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Saranno famosi: quanto contano le vittorie Slam da junior?

LONDON, ENGLAND - JULY 07: Gianluigi Quinzi of Italy kisses the trophy following his victory in the Boys' Singles Final match against Hyeon Chung of Korea on day thirteen of the Wimbledon Lawn Tennis Championships at the All England Lawn Tennis and Croquet Club on July 7, 2013 in London, England. (Photo by Mike Hewitt/Getty Images)

 

Il panorama del tennis mondiale da qualche decennio a questa parte è organizzato in maniera capillare e tutti i tornei di tennis del mondo fanno parte di una determinata categoria a sua volta tutte gerarchizzate: si va dai tornei del Grande Slam fino ad arrivare alle centinaia e centinaia di Futures che si giocano in tutto il mondo in cui molto spesso mancano raccattapalle e giudici di sedia. Ad un livello ancora inferiore ci sono i tornei juniores a cui possono partecipare i giocatori under 18 e che sono il trampolino di lancio della carriera di tantissimi campioni. Un giovane tennista che vuole mostrare le proprie potenzialità si iscrive ad un circolo, prestigioso o meno ha poca importanza, e inizia a disputare tornei che in base ai risultati possono diventare sempre più importanti: molti rimangono nel limbo delle categorie inferiori che non sono necessariamente Futures, ma molto più in basso come seconda o terza categoria che fanno riferimento alla “Serie A” di quella determinata Federazione nazionale, questi eventi non possono darti quella visibilità che hanno tanti tornei junior, soprattutto quelli disputati nell’ambito dei tornei del Grande Slam e quelli di Grade A, meno famosi, ma che sono sempre state fucine di campioni come l’Orange Bowl (tennis, no football americano).

Ma noi ci chiediamo: la vittoria di qualche torneo importante della categoria juniores quanto vale? E soprattutto: a delle ottime prestazioni in questa categoria corrispondono poi dei successi a livello professionistico? Per entrambe le domande la risposta è NO, no perché vincere uno slam Junior non ha una grande importanza visto e considerato che nei tabelloni sono spesso presenti tennisti di età diverse e quelli che sono eleggibili per l’ultimo anno hanno un maggiore potenziale rispetto a quelli più giovani, in parole povere si è molto più forti a 18 anni piuttosto che a 17 o 16, cosa che non avviene superata la soglia dei 20 in cui si è raggiunto uno sviluppo fisico ormai quasi permanente e gli squilibri ormonali sono minimi. No, perché se andiamo ad osservare l’albo d’oro dei tornei dello Slam notiamo tanti, tantissimi giocatori che dopo un exploit a livello juniores non hanno confermato le attese vincendo poi uno Slam da professionisti, alcuni hanno avuto una onorevole carriera, ma hanno sempre mancato l’alloro più prestigioso.

Australian Open

La terra dei canguri è stata fin dalle origini del tennis una fucina di grandissimi campioni che hanno saputo tenere testa se non essere superiori alla superpotenza USA che per diversi motivi geopolitici poteva contare su maggiori mezzi finanziari e ovviamente su un bacino di praticanti superiore. Sembrerà strano, ma è stato proprio l’ultimo Slam a livello senior ad introdurre per primo dei tornei riservati alla categoria under 18. L’Australasian Championships, oggi Australian Open, era nato solo nel 1905 e introdusse nel 1922 diverse categorie che mancavano come i tornei femminili e i già citati tornei junior. I primi nomi che saltano fuori sono entrati nel dimenticatoio, difficile ricordarsi di tennisti quali: lan Yeldham , Leonard Cryle e Alan Coldham. Ma dal 1926 al 1929 Jack Crawford (non quello de “il silenzio degli innocenti”) mette a segno un poker unico nella storia del torneo e degli Slam in generale. Evidente era il suo strapotere e da lì un poi diventerà un grandissimo tennista a livello senior, forse può essere considerato il primo grande tennista australiano della storia, la prima leggenda, o il secondo se consideriamo Antony Wilding suo connazionale. Wilding era neozelandese, ma in quegli anni Australia e Nuova Zelanda erano unite sotto la stessa bandiera, così i successi dell’Australasia erano frutto di questo splendido connubio. Crawford vincerà 4 volte gli Australian Championships, a cui si aggiungeranno i ben più importanti French Championships e soprattutto Wimbledon. Nel 1933 sarà ad un passo dal realizzare il Grande Slam perdendo in finale solo a New York contro Fred Perry.

