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Who wants to be GOAT? Connors 1974: 3 Slam e la vergogna del Roland Garros

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La stagione 1974 di Jimmy Connors è una delle più straordinarie della storia del tennis. Il 22enne di Belleville (Illinios), disputa un’annata memorabile con 15 titoli vinti, 17 finali, un record vittorie-sconfitte di 93-4 e soprattutto 3/4 di Grande Slam con l’ombra sul Roland Garros, torneo dello Slam a cui non ha potuto partecipare per una bieca decisione della Federazione Francese Tennis in concerto con quella Europea che lo aveva escluso dallo Slam su terra battuta.

La stagione 1973 si era conclusa con discreti risultati, ma quello che metteva sulla bocca di tutti Jimbo non erano i suoi trofei ma la relazione con la tennista Chris Evert, bambina prodigio che nel 1973 aveva impressionato il mondo con le finali al Roland Garros e a Wimbledon a soli 19 anni. Connors è messo in ombra dai risultati della fidanzata ed è più facile che si parli di “Jimmy Evert” (che sarebbe anche il nome del padre di lei) piuttosto che di “Chris Connors”, ma il tempo restituirà al legittimo proprietario il suo vero nome.

Il ranking statunitense è un pochettino ballerino e non vuole assegnare il numero uno a Jimbo nonostante i risultati e deve spartarsi la piazza con Stan Smith. Dure sono le parole di Bill Riordan, che avrà un ruolo fondamentale nella vita di Jimbo, che afferma la stupidità della scelta della USLTA di questo ex-aequo quando Connors degli H2H era avanti 3-0 contro Smith. Questi dissapori con la Federazione Americana culminano con la non partecipazione alla Coppa Davis nel tie contro la Colombia e Jimbo, sornione, giustifica la sua assenza come una scelta di programmazione dettata anche dal suo manager Bill Riordan, dall’allenatore Pancho Gonzales e anche della madre.

Connors apre la stagione con lo Slam australiano molto bistrattato in quegli anni ma che con i suoi $75,000 di montepremi non era un torneo da scartare a priori. Nel primo turno deve vedersela contro il francese Jean-Louis Haillet, liquidato per 6-1 7-5, (il primo turno è stato giocato al meglio dei 3 set). I 2 fidanzatini d’America procedono a braccetto in quel di Melbourne, così, mentre Graeme Thomson non può certo rappresentare un ostacolo serio, già lo è Syd Ball al terzo turno che viene battuto in 5 set. Non mancano i siparietti di Jimbo che occasionalmente si mette a parlare con il pubblico:”Ho fatto la stessa cosa in Svezia, Italia e Parigi e nessuno mi ha detto niente”, apostrofa scontroso. Nei quarti contro il cecoslovacco Zedník deve soffrire solo un set prima di chiudere per 3-6 7-5 6-3 6-4. In semifinale si sbarazza di John Alexander e Chris è convinta:”Jimmy ha più possibilità di vincere di quante ne abbia io”. In finale Connors ha la meglio su Phil Dent e colleziona il primo trofeo importante della stagione 1974 guadagnando $6,500, Chris non lo segue e perde la finale contro Evonne Goolangong. Il primo tassello per il Grande Slam è messo, ma Connors non vuole pressioni perchè mancano ancora tante battaglie da vincere e il bello deve ancora arrivare.

A gennaio Connors prende una decisione che cambierà il corso della storia del tennis: firma un contratto per partecipare alla World Team Tennis League, un campionato a squadre americano fatto da franchigie miste. La squadra che sceglie sono i Baltimore Banners, un nome che è allo stesso tempo comico e beffardo perchè sarà proprio un ban a sporcare un’annata eccezionale.

In inglese inverno si dice winter e winter, o meglio winter circuit è sinonimo di circuito Riordan. il famoso circuito dei tornei farlocchi di Connors che non vuole essere dietro a nessuno dei suoi concorrenti, ovviamente non può stare dietro al WCT con 1.5 milioni di dollari di montepremi totale e al Virginia Slims con 750.000, ma non i suoi $245, 000 promette di essere uno spettacolo con 14 tornei (alla fine saranno 12) e con tennisti di un certo spessore al via come: Sandy Mayer, Vijay Amritraj, Jeff Simpson ed altri professionisti.

