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TML Review 2016: 2. Olimpiadi, Murray vs Del Potro. Andy è l’uomo biolimpionico

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Di gran lunga il più bel torneo dell’anno i Giochi Olimpici ci insegnano come dovrebbe essere strutturato il circuito per dare un senso a tutto quello che non è Slam. Tolti dalla graticola i 4 tornei maggiori e il 5° che per definizione e struttura è il Masters ma dietro c’è un vuoto incolmabile. Vero che ci sono i Masters 1000 ma la distanza con i tornei della categoria superiore è imbarazzante questo frutto anche di 2 anomalie introdotte recentemente: il bye per le teste di serie (addirittura 16 per Bercy) e la finale 2 su 3. I Giochi di Rio invece per un momento ci hanno riportato ai vecchi fasti delle ATP Masters Series quando tutti giocavano lo stesso numero di partite e la finale 3 su 5 aveva un altro sapore e regalava spesso partite epiche. Ecco come dovrebbero essere i Masters 1000, ma purtroppo le esigenze dei giocatori più forti e della copertura televisiva hanno preso il sopravvento. Ma lasciando stare questa polemica che poco ha a che fare con l’oggetto dell’articolo passiamo alla partita. Gli Slam hanno prodotto emozioni. Ce ne sono state pochissime addirittura alcune di queste erano asteriscate (cfr. Roland Garros) allora non si può non andare a pescare dai tornei “a latere” come Olimpiadi e Coppa Davis per avere delle partite memorabili. A Rio ce ne sono state tante, ma è nella finale che si è raggiunto lo zenith.

A giocarsi la medaglia d’oro sono il campione uscente Andy Murray, che ha preferito Rio a Toronto, e un ritrovato Juan Martin Del Potro giustiziere nel primo turno dell’allora indiscusso numero 1 del mondo che tante lacrime versò. Tutti i favori del pronostico sono per il britannico ma Del Po ormai ha insegnato a tutti che può battere chiunque quando il suo dritto è caldo.

Si parte con Murray al servizio. La prima fase è una fase di studio con tanti errori. Il primo punto è un gratuito di Del Po che poi mette una risposta vincente tanto per mettere le cose in chiaro. Andy non ha problemi e chiude facile il primo gioco. Il secondo è già fondamentale per le prime fasi della partita. 18 punti tutti da gustare. Si parte con una stecca di Juan Martin che perde anche il punto successivo. 0-30. Reazione argentina con attacco di dritto e chiusura con lo smash. Murray è aggressivo e viene a prendersi il punto a rete procurandosi la prima palla break, ma l’Argentina annulla con il dritto. Il solito dritto. Si va nell’altalena dei vantaggi e per 7 punti non si vedono palle break con Del Po poco cinico a chiudere il game che commette molti errori gratuiti. Esiziale è l’errore per chiudere a rete con Murray spiazzato che procura la 2a palla break che viene annullata però con un servizio vincente. Del Po ha poco mordente e alla 3a palla break cede il servizio e siamo subito 2-0 Gran Bretagna.

Sembra che la partita abbiamo preso una direzione precisa, ma siamo solo all’inizio, inutile fare previsioni a lungo termine. Un Del Potro stranamente arrembante attacca la rete e viene a prendersi il primo punto, lo fa anche nel secondo e siamo 0-30. Murray si esibisce in un’ottima volèe, ma deve poi mette fuori un lob millimetrico che dà la prima palla break all’Argentina. Andy annulla di mestiere con una torsione simile a quella che metterà in mostra nella sfida di Davis tra i 2, ma i buoi sono spaccati e Del Potro controbreakka. E siamo 2-1.

Il servizio argentino all’improvviso fa cilecca ed ecco il parzialone britannico. Murray vince tutti i punti in risposta: il primo con l’avversario rimasto fermo e facilmente passato, poi sagra di gratuiti anche banali ed esiziale break. Murray al servizio non concede nulla ed è sempre bravo a chiudere a rete quando ne ha l’opportunità. Piazza anche un vincente di dritto da fondocampo e siamo già 4-1.

