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Too much clay will kill you, Roger

ATP Masters Series Hamburg 2007 - Day 7

Dopo gli Australian Open aveva fatto discutere non poco la decisione di Roger Federer di dare un taglio definitivo alla terra battuta. Si era parlato di un calendario completamente privo di tornei sul rosso se non per il solo Roland Garros, in un secondo momento il suo staff aveva fatto intendere che si sarebbe aggiunto un ulteriore torneo su clay. Questa scelta di programmazione era nata evidentemente da 2 limiti che ormai per il 17 volte campione Slam sembrano irrecuperabili: da un lato c’è l’età che avanza inevitabilmente e ti costringe a non fare un tour de force come ai bei tempi, dall’altro un limite tecnico: Federer non ha mai avuto grandi risultati sul rosso per colpa di quello là, e da qualche stagione si è aggiunto un altro incomodo rappresentato da Novak Djokovic che ha dimostrato di essere altrettanto forte sulla terra battuta di Rafael Nadal tranne che nel torneo più importante su questa superficie che rimane il Roland Garros in cui per un motivo o un altro non è mai riuscito ad alzare la Coppa dei Moschettieri. Finirà come Borg agli US Open? I noliani facciano i dovuti scongiuri.

Federer, essendo un svizzero, (molti spesso lo dimenticano) è nato da un tradizione terraiola così come è il Paese elvetico che disputa nel proprio territorio, a Gstaad, uno dei più antichi tornei europei su clay fin dal 1915. Possiamo benissimo dire che Roger è figlio di questa cultura, così come lo sono gli italiani che per la maggior parte dei casi hanno iniziato a colpire le prime palle sul mattone tritato a differenza, ad esempio, degli statunitensi in cui a livello amatoriale è difficile trovare un campo in terra battuta, lo testimonia la stessa Serena Williams che da Compton per allenarsi su superfici lente doveva fare i salti mortali essendo circondata solo da campi in hard court.

L’esordio tra i pro del giovincello di Basilea avviene proprio sulla terra battuta di Gstaad nel 1998 ancora sedicenne viene sconfitto dal lucky loser argentino Lucas Arnold Ker per 6-4 6-4. Successivamente seguirono delle severe sconfitte che subito fecero capire che la questa superficie non le sarebbe stata amica. Nel 1999 riesce a farsi strada solo al Challenger di Lubiana ma subisce sconfitte al primo turno in tutti gli altri tornei che disputa compreso il Roland Garros che per anni rimarrà l’unico buco importante della sua carriera. Il trend continua ancora nel 2000 con sconfitte rimediate a Monte Carlo, Barcellona,  Roma, Amburgo e Sankt Pölten. Finalmente riesce a farsi strada al Roland Garros da numero 54 del mondo, ma affrontati avversari sulla carta inferiori (da ricordare un five setter contro il connazionale Michel Kratochvil conclusivo 8-6) deve soccombere alla maggiore esperienza di Alex Corretja che si rivelerà la sua bestia nera fino a rimanere una dei pochi ad essere in vantaggio con lui negli H2H insieme all’altro. Un record negativo destinato a perdurare a meno di qualche ripensamento di Alex che difficilmente ritroveremo a giocare in campo da tennis, come allenatore lo vedremo di sicuro, ma Roger ha ancora tanti anni di carriera davanti, quindi mai dire mai.

Nell’anno del suo primo titolo ATP, 2001 a Milano, acquisisce maggiore consapevolezza dei suoi colpi e anche se il mattone tritato non è adatto al suo gioco si capisce che può sopperire comunque a questo gap con una tecnica non indifferente. Questa volta al Roland Garros arriva fino ai quarti di finale ma è sempre Corretja a sbarrargli la strada. A Gstaad perderà poi dal suo futuro allenatore Ivan Ljubicic.