Il primo torneo del circuito è quello di Roanake, un torneo amico che Jimbo ha sempre vinto quando vi ha partecipato. Il tabellone è scarno sia come qualità che come quantità: un tabellone con 16 giocatori con la secondo testa di serie che è il numero 30 del mondo. Connors mette tutti in riga e colleziona i primi 15 punti della classifica conosciuta come Schick Tennis Classic che mette a disposizione un bonus di $100,000 supplementari ai soldi dei montepremi e $40,000 di questi a chi vince il circuito, mica male.

Il secondo torneo è quello di Omaha qui il tabellone è più largo, un simil 32, ma Connors fa registrare la prima sconfitta stagione: in finale contro il tedesco Karl Meiler perde per 6-3 1-6 6-1 e lascia così a Karl la borsa di $4.000 che spetta al vincitore.

A Little Rock la musica cambia, o meglio ritorna quella di prima, ossia Connors dominatore e gli altri che stanno a guardare. Egli vendica la sconfitta subita a Omaha e dispone di Meiler per 6-2 6-1 e aggiunge un altro trofeo in cascina e 15 punti per il bonus finale del circuito.

Assente nel 1973, si presenta a Birmingham (in Alabama non in Gran Bretagna) come favorito e non tradisce le attese: quello dell’Alabama si rivelerà il suo torneo, dove non perderà mai collezionando 6 titoli complessivamente e nel 1974 non ha problemi a sbarazzarsi di giocatori modesti come: Nicholas Kalogeropoulos, Belus Prajoux, con un secco 6-2 6-2. Più che in tennis giocato quello che fa parlare è il tennis parlato con Connors che non manca mai di dire la sua senza peli sulla lingua perchè non gli sono andati giù alcune chiamate dubbie. La finale contro Sandy Mayer è una formalità e i $5,000 sono subito in cassa.

Il torneo clou del Circuito Riordan è lo US Indoors, un evento che si staglia al di là di questo particolare contesto sia per tradizione che per il tabellone e ce ne accorgiamo subito dando una rapida occhiata al draw: Jimbo non è la prima testa di serie ma questa è occupata da Ilie Nastase, il principe, sicuramente fino a quel punto della storia del tennis un giocatore superiore allo statunitense. L’esordio per Jimbo è tranquillo contro il semisconosciuto Tony Bardsley, così come Ilie che dispone facilmente di George Hardie. Nel secondo turno si materializza l’upset del torneo: il francese Pierre Barthes fa fuori Nastase nonostante questi fosse riuscito ad impartire un bagel al francese. “He’s better than me, there’s no question about that”, dirà Barthes, ma in fondo sa di avere fatto l’impresa. Tolto di mezzo il rumeno, Connors procede spedito verso la finale con la consapevolezza che il suo maggior competitor è stato eliminato: sarà una cavalcata trionfale:”the best tennis of my life” dirà l’americano: vince il torneo senza perdere un set e ripete l’impresa di Charlie Pasarell che nel 1966-1967 vinse il torneo per 2 volte consecutive e incassa l’assegno di $9.000. Dopo questa vittoria Jimmy non manca di mandare qualche frecciatina alla USLTA che ancora non ha sciolto il nodo “number 1″ del suo ranking e le parole di Jimbo sono chiare:”Da inizio anno ho vinto 4 tornei e fatto una finale, Stan ha vinto solo un torneo…”.