Dopo 8 sberle Del Po si riprende e infila una serie di 3, ma Murray ha capito che deve fare correre lo stangone di Tandil e grazie a questo escamotage prima costringe all’errore l’argentino e poi lo stana con un drop e lobba facile. Siamo sul 40-30. Ace e Juan si riprende parzialmente. Murray apre con un ace ma subito si vede arrivare a rete un omone e, in soggezione, commette un errore. Andy vuole approfittare della lentezza del suo avversario così arriva un drop velenoso che però viene prontamente recuperato ed arriva subito il contro-drop vincente. Esiziale doppio fallo e break che arriva dopo una scambio di soli slice. 4-3. E’ un momento no per Andy che inizia a macinare gratuiti, ne approfitta l’Argentina che piazza subito 3 punti, ma la foga è talmente alta che un dritto facile si spegne in rete quasi a volerla sfondare. Poco male perché il turno di servizio si chiude sul punto successivo. Perfetta parità. 4 a 4.

Del Po è on fire. Prima arriva il doppio fallo Murray, poi martellata a sinistra, martellata a destra e vincente. BOOM. Piccolo malinteso nel 3° punto con Juan che chiede il challenge in ritardo dopo aver giocato il punto. Poi lob telefonato che Murray smasha facile. Punto argentino ma Andy chiude subito dopo un gratuito dell’avversario e si incita.

Il 10° gioco è scoppiettante ma tutti i punti vanno al servitore: prima c’è un’ottima chiusura con lo smash argentino, poi chiusura a rete e slice fuori di Murray. Si gioca di più sul servizio di Andyno. Del Po è profondo e costringe l’avversario al gratutito che spedisce la palla in rete, ma questi si riprende subito con una chiusura al volo in corsa. Ace ad uscire con lo slice e unforced di Del Po con una badilata di dritto appena larga. Si va ai vantaggi ma Del Po non arriva mai a palla break e una stecca regala il game alla Gran Bretagna.

L’Argentina va a servire per salvare il set, ottiene il primo punto con servizio e chiusura con schiaffo a volo. Un classico. Poi c’è solo Andy che si fionda a rete come un gatto per piazzare il passante, arriva anche la stecca del gigante di Tandil, 2 set point. Primo sprecato e secondo da antologia con passante in avanzamento di dritto lungolinea. 7-5 britannico e medaglia d’oro che resta ancorata sul collo di Sir Andrew.

2° set

Dopo la fine del primo parziale le quotazioni di Del Potro sembrano quasi scese a zero, ma già il primo game del secondo dà indicazioni completamente diverse. Si parte con un gratuito di Murray, poi 2 punti scozzesi e da questo momento sale in cattedra l’Argentina. Un lob telefonato è facile preda di Juan Martin e un errore molto gratuito scandisce la prima palla break. Questa è prontamente annullata con un facile 1-2 al servizio, ma le badilate albicelesti si fanno sentire e nonostante Andy tergicristalli per recuperare l’impossibile deve arrendersi nuovamente. 2a palla break. Un’arma segreta di Murray è il drop e questa viene usata prontamente per salvare una situazione così grave. Il drop messo in campo è un taglio di fino degno di un ottimo sarto. A questo punto arriva una palla dubbia. Del Potro ferma il gioco, la palla è out e punto per lui. 3a palla break. Arriva un passante chirurgico con Murray stranamente avanti a raccogliere farfalle e break in apertura.

Si gioca tanto su ogni servizio e la serve domination lo dimostra: nonostante una media all time che si aggira attorno al 64% quest’oggi siamo al 60% circa, questo significa che la risposta è fondamentale. Nel 2° gioco del 2° set Del Po continua a picchiare come un fabbro e Murray può solo abbozzare. Presto si arriva al 30-0. Game facile? No. Uno slice lungolinea che taglia tutto il campo dà il primo punto in risposta, poi un comodo smash il secondo e un gratuito il terzo. Sono passati pochi minuti dalla fine del primo game e già è arrivata la prima palla break. L’Argentina si salva con stile e la chiusura in veronica è un ottimo biglietto da visita per chi non appare come un giocatore elegante. Prontamente però arriva il tocco di fino murrayano, il lob che gli procura una seconda palla break, ma è ancora il dritto a togliere le castagne dal fuoco. Arriva una terza palla break e questo volta è il servizio il colpo risolutore. 3 punti consecutivi e 2-0 Argentina.

