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Felici e perdenti: chi ha deluso nel 2015?

Rafael Nadal

Continua la rubrica a cura di voi utenti che avete voluto dedicare un poco del vostro prezioso tempo per scrivere un racconto, un articolo, una raccolta di emozioni che il tennis ha lasciato nella vostra mente. Ancora una volta è BB a offrirci un punto di riflessione, dopo i momenti “ooooh”.

The winner takes it all, cantavano gli Abba. The loser standing small. Ma nel 2015, chi ha vestito una taglia extra small?

Tomas Berdych, del tutto incomprensibile il perché del soprannome Perdych affibiatogli dai soliti maligni. Un signor (30 anni suonati) giocatore, nulla da dire, gioco pulito e preciso, da anni insediato nella top 10, chiude il 2015 al 6° posto, dopo aver raggiunto il suo best ranking il 18 maggio al numero 4. Bravissimo, eccellente. Se non fosse che ha vinto solo Stoccolma e Shenzen, 250, a fine stagione. Per uno che spesso si definisce il più forte tennista in attività senza slam, un po’ pochino. Ma c’è un lieto fine anche per lui: ha sposato Ester, pare si possa (debba?) accontentare di far faville a letto e non in campo.

Kei Nishikori, l’uomo d’acciaio, l’indomito samurai del Sol Levante, capello a spazzola e bandana alla Marrabbio, sorriso accecante. Dopo la strepitosa finale US raggiunta nel 2014, dopo il mirabolante successo nel 500 di Barcellona, qualcuno si sbilancia e lo butta a casaccio fra i favoriti del Roland, ultimo test decisivo che lo proietterà nell’Olimpo dei grandi. Ma il povero Kei viene proiettato solo da un’infermeria all’altra, bendato e ribendato come una mummia egizia, chiudendo dignitosamente l’anno all’ 8° posto e ricevendo il prestigioso premio di “Reduce e invalido di guerra 2015”.

Marin Cilic, il miracolato. sì, agli US Open 2014, ma a differenza del miracolo di San Gennaro che, puntuale come un orologio svizzero, si ripete incredibilmente allo stesso giorno e alla stessa ora ogni anno, a Medjugorje le cose non funzionano così. Marin scivola al 13° posto ma con grande orgoglio conquista la semifinale US, giocando contro Djokovic un match che rimarrà nella top ten delle 10 peggiori semi slam di sempre. Era infortunato ad una caviglia. Certo. E il resto dell’anno?

Grigor Dimitrov, quando un soprannome può uccidere. Baby-Roger purtroppo gli resterà appiccicato addosso anche a 30 anni, ma è chiaro già oggi che di cose in comune con Federer ne ha solo una, e non è il caso di menzionare quale. Sarà stata colpa della Sharapova, troppo gnocca, lo distraeva. E allora è passato nel giro di due mesi ad una fidanzata brutta, Nicole Scherziger… Ora si sta concentrando per (far) venire fuori il meglio di sé, nel 2016.

Nick Kyrgios, il giovanotto promettente sta pensando di lasciare definitivamente il tennis dopo il lancio della sua linea d’abbigliamento “KKKK.Banged.Your.GF.” Peccato, lo si attendeva con ansia a Wimbledon, ma il regno del tennis, del bianco e dello stile non è un paese per tamarri. Gasquet in Lacoste insegna.

Rafael Ei Fu Nadal Parera da Manacor, quasi un epitaffio, duro come il marmo, piombato tra capo e collo sul torero incornato. A un passo dall’uscita dalla top 10 a fine maggio, chiude l’anno per la prima volta dal 2005 senza slam e senza 1000. Ebbene sì, persino su terra, persino in casa, persino con Murray (non certo il terraiolo più forte in circolazione) è riuscito a perdere. Si salva non infortunandosi mai- e anche questo è un mezzo record dal 2005- e giocando meglio indoor che sul rosso. Un piede fuori dalla fossa?

…di BB.