Il winter tour fa il suo giro e arriva ad Hampton, non sarà Salisbury e il secolare US Indoors, ma i presupposti per un grande torneo ci sono tutti: il prize money totale non è eccezionale, $35,000, ma il primo premio di $10,000 fa gola a tutti ed è superiore a quello di Salisbury. Ci sono i 2 top player protetti da Riordan: Nastase e Connors e questa volta il rumeno non si fa irretire e arriva insieme al suo collega all’atto finale. La partita non è eccezionale e a farla da padrone sono gli errori rumeni che producono un numero alto di palle break non convertite: 6-4 6-4 è il risultato finale. I 3,500 del Coliseum Mall non possono che applaudire l’ennesimo trionfo stagionale di Connors che accorcia negli H2H, arriva a 2-6, colleziona altri $10,000 e incrementa il suo conto in banca per il 1974 che registra $76,600 di entrate.

Dopo le fatiche di Salisbury e Hampton si passa per il torneino di Salt Lake City con $17,500 dollari di montepremi conquistato in scioltezza da Jimbo con altri $3,500 da aggiungere alla cassa. L’unica nota di rilievo è la finale dove si affaccia un giovane Vitas Gerulaitis che vince il primo set e arriva fino al tie-break del secondo ma cede alla distanza per 4-6 7-6(1) 6-3.

L’ultima tappa del winter tour è a Tempe, Arizona, questa non può far altro che incoronare il re incontrastato del circuito Riordan che aggiunge un altro torneo alla sua collezione, gli unici problemi arrivano da Jürgen Fassbender in semi, ma, passata la paura, la finale è una pura formalità: 6-1 6-2 contro Amritraj.

Connors chiude al primo posto nella Rotary-Schick Tennis Classic con 7 vittorie su 8 tornei, più un finale. Riceve così i $40,000 di bonus e arriva a collezionare $85,300 e si qualifica di diritto per le finals di Washington, una sorta di Masters del circuito Riordan con 8 partecipanti che non assegna punti.

A Washington si gioca un piccolissimo torneo intitolato alla leggenda del football americano Vince Lombardi. Chissà se la NFL dedicherà mai qualcosa al tennis. Credo mai. Connors in questa appuntamento è piuttosto sfortunato e prima della semifinale contro Amritraj si infortuna al piede sinistro ed è costretto al ritiro.

Osservando l’activity di Connors nel 1974 sul sito dell’ATP notiamo che c’è un buco da inizio aprile fino a giugno, dove è andato a finire Jimbo? E’ scomparso? E’ andato in fierie? Ha preso un periodo sabbattico? Nulla di tutto questo, semplicemente è andato negli USA a disputare la WTT League (World Team Tennis) come accennato in apertura, una competizione a squadre miste. Ovviamente con il senno di poi si possono fare delle considerazioni avventate come il fatto che questa competizione sia andata nel dimenticatoio, ma aveva tutte le premesse per sfondare ed era iniziata come tutte le leghe tenniste dell’era Open: WCT, Grand Prix e circuito Riordan, ossia: tanti soldi sul piatto e grandi nomi al via, ad accompagnare Jimmy c’erano: Stan Smith, Rod Laver, John Newcombe, Tony Roche per gli uomini e Chri Evert, Billie Jean King, Rosie Casals e Kerry Melvile per le donne. La competizione era molto affascinante e al suo interno si rinnovavano sfide molto appetibili dal punto di vista mediatico e sicure di essere disputate visto che lo schedule era deciso a priori e non c’era, come nei tornei tradizionali ad eliminazione diretta, la possibilità che qualche big saltasse prima di arrivare in fondo. Ma qualcosa di veramente grosso stava tramando nell’ombra.