Dopo 2 game lottatissimi inizia una fase di stallo dove il servizio è padrone e i punti in risposta sono pochi e trascurabili. Il primo a iniziare la danza è Murray che dopo aver perso il primo 15 ottiene 4 punti e il 2-1. Poi Del Po concede anche lui un solo punto in risposta, ma che punto! E di nuovo Andy a ribadire una certa dimestichezza con il servizio che nel corso della carriera lo aveva spesso abbandonato. Nel mezzo però è doveroso segnalare il punto del 30 pari nel 5° gioco dove un’accelerazione spaventosa di Del Potro quasi piega la racchetta del malcapitato Andyno. Punto stupendo, ma un nastrino britannico regala il 40-30 britannico che poi chiude comodo. 2-3 Argentina.

Ancora la bilancia è ferma e il suo ago si muove di pochi millimetri a destra e altrettanti a sinistra. Prima un nastro argentino dà il primo punto a Del Potro che però soffre le variazioni e subisce. Ma se comanda il dritto non ci sono storie: nel 90% dei casi il punto è tandiliano. No questions about this. Nel 7° gioco Andy si improvvisa ace-man e ne mette a referto ben 3 su 5 punti. Pallino che passa all’avversario che non concede nulla mentre la regia inquadra il perenne euforico Guga Kuerten in cabina di regia brasiliana. Chissà che sostanze prende per essere così. Il sorriso di Guga fa da sfondo ad un tremendo dritto argentino che poi chiude solo con la battuta. 3-5 Del Po.

Come già detto in precedenza nello slice domina Murray, ma se lo scambio gira sul dritto l’inerzia cambia. Esemplificativo è il primo punto nel 9° gioco in cui questo teorema trova la prova definitiva. Questa tendenza premia Juan Martin che vince i primi 2 punti. Murray è bravo a risalire, ma un Andy stranamente falloso, spara a rete e arriva il primo set point argentino. Murray si salva a rete nel duello di volèe e poi chiude con 3 punti consecutivi. L’Argentina è poco cinica e il dritto potente arriva molto spesso a rete annullando di fatto la tanta potenza impressa sulla pallina.

10 ° gioco. 3 missili di Del Potro e 4° a rete. Storia ormai nota. Finalmente nel 2° punto Martino vince uno scambio lungo e si porta ben presto a set point. Murray ne annulla 2, ma prima un ace e poi un tremendo 1-2 danno il set a Del Potro che pareggia i conti. 1 set pari e partita che si preannuncia estenuante.

3° set

Il terzo set è di marca Andyana. Lo dimostra la DR è di 5.5 per Murray e il punteggio è piuttosto netto. Ma questa analisi arriva a posteriori perché nei primi game tutto sembra seguire un copione già scritto. Un copione noioso che toglie un po’ di pathos ad una delle migliori partite della stagione.  Inizia a servire Murray: 4 punti facili e l’unico concesso è un doppio fallo (che da qui in avanti inizieranno a fare la loro comparsa). Anche Del Po non concede nulla e approfitta dei gratuiti britannici e quando può usa il drop, lo fa anche il suo avversario che però aggiunge al repertorio il tergicristallo e per Andy arriva un gioco in bianco. 4° e 5° gioco sono sulla stessa falsa riga, lo sarebbe anche il 6° ma i 2 doppi falli iniziali sono un campanello d’allarme per Del Potro che da lì a poco perderà malamente il parziale. Dopo quest’apertura maldestra si porta sul 30 pari con un servizio vincente e il solito dritto, ma dall’altra parte arriva un passante strettissimo in controtempo di diritto e la prima palla break da fronteggiare. Juan si salva momentaneamente da un drop fuori che non può essere verificato perché i challenge sono finiti e un gratuito molto gratuito arrivato dopo solo 3 scambi che  danno il break a Murray e il 4-2. A questo punto l’Argentina sembra stanca e dall’altra parte arrivano punti facili. L’uso dei drop potrebbe essere una soluzione, ma sono troppo telefonati e facili da recuperare. Le uniche palle ingiocabili sono le bordate di dritto, ma sono poche e sistemate male. Murray scappa sul 5-2 e la frittata è completata con un facile 0-40 dell’8° gioco con Del Potro che sembra aver mollato che viene trafitto da una risposta vincente. Il servizio è stato determinante: SD (service domination) di 69.05% ma è andato da una parte soltanto.

