che dà l’idea immediata di come la partita sia andata in un verso o nell’altro siamo a cavallo.

Ribadiamo alcuni concetti che sono alla base di questo tipo di analisi. Entrambi i giocatori partono dalla stessa percentuale di probabilità di vincere, quindi 50 e 50, si assegna una P di probabilità di ottenere il punto sul proprio servizio e grazie ad un particolare algoritmo si calcola punto per punto quant’è la probabilità che uno giocatore porti a casa un match. In alcuni studi la P è diversa per i 2 giocatori. Una scelta plausibile che però trova il difetto di produrre dei grafici in cui chi ha la P maggiore ha sempre una WP maggiore del 50% e solo nei casi in cui sta perdendo malamente il match questa scende sotto il livello del 50%. Questo tipo di approccio è utile per le agenzie di scommesse che lo adottato per dare le quote live, ma non è utile in un’analisi a posteriori perché un giocatore favorito avrà sempre numeri alti nonostante magari in certe situazioni si trovi pesantemente sotto nel punteggio.

La winning probability evidenzia l’andamento ondivago nel match. Nella prima parte il dominio di Wawrinka è evidente e arriva fino al punto (1) quello nel 5-3 30-0 e servizio del 2° set. Da quel momento in poi Djokovic rimonta fino a pareggiare e vincere il 2° parziale, così come il 4°. Nel 4° è dominio Djokovic fino al massimo relativo al punto (2), poi inizia a scemare e perdendo il tiebreak tutto torna in equilibrio. Wawrinka è padrone della prima parte del set decisivo e ha 2 picchi importanti al punto (3) e (4). Poi il gioco è nelle mani di Nole che serve per primo fino ad arrivare al 100% finale.

Il dominio

L’equilibrio sostanziale della partita si concretizza nel parametro dominio: 50.37% per Djokovic. Vince Nole, ma di pochissimo.

Comeback factory

Il comeback factory misura in termini numerici la consistenza della rimonta del vincitore. Djokovic ha avuto il picco più basso del 12.3% di WP per cui ha guadagnato il 87.7% di WP per aggiudicarsi l’incontro. CF = 87,7%. Il 13.2% arriva sul 5-3 30-0 servizio Wawrinka del 2° set. Comeback factory molto alto.

Excitement index

Siamo arrivati al punto più controverso delle statistiche avanzate del tennis ossia cercare di quantificare quanto un match sia stato eccitante-bello. Inutile dire che non potrà esistere un metodo universalmente condiviso, ma andare a quantificare quanto il match ha avuto capovolgimenti di fronte che sono alla base di una partita “eccitante”, è un buon inizio. L’EI si basa sulla volatility che misura quanto il punto sia stato importante (già c’è stato un accenno nella sezione doppi falli).

La volatility è la differenza in valore assoluto tra la WP del punto precedente con il punto corrente. Misura quanto quel punto ha fatto cambiare le sorti del match e di conseguenza quello che sposta maggiormente la WP è il più importante. Un punto con v compreso tra 1 e 3% è un punto ininfluente, dal 4 al 6% comincia ad essere caldo, dal 6 al 10% è fondamentale, sopra il 10% è un punto che fa girare tutto.

In questa partita il punto più importante ha avuto una volatility del 19.6% che è il break point che dà il break decisivo a McEnroe sull’3 pari del 5° set.

Quant’è l’EI allora? 3.19. È alta, è bassa, chi lo sa? In questi casi i numeri adimensionali dicono poco o nulla se presi singolarmente, per avere senso bisognerebbe fare un confronto con le altre partite. Un esempio: semifinale del Roland Garros 2013 ha avuto EI 2.88 che è inferiore a questa. Quella della finale degli Australian Open 2009 2.712, così come la finale di Wimbledon 2008 con 3.11. La semifinale degli Australian Open 2005 era arrivata a 3.43 (il massimo della serie TML). Le partite dominate si attestano attorno all’1. Questa è un excitement index alto, molto alto, dovuto ai tanti break avuti e ad un long set molto combattuto