La Federazione Francese Tennis decide inaspettatamente di andare contro la WTT e quindi in particolar modo contro i 2 detentori del titolo degli Australian Open: Evonne Goolagong e Jimmy Connors, gli unici in grado di completare il Grande Slam per quella stagione. All’inizio la situazione sembra un po’ confusa, soprattutto perchè non si capisce il motivo di questo ban che ai più suona come qualcosa di assurdo. Ma più passa il tempo e più la notizia prende piede e alla fine si arriva alla drastica decisione: il primo a fare la voce grossa è Phillipe Chatier a cui, dopo la sua morte, dedicheranno il centrale del Roland Garros, che con ferma decisione stabilisce il ban di tutti i giocatori della WTT dal torneo parigino, ovviamente Riordan e Connors si oppongono, ma non c’è nulla da fare, la decisione è presa. Per non essere da meno, anche gli italiani, che quando c’è da schierarsi dalla parte sbagliata non esitano un attimo, seguono l’esempio francese così gli Internazionali d’Italia vengono banditi ai membri della WTT. A prendere questa irrevocabile decisione è il direttore del torneo e segretario della FIT, Gianfranco Cameli. In questo modo Jimbo si vede negata la possibilità di disputare la stagione sulla terra battuta europea e per questo motivo negli anni a seguire diserterà per tante stagioni il tour sul clay europeo e soprattutto il Roland Garros.

Il ritorno al tennis giocato per Connors arriva nel torneo di Manchester, sull’erba, un evento di pessima qualità tanto da suscitare dei dubbi sul motivo per cui l’ATP l’abbia inserito nel suo database. 6 partite, di cui 2 vinte lo stesso giorno contro Mark Wilson e Pieter Burki, bastano per sollevare un altro trofeo.

Sull’erba del John Player di Nottigham si inizia a fare sul serio: torneo combined, $100, 000 di montepremi, tabellone simil 64 e tanti top player al via. Qui si materializza la 3a sconfitta stagionale per Jimbo. Stan Smith, forse risentito dalle polemiche di inizio anno per la leadership del ranking USLTA, dopo aver perso il primo set per 6 giochi a 4, impartisce una lezione di tennis a Jimbo con un severo 6-2 6-0 che non ammette repliche.

Wimbledon è sempre stato un mondo a parte, un’oasi felice dove è stato inventato il tennis e per questo si sente alieno alle regole dell’esterno, perché le hanno inventate lì quelle tennis moderno, e in nessun modo vogliono imposizioni dall’alto, così ai Championships possono partecipare tutti, nessun ban e i migliori del mondo si ritrovano a Church Road come è giusto che sia. Connors è testa di serie numero 3 e dopo aver superato al primo turno lo svedese Ove Bengtson, si trova già in difficoltà nel secondo turno nel match contro Phil Dent. Il loro è un autentico match maratona interrotto per ben 3 volte dalla pioggia e Dent va fino a 2 punti dal match nel 5° set prima di cedere per 10-8. Passata la paura per la grande sorpresa che stava per materializzarsi (Dent era dato 7 a 1 dai bookmakers) al terzo turno ha vita facile contro Adriano Panatta, così come contro Jaime Fillol che chiude la prima settimana del torneo terribilmente funestata dalla pioggia che ha fatto cancellare tantissimo match in tutte le specialità. Ai quarti di finale ad attenderlo c’è il detentore del titolo Jan Kodes, vincitore della peggiore edizione della storia dei Championships con una settantina di top player che la boicottarono. Match molto combattuto, ma alla fine è Jimbo ad avere la meglio. In semifinale c’è Dick Stockton, americano pure lui e unseeded. Perso il primo set, non ci sono ulteriori problemi per Jimbo che non manca l’occasione per mandare una frettina agli organizzatori del Roland Garros:”Sono stato bandito dal torneo francese e questo mi ha permesso di prepararmi meglio per i tornei sull’erba a cominciare da Manchester e Nottingham, penso che mi abbiano fatto un favore”. Meravigliato è anche il manager Riordan che aggiunge:”Non ho mai visto un giocatore con questa forza mentale”. La sfida finale è uno scontro generazionale a tutti gli effetti: Ken Rosewall ha 39 anni (40 anni a novembre) è stato, ed è, un mito vivente del tennis mondiale, il torneo di Wimbledon è e sarà sempre la sua più grande lacuna, ma non si ha potuto partecipare per una decade, ed ora è lì ad un passo dalla gloria, ma non può nulla contro la freschezza del giovane Connors che vince il 99 minuti per 6-1 6-1 6-4, in un match praticamente senza storia.