4° set

Il quarto set a questo punto sembra una formalità, ma partiamo dallo spoilerone: service domination = 50,65%. Crollo verticale della resa del servizio e tra poco scopriremo perché. Parte Andy. Subito 0-30 con un grave errore a rete per chiudere il punto. Servizio vincente ma altro gratuito che rischia di riaprire il match che si riapre seriamente quando un dritto spaziale di Del Potro non perdona la tacchinaggine. Break. L’Argentina ha l’occasione d’oro per portare la partita al 5° ma viene commesso un grave errore strategico: scendere a rete quando non si deve. Il 2° gioco si apre con un ace, ma presto arrivano i drop della Royal Force e il pachiderma di Tandil non può fare nulla tranne che nella prima palla break con tanto di intimidazione a Maria. Cattivone! Il break arriva alla 2a occasione sempre frutto di un ottimo drop, nella fattispecie drop di rovescio vincente. 1 a 1.

Ancora una volta l’ago della bilancia è dalla parte del british turkey, ma il choking è dietro l’angolo e quello che mancava in questo umido pomeriggio brasileiro erano i doppi falli. Ne arriva uno in apertura, Murray si salva con un vincente di rovescio che pizzica la riga di fondo campo, ma un altro doppio fallo consegna la palla break determinante e Del Potro recupera una palla impossibile sempre frutto del drop quasi sempre letale dell’avversario. Break e applausi. 1-2 Argentina.

Non è la giornata di Del Potro. Ormai ne abbiano la certezza. Lo scambio lungo lo penalizza molto e in un amen si ritrova sotto 0-40. Solo un gratuito ritarda l’inevitabile controbreak che arriva dopo una sfida letale con il back. Qui vanno fatti i complimenti a Murray che saggiamente vuole portare l’avversario allo sfinimento perché è lui ad avere il serbatoio con più benzina.

Finalmente arrivano dei giochi “normali”. Sono il 5° e il 6°. I 2 condottieri hanno deciso di riposarsi per dare il massimo nella parte finale del set. Cape Canaveral de Buenos Aires è in fermento e i missili argentini che cadono sul Paese della Samba sono a grappoli. 3 a 3 e finalmente troviamo un Del Potro al suo meglio. E’ talmente ringalluzzito che si permette anche di bombardare sul servizio britannico. Un doppio fallo complica la situazione e una chiusura a rete dirimente fa esplodere il pubblico sudamericano per la maggior parte albiceleste.

4-3 e tutto sembra presagire ad un 5° set con i fiocchi. Ma stranamente Andy non esce mentalmente dalla partita, incassa il 5-3 arrivato presto e tesse la tela della rimonta. Servizio tenuto a 15 e 4-5. Del Potro ha la possibilità di chiudere, ma i missili si inceppano. Difesissima britannica che arriva a palla break sul 15-40 si salva l’Argentina e si va ai vantaggi. Scambio durissimo sul 7° punto che però va a chi risponde. Servizio vincente di Juan Martin, ma non basta, alla 4a palla break un dritto affossato a rete ridà il break ad Andy. 5 pari e tutto torna in equilibrio.

La partita potrebbe ancora andare all’Argentina e lo 0-30 sul 5 pari e servizio Andy è un buon indizio, lo è maggiormente probante quello del 15-40, ma Andy si salva con un ace. E’ uno huge hold dirimente ed escatologico.

Del Potro va a servire per rimanere nel match, si porta sul 40-30, ma all’improvviso spegne la luce. Un gratuito delpotraniano e una grande risposta consegna a Murray il golden point, Juan Martin si salva, ma al secondo il match è finito. Vittoria per Murray che diventa il primo giocatore della storia a vincere 2 medaglie d’oro alle Olimpiadi nel singolare maschile del tennis. Questa vittoria non assegna punti ATP, ma è da qui che inizierà la sorprendente rincorsa che lo porterà ad essere il numero 1 del 2016. Suona l’inno God Save The Queen, grandi emozioni che solo le Olimpiadi sanno regalare. Del Potro prende l’argento e anche per lui sarà un ottimo energizzante per andarsi a prendere un grande trofeo: la Coppa Davis che arriverà contro la Croazia.

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