Finalmente nel 2002 arriva la sua prima e importante affermazione. A febbraio è l’unico che porta punto alla sua Svizzera nella sfida contro la Russia. A Monte Carlo è costretto a soccombere a David Nalbandian e fin qui niente di male. Quello che non perdoneremo mai a Roger è l’aver perso al primo turno contro l’italiano, e sottolineo italiano, Andrea Gaudenzi agli Internazionali di Roma e non avendo più disputato altre partite contro lo svizzero potrà raccontare a parenti, amici, figli e nipoti di essere in vantaggio negli scontri diretti contro uno dei più grandi campioni della storia. Come dicevamo quest’anno arriva il primo successo pesante ed è quello di Amburgo, una terra battuta che gli sarà particolarmente amica negli anni a venire. In terra tedesca vince il suo primo Masters 1000 della carriera sconfiggendo nettamente in finale un malcapitato Marat Safin e, per la cronaca, guadagna $372,000 che non sono male per un ragazzino di 21 anni.

Il 2003 è l’anno della sua definitiva esplosione, della sua prima vittoria Slam a Wimbledon. Un’esplosione un po’ tardiva se consideriamo altri grandi campioni che sono emersi molto prima di Roger, ma che in breve tempo recupererà il gap con tutti i mostri sacri del passato e non solo. Aggiunge un altro titolo: quello di Monaco di Baviera, figura molto bene agli Internazionali ma perde in finale contro Felix Mantilla. Molti gli recrimineranno questa sconfitta, ma a posteriori è molto semplice dare giudizi, bisogna guardare il fatto dalla prospettiva opposta, ossia partire dall’inizio della carriera fino alla finale di Roma 2003 e non partire dai 17 Slam e poi dire che Mantilla era uno scarsone e che doveva essere battuto. Infatti molti non si ricordano della sconfitta contro Mark Philippoussis ad Amburgo dove difendeva il titolo e un clamoroso flop contro il peruviano Luis Horna al Roland Garros addirittura al primo turno, così come un’altra batosta subita da Novak (non Djokovic, è il cognome) a casa sua in finale a Gstaad.

Nel 2004 inizia definitivamente il regno di Rogiah e lo manterrà a lungo, il più a lungo di tutti fino a questo momento, e aggiunge un altro importantissimo titolo ad Amburgo già citata come la “sua” terra. Lo fa in finale contro Guillermo Coria che da lì a poco avrebbe gettato alle ortiche la finale del Roland Garros contro il modesto Gaston Gaudio. In questa stagione Federer completa 3/4 di Grande Slam e l’unico tassello mancante è proprio lo Slam parigino in cui perde contro Guga Kuerten. È un’occasione buttata al vento questa, perché dalla stagione successiva arriverà lui. In questa splendida annata però non manca di aggiungere il titolo di Gstaad che fa sempre sostanza.

La stagione 2005 inizia a Monte Carlo e qui si mette in mostra un grande talento che tutti prospettavano come grande dominatore ma che si è fermato al livello più basso, ossia dei buoni tennisti che ogni tanto hanno qualche exploit, stiamo parlando di Richard Gasquet che salva anche match point nei quarti di finale del torneo del Principato in cui estromette il numero 1 del mondo. In quel di Amburgo Roger sembra non soffrire la superficie a lui meno congeniale e si prende la rivincita contro Gasquetta e ottiene il 3° Masters sulla terra battuta, ma mancava sempre lui.

L’abbiamo nominato 3 volte e così come Beetlejuice appare lui, stiamo parlando del conte di montefisto, il virtuoso del sinistro, il gancio pancho, il massacratore dei massacratori Rafael Nadal!!! Finalmente il giocatore progettato per distruggere Federer, soprattutto sul clay, si materializza e al Roland Garros saranno dolori per Roger. Il loro primo scontro a Parigi arriva in semifinale e finisce in 4 set a favore del maiorchino. 6-2 6-7(2) 6-3 7-6(5) è il punteggio finale.