Archiviata la stagione sull’erba europea i migliori del mondo vanno negli USA. Il primo torneo della stagione americana disputato da Jimbo è quello sulla terra verde di Indianapolis. In questo particolare contesto è sempre accompagnato dalla fidanzata Chris Evert che sulla terra battuta ci sapeva fare. Il seeding è imbottito di terraioli, ci sono: Manuel Orante, Guillermo Vilas e soprattuto Bjorn Borg che diventerà da lì a qualche anno il GOAT su clay. I veri protagonisti di questo torneo sono proprio l’americano e lo svedese che arrivano in finale. Per loro si tratta della seconda sfida uno contro l’altro, la prima era stata sul cemento indoor di Stoccolma dove aveva vinto il teenager Borg per 6–4, 3–6, 7–6(2). Questa volta è Jimbo ad avere la meglio e dichiara:”Ho vinto un torneo sulla terra battuta e tutti dicono che non sono un giocatore da terra battuta, incluso me stesso”.

La tappa successiva è il Canadian Open giocato sempre sulla terra verde. Qui Connors esce prematuramente nel terzo turno per mano di Juan Gisbert, ma questa sconfitta non scalfisce la psiche dello statunitense. “Sono il vincitore di Wimbledon e sono rilassato nonostante la sconfitta”.

l’Eastern Lawn Tennis Open, torneo giocato sull’erba e di preparazione agli US Open, è un ottimo torneo per il riscatto di Jimbo che su questa superficie ha vinto già 3 tornei e non ha subito nessuna sconfitta. Non ha problemi ad arrivare fino in finale battendo in sequenza di Scott Carnahan, Mark Farrell, Billy Martin e Kim Warwick, ma a causa di un virus intestinale che gli ha provocato vomito e capogiri è costretto a dare forfait e a beneficiarne è Alex Metreveli che vince per walkover. Tutti rimangono in apprensione per l’imminente US Open che sta per essere disputato a Forest Hills, ma Jimbo tranquillizza tutti ribadendo la sua partecipazione all’ultimo Slam stagionale.

Agli US Open la prima testa di serie e l’uomo più atteso è Jimbo, ma all’inizio della manifestazione la situazione non è per nulla serena. La gastrointerite patita a South Orange sembra averlo debilitato non poco e i sintomi continuano a manifestarsi. Bill Trabert, direttore del torneo, non può certo prescindere della presenza di Connors così decide di posticipare di un giorno l’esordio del campione statunitense. Anche la pioggia sembra essere a favore di Jimbo che fa slittare ulteriormente il suo debutto, situazione che torna senz’altro comoda. I 2 protagonisti più attesi sono Connors e Smith, ma tutti si dimenticano di un australiano che già a Wimbledon aveva detto la sua. Connors non trova particolari difficoltà nel suo percorso: vince all’esordio contro Jeff Borowiak, poi contro lo svedese Ove Bengtson. Nel giorno del suo 22esimo compleanno vince contro l’australian John Alexander e si capisce che è un Connors in grande forma:”Ho la stessa forma che avevo a Wimbledon in questo momento del torneo”. Battuto anche il 3 volte campione Slam Jan Kodes per 7-5, 6-3, 5-7, 6-2, si ritrova ai quarti di finale il sovietico Alex Metreveli che non aveva potuto affrontare nella finale di South Orange. I precedenti tra i 2 dicono 1-1 e l’ultima sfida era stata vinta da Metreveli a Wimbledon nel 1973. Connors perde solo il primo set dopo essere stato avanti 3-0, ma non ha problemi nei rimanenti parziali vinti per 6-3, 6-4 6-1. In semifinale c’è il coetaneo Roscoe Tanner, molto forte al servizio, ma mentre Tanner ammette di preferire l’erba come superficie, Connors invece sente di porter vincere “sull’erba, terra battuta e bottiglie rotte”. Rinviata in un primo momento per pioggia, la sfida con Tanner si chiude in 3 set, con i primi 2 finiti al tie-break. La finale è il remake di quella di Wimbledon con Rosewall che sorprende tutti e a 39 anni disputa la sua seconda finale Slam consecutiva, ma non può nulla contro la straripante forma di Jimbo che vince per 6-1, 6-0, 6-1 in un’ora e 8 minuti in quella che era e rimarrà la finale più dominata della storia degli Slam. Dopo la vittoria a Forest Hills e quindi con 3/4 di Grande Slam in tasca gli esperti di tutto il mondo si chiedono dove collocare Jimbo e già inizia ad essere paragonato ai grandissimi del passato come Tilden, Gonzales e lo stesso Laver che era ancora in attività.