Nel periodo pre Seconda Guerra Mondiale non mancano le vittorie aussie di grandi protagonisti del tennis mondiale: vincono Don Turnbull, ottimo doppista, Vivian McGrath che vincerà lo Slam di casa sia del singolare che nel doppio, Adrian Quist una leggenda del doppio e grande protagonista in Davis per la sua Nazionale vincitore di ben 10 titoli di doppio dello Slam Down Under e vincitore almeno una volta di tutte le prove dello Slam; sarà protagonista anche nel singolare. C’è anche John Bromwich che realizza un filotto di 3 vittorie da junior per poi ribadire la propria potenza anche a livello senior con 2 titoli in singolare e ben 8 in doppio nello Slam di casa, vincendo anche a Wimbledon e US National Championships. Nell’ultima edizione prima della Guerra emerge un nuovo talento: Dinny Pails vincitore nel 1947 dello Slam australiano e che sarà protagonista anche nel circuito professionistico, ma con un ruolo marginale.

La Seconda Guerra Mondiale blocca il torneo dal 1941 al 1945, ma alla ripresa il fuoco che stava covando sotto la cenere delle macerie dei bombardamenti riprende vita e non si fermerà più dando alla luce grandissimi campioni, alcuni dei quali leggende in senso assoluto.

Nel Secondo Dopoguerra si fa fatica a trovare un nome sconosciuto, altresì è molto semplice leggere nomi che saranno dei grandissimi del tennis australiano e mondiale. La prima edizione è del 1946 con vincitore Frank Sedgman, classe 1927 sarà un grande protagonista a livello senior da dilettante vincendo gli Australian Championships nel 1949 e 1950 e sarà protagonista della stagione 1952 con finale al Roland Garros e vittorie a Wimbledon e Forest Hills che lo fecero entrare nelle grazie di Jack Kramer che lo scelse per le World Series del 1953, da qui nascerà un’ottima carriera anche da professionista con 2 successi al Wembley Pro, uno al French Pro e uno nell’Australian Pro. Oltre a tantissimi altri tornei di singolare completerà il Grande Slam nel doppio nel 1951 e vincerà anche tutte le prove del doppio misto almeno una volta in carriera.

A succedere a Sedgman saranno Don Candy, discreto tennista a livello senior, e soprattuto Ken McGregor che sarà il suo compagno di doppio di Sedgman nel Grande Slam del 1951 e poi protagonista anche nel mondo professionistico. Nel 1949 “finalmente” un carneade, tale Clive Wilderspin, di cui si sono perse le tracce prima di avere nomi che fanno il botto.

Nel 1950 si affaccia nel panorama del tennis mondiale Kenneth Robert Rosewall, detto Ken, che sarà una leggenda con i suoi 8 Slam che fanno poca impressione. Lo fanno molti di più i 133 titoli, il Grand Slam Pro del 1963, il super 1962, e le storiche finali a 39 anni a Wimbledon e US Open. A succedergli nell’albo d’oro sarà Lew Hoad, grande amico di Ken e anche lui una leggenda, una leggenda sfortunata costellata da grandi exploit e grandi flop come il mancato Grande Slam del 1956, il suo ritardo nel passaggio nei pro e la miriade di infortuni che lo perseguiteranno per tutta la carriera.

Dopo il bis di Rosewall nel 1952 segue una lista di semisconosciuti come: Bill Gilmour Sr., Billy Knight, Gerry Moss, Bob Mark (quest’ultimo non tanto sconosciuto e saprà farsi valere nel doppio).

Nel 1957 è la volta di Rod Laver, il più grande di sempre? Forse sì, inutile stare a dire cosa ha fatto, impossibile dire che cosa non ha fatto, i suoi 2 Grand Slam parlano da soli e se proprio il primo non si piace c’è quello nascosto del 1967 che tanto male non fa.

A Laver seguiranno dei discreti tennisti senior: Martin Mulligan e Butch Buchholz, poi c’è lo sconosciuto Will Coghlan, che precede un altro grande australiano, non una leggenda ma i suoi 7 Slam non sono da sottovalutare, stiamo parlando di baffone John Newcombe, vincitore del torneo junior di casa per 3 anni consecutivi. A seguirlo sarà un altro grande aussie: Tony Roche.

Da questo momento in poi l’Australian Open entra in quel limbo che lo caratterizzerà fino alla fine degli anni ’80 e anche il torneo junior ne risente non sfornando campioni; fanno eccezione solo: Phil Dent, John Alexander e Paul McNamee, ma ci sono dei nomi che sono rimasti nell’oblio come Harry Britain, Ray Kelly e Pat Serret. Un po’ più famosi ma non certo delle leggende saranno: Greg Whitecross, Craig Miller, Jörgen Windahl, Mark Kratzmann. A spezzare questa carellata di sconosciuti sarà lo svedese Stefan Edbeg che è il primo e finora ultimo a completare il Grande Slam da junior, da pro vincerà 6 prove dello Slam non vincendo mai però il Roland Garros.