Il migliore anno della carriera di Federer è il 2006 in cui colleziona record su record, ma una grande voragine e anche per questo motivo il 2015 di Djokovic è sicuramente superiore. La voragine è la terra battuta sempre per colpa del suo più acerrimo rivale. In Europa Federer colleziona lo “Splash Rosso” perdendo in tutti i tornei su terra battuta contro Nadal. Prima a Monte Carlo sempre in rimonta, poi a Roma dove spreca ignorantemente 2 match point e poi nella sua prima finale a Parigi in cui aveva illuso un po’ tutti vincendo il primo set per 6 giochi a 1, ma perdendo sulla lunga distanza.

Nel 2007 si cambia musica, o meglio la musica è sempre la stessa, ma questa volta, in parte, gli interpreti sono diversi. Monte Carlo è il Principato di Rafa, quindi inutile illudersi senza motivo perché qui con una delle superfici più lente del circuito, se non la più lenta, non c’è nulla da fare. Scandalosetta è la sconfitta contro Filippo Volandri agli Internazionali che insieme a Gaudenzi può fregiarsi di questa onorificenza, ossia essere l’italiano che ha battuto a Roma Federer, ma non è in vantaggio negli H2H, qui siamo 1-1, per fortuna di Roger. Fiuuuu. Al Rolan…a no, prima c’è Amburgo, chissà che aria tira in Germania (settentrionale) perché Roger possa essere così a suo agio in questo torneo, qui riesce finalmente a battere Rafa infliggendogli addirittuta un bagelozzo in finale. Una cosa dell’altro mondo. Ma la vendetta è dietro l’angolo e a Parigi si consuma la terza proiezione di un film visto e e rivisto peggio di “Via col vento”, ma che comunque rimane sempre un classico. 6-3 4-6 6-3 6-4 per Rafa e 3° titolo a Parigi. Inizia da qui una sorta di complesso per Roger che inseguirà per diversi anni lo Slam francese, per sua fortuna è arrivato l’altro a toglierle le castagne dal fuoco.

Il 2008 è un anno pessimo per Federer perché il GOAT dei numeri 2 diventa paradossalmente il numero 1 e nella sua superficie non le manda a dire. Vittoria a Monte Carlo e Amburgo e la mazzata più grossa nella carriera di Federer: il 6-1 6-3 6-0 della finale del Roland Garros (ah, già vero la mononucleosi). Nel mezzo si consuma l’ennesima sconfitta al Foro Italico dove tutti tifano per lui preferendolo anche ai tennisti italiani (“Federer è il tennis, beh, cioé…”), questa volta contro il sempre casto Radek Stepanek vincitore per 7-6(4) 7-6(7).

Nel 2009 arriva per lui la redenzione che è piovuta dall’alto e che si è materializzata in Robin che questa volta è riuscito ad aiutare Batman molto più di quanto ci si aspettasse. Passati i tornei tabù di Monte Carlo e Roma, forse a Roma ha meno recriminazioni rispetto al torneo del Principato dove viene estromesso subito dal connazionale Wawrinka, ma poco importa…arriva il primo “regalo” dell’anno: Djokovic e Nadal si sfidano in una semifinale epica in cui domina in segno x del Totocalcio, ma non essendoci pareggio nel tennis uno dei due deve andare avanti, lo fa Rafa ma arriva in finale con le stampelle e così è costretto a cedere le armi a Roger che continua la sua tradizione positiva nel 3° Masters 1000 su clay che da Amburgo si era spostato a Madrid per questione di money. Il 31 maggio 2009 diventa un giorno di festa mondiale per il federismo che vede per la prima volta cadere Nadal a Parigi per mano di Robin Soderling che per questo atroce delitto pagherà caramente (si scherza).  Lo Slam parigino diventa una formalità per Roger che però rischia contro Haas e Del Potro ma in finale non deve fare altro che collezionare 3 set e portare a casa la Coppa dei Moschettieri e completare così la sua bella collezione di Slam, impresa a cui viene dato il nome di Career Grand Slam.