Per cercare di normalizzare questo indice dobbiamo scoprire qual è il massimo possibile. In un match al meglio dei 3 e dei 5 set con tiebreak finale l‘EI massimo è 18. Questo numero è frutto della media che si ha se il match durasse all’infinito e ad ogni punto il servitore perdesse il servizio. È un caso limite, quasi immaginario, perché una partita non può durare all’infinito, e questo è un dato di fatto, ed è altamente improbabile che i 2 giocatori perdano sempre il servizio in modo da far convergere asintoticamente il valore verso questo massimo teorico. Se applichiamo lo stesso ragionamento ad un match con long set finale viene fuori che esso ha un EI massimo di 10.15. Questo implica che i 2 format presentato 2 massimi differenti, quindi per poter paragonare EI con format differenti è necessaria una normalizzazione. Il 2,3 agli US Open vale meno di un 2,3 degli altri Slam (disputati fino a ora, sappiamo che dal 2019 Wimbledon e Australian Open cambieranno) perché arriva in un teorico match che ha il tiebreak nel set decisivo.

La normalizzazione impone di conseguenza un 3.19/10.15 = 0,314 (Dal 2019 varia da Slam a Slam) Una normalizzazione a 1 dell’EI dà come output un 31.4% per la partita in esame (68.6% dalla “partita perfetta”). A Wimbledon 2008 l’EI normalizzato a 1 era 30.64%.

Domination Ratio

Per chi l’avesse dimenticato la dominatio ratio (una statistica inventa da Carl Bialik) è data dal rapporto della percentuale dei punti vinti in risposta e quella dei punti persi al servizio. Che cosa ci dice? Ci dice quanto un giocatore è stato dominante rispetto al suo avversario in un set o nell’intero match. Nella maggior parte dei casi questa arride al vincitore ma può capitare che il vincitore lasci tanti punti al suo avversario pur vincendo quelli più importanti. La DR in questo caso premia il perdente.

  • SET 1

DR(Djokovic) = (2/6 + 1/5 + 0/4) / (3/8 + 4/5 + 4/6 + 4/6) = 0.21

DR(Wawrinka) = 4.7

  • SET 2

DR(Djokovic) = (4/5 + 5/12 + 2/6 + 3/8 + 4/6 + 6/10) / (0 + 4/6 + 2/6 + 0 + 1/5 + 1/5) = 2.27

DR(Wawrinka) = 0.43

  • SET 3

DR(Djokovic) = (4/5 + 5/12 + 2/6 + 3/8 + 4/6 + 6/10) / (0 + 4/6 + 2/6 + 0 + 1/5 + 1/5) = 1.6

DR(Wawrinka) = 0.43

  • SET 4

DR(Djokovic) = (2/6 + 0 + 2/6 + 3/8 + 2/6 + 0 + 1/6) / (4/10 + 3/8 + 0 + 3/8 + 0 + 0 + 2/6) = 1.03

DR(Wawrinka) = 0.962

  • SET 5

DR(Djokovic) = (7/12 + 0 + 3/8 + 4/10 + 1/5 + 1/5 + 2/6 + 1/5 + 1/5 + 0 + 9/16) / (4/6 + 3/8 + 2/6 + 0 + 6/14 + 0 + 0 + 1/5 + 1/5 + 0 + 1/5) = 1.27

DR(Wawrinka) = 0.786

Service domination e return domination

Non ci addentriamo in calcoli astrusi semplicemente stimiamo i punti vinti al servizio dai 2 giocatori e li rapportiamo al totale:

La service domination nei rispettivi set è stata del: 55.00%, 56.76%, 60.66%, 73.81%, 67.59%.

La return domination, RD, è il reciproco in termini di percentuale della SD e misura quanto sia stata incisiva la risposta. Non è difficile arrivare alla soluzione.

La RD set-by-set è stata del: 45.00%, 43.24%, 39.34%, 26.19%, 32.41%

SD(Totale) = (10 + 12 + 19 + 23 + 20 + 17 + 32 + 30+ 47 + 51) / (13 + 27 + 43 + 31 + 34 + 27 + 42 + 42 + 76 + 69) = 64.6%

Perfettamente in linea per una partita su cemento