Dopo Forest Hills i migliori del mondo si spostano in quel di Los Angeles per il classico appuntamento sul cemento del Pacific Southwestern Open, il montepremi è molto: $100,000 e c’è un seeding prestigioso con Connors da una parte e Smith dall’altra. Stan esce già al primo turno e Connors ha la strada spianata per il successo, prima ha la meglio sul 39enne Malcolm Anderson, poi Brian Teacher, Ross Case con cui lotta solo nel primo set vinto per 7 punti a 5 del tie-break. In semifinale dispone di Andrew Pattison. In finale ha la meglio su Harold Solomon che viene indicato come uno dei più piccoli del circuito e per questo poco propenso a contrastare passanti e lob. Connors vince $16,000 e si prende una pausa di una settimana perchè “si sente mentalmente stanco”.

Si rimane sulla west coast e da Los Angeles si passa a San Francisco per il Pacific Coast con montepremi da $100,000 giocato nello storico Cow Palace. Primo turno facile per Jimbo che ha la meglio su Dick Dell, poi John Yuill e Dibbs. Il The Bakersfield Californian si chiede se Jimbo sia diventato invincibile dopo la sua 21a vittoria consecutiva, ma la gufata era bella che servita, perde contro Onny Parun e colleziona così la sua quarta sconfitta stagionale. Ma la notizia che più suscita scalpore è il rinvio, che poi porterà alla cancellazione, delle nozze con Chris Evert. All’epoca i giornali non avevano trovato un motivo particolare per questa decisione, ma successivamente Connors dirà che tutto era nato dalla decisione di Chris di abortire senza il consenso del compagno.

Alla fine della stagione la corsa per i $100,000 dollari del Grand Prix è ancora aperta ed essendo una classifica cumulativa e non dettata dalla media come quella che determina il ranking ATP è ancora aperta e Connors aggiunge un altro titolo alla sua magica collezione del 1974 in quel di Londra nel $72,000 Dewar Cup indoor.

Alla fine della stagione Connors e Vilas si contendono la leadership nel Gran Prix, al poeta basta vincere il primo turno in Argentina qualsiasi risultato raggiunga Jimbo al South African Open. Vilas vince in quel di Buenos Aires e si assicura il primo posto, ma non manca di lamentarsi della mancata leadership nel ranking ATP che sarà una costante in tutta la sua carriera e anche dopo. L’ultimo capolavoro di Jimbo per il 1974 arriva all’Ellis Park con la vittoria in finale contro Arthur Ashe per 7-6 6-3 6-1.

Qualificato di diritto per il Masters che si sarebbe giocato a Melbourne, sull’erba, Connors saluta la truppa e rifiuta con poca cortesia l’invito a partecipare per protestare contro la sua mancata partecipazione al Roland Garros.

Titolo vinti:

1) Australian Open, Melbourne
2) Roanoke International Tennis, Roanoke
3) Little Rock Open, Little Rock
4) Birmingham International Indoor Tennis Tournament, Birmingham
5) U.S. Indoor National Championships, Salisbury
6) Hampton Open, Hampton
7) Salt Lake City Open, Salt Lake City
8) Tempe Open, Tempe
9) Manchester Open, Manchester
10) Torneo di Wimbledon, Wimbledon     
11) U.S. Men’s Clay Court Championships, Indianapolis
12) US Open, New York
13) Los Angeles Open, Los Angeles
14) Dewar Cup, Londra
15) South African Open, Johannesburg

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