Del 2010 c’è poco da dire, Nadal torna The King Of Clay® e non ce n’è per nessuno, si riprende tutti i titoli sul rosso che gli appartengono e così Federer rimane a secco di titoli sul clay. Da segnalare la bella rivincita di Robin al Roland Garros che poi arriverà in finale.

L’anno successivo è molto simile al precedente, l’unica partita che fa la differenza come il giorno con la notte è la semifinale del Roland Garros, la migliore prestazione di Federer sulla terra battuta e una delle migliori in assoluto mettono a tacere le velleità di un Nole deluxe, che fino a quel punto non aveva perso nessuna partita, di vincere il lo Slam parigino negandogli a posteriori la possibilità di fare il Grande Slam. Ma in finale c’è il mancino di Manacor che ancora una volta gli nega la vittoria, però questa volta la sconfitta è meno amara visto che già una Coppetta se l’era portata a casa.

Il 2012 di Federer sulla terra battuta si apre malamente con l’inaspettata sconfitta in Davis contro John Isner, ma il miliardario Ion Tiriac aveva in serbo un regalo per lui. L’eccentrico rumeno decide che il rosso di Madrid non va bene perché è passato di moda e sposta l’attenzione verso una nuova superficie che proviene direttamente da Puffolandia. Gargamella trita nel suo pentolone qualche migliaio di Puffi e li sparge sul campo del Masters di Madrid, quello che ne viene fuori è una superficie atipica dove Evgeni Plushenko e Carolina Kostner avrebbero potuto avere le loro soddisfazioni. Fatti fuori Nadal e Djokovic, Federer deve solo amministrare e vincere così la finale contro Tomas Berdych. Roma e Parigi non si lasciano influenza dal fascino blue e così spetta a Nole estromettere Federer dai 2 tornei.

2013 per Federer è sinonimo di figuracce in tutto il mondo con un solo titolo vinto in tutta la stagione, ma arriva in finale a Roma con una schiena a pezzi e deve soccombere ad un pimpante Nadal che non si smentisce mai. Una delle tante figuracce arriva al Roland Garros dove viene estromesso da Tsonga. Non domo della terribile prima parte di stagione tocca il punto più basso della sua carriera da quando è diventato il vero Federer e viene sconfitto a luglio ad Amburgo da Del Bonis e da Daniel Brands a Gstaad.

Nel 2014 si ha una parziale ripresa quando torna in finale a Monte Carlo e questa volta è “Svizzera 2”, Stan Wawrinka, a negargli un dei pochi importanti titoli che mancano al suo palmarès. Ma è solo un fuoco di paglia, le sconfitte con Jeremy Chardy a Roma e contro il Barone a Parigi non sono di buon auspicio per continuare la sua sempre relazione complicata con la terra battuta. Nonostante tutto è proprio sulla terra battuta che vince la sua prima e unica Coppa Davis contro la Francia a casa dei galletti.

L’anno scorso ha inaugurato il torneo di Istanbul vincedolo, ma non ha brillato ancora una volta sul rosso: sconfitto subito a Madrid si è spinto fino in finale a Roma dove ha trovato un Nole che non ha fatto sconti a nessuno e ha dovuto rimandare forse per sempre la sua vittoria al Foro Italico. Al Roland Garros è apparso un pesce fuor d’acqua, salvato prima dalla campana nel match contro Monfils, è stato costretto a capitolare contro il futuro vincitore Stan Wawrinka.

L’infortunio al menisco ha ribaltato la programmazione di inizio anno e il ritiro prima dell’inizio di Miami hanno fatto cambiare inesorabilmente idea a Roger che ha aggiunto, suo malgrado, il torneo di Monte Carlo alla sua programmazione e un altro tra Roma e Madrid farà parte della sua stagione. Avrà fatto bene o male? Stai attento…too much clay will kill you, Roger!