Dopo il 1986 in cui non si giocherà il torneo non spicca nessuno se non Nicolas Kiefer vincitore nel1 1995. Altri vincitori di rilievo sono: Andy Roddick, Janko Tipsarevic, Marcos Baghdatis e Gaël Monfils che nel 2004 chiuderà 3/ di Grand Slam. Negli anni 2000 anno vinto le speranze ancora inepresse di Bernard Tomic, Nick Kyrgios e il giovanissimo Alexander Zverev, oltre a diversi tennisti che si sono persi nell’oscurità: Alexandre Sidorenko, chi è costui?

Roland Garros

Il tennis francese non ha mai espressi grandi talenti a partire dal secondo dopoguerra. Esaurita l’epopea degli anni ’20 e ’30 dei leggendari 4 moschettieri, soprattutto con Henri Cochet e Renè Lacoste la Francia non ha saputo sfornare grandissimi talenti, tranne qualche eccezione, però neanche lontanamente paragonabili ai moschettieri, tra tutti spicca Yannich Noah e ai giorni nostri Cedric Pioline e Jo Tsonga, finalisti Slam, ma nessuno mai vincitore e soprattutto profeta in patria.

I carneadi dell’albo d’oro junior del Roland Garros sono molto numerosi, il primo a essere famoso è il già citato Ken Rosewall che realizza la doppietta Australian-French Championhips nel 1952, prima di lui solo tennisti che non sono rimasti impressi nell’immaginario collettivo, difficile ricordarsi di Jacky Brichant, Kurt Nielsen (questo forse sì per la sue 2 finali a Wimbledon), Jean-Claude Molinari (usato come sparring partner nei tornei professionistici), Roland Dubuisson e Ham Richardson.

Nel 1954 vince Roy Emerson ricordato per i suoi 12 Slam vinti quando i migliori giocavano dei professionisti, ma rimane pur sempre un top player, non una leggenda, ma sempre un grande giocatore. Nel 1955 vince una dei più grandi terraioli della storia e sicuramente numero 2 di Spagna dietro a Nadal, Andres Gimeno che si prenderà diverse soddisfazioni, ma che purtroppo essendo passato subito al professionismo entrerà nel dimenticatoio prima di vincere il torneo che più lo rappresenta che è appunto il Roland Garros del 1972. Tra le vittorie nascoste vogliamo ricordare quella del torneo pro di Barcellona del 1966, sicuramente il Major Clay di quell’anno superiore di diverse spanne al Roland Garros.

Nel 1961-1962 Newcombe sarà la doppietta Australian-French Champs . Le leggende arrancano a Parigi così leggiamo solo nomi di discreti tennisti: Butch Buchholz, Ingo Buding (2 volte), Nicky Kalogeropoulos (GOAT greco), Gerald Battrick e Vladimir Korotkov. Tra tutti emerge Cliff Richey, forse uno dei più grandi a non aver mai vinto una prova dello Slam e vincitore della prima edizione del Grand Prix nel 1970.

Il Roland Garros è La Mecca dei terraioli e diversi tennisti ascrivibili a questa categoria sono passati da qui: Antonio Muñoz, uno sbarbatello Corrado Barazzutti e Víctor Pecci. Finalmente nel 1977 si legge un grosso calibro come John McEnroe che però non riuscirà mai a replicare il successo a Parigi nella categoria senior, nel 1978 ci sarà Ivan Lendl grande protagonista nello Slam francese e Mats Wilander vincitore 3 volte del Roland Garros e di 7 titoli dello Slam.

Primo di ripassare per il Grand Slam di Edberg troviamo Tarik Benhabiles di cui si sono perde le tracce. Seguono uno sfilza di giocatori più o meno bravi: Kent Carlsson, svedese, mediocre terraiolo, Jaime Yzaga, peruviano con una discreta carriera, famoso per aver sconfitto clamorosamente Pete Sampras agli US Open del 1994, ma allora il tennis lo seguivano in pochi e soprattutto non c’era Internet e il web 2.0 e nessuno si è mai sognato di creare un “Premio Yzaga”. Segue la doppietta di Guillermo Pérez Roldán, poi Nicolás Pereira e poi il mago Fabrice Santoro a cui è mancato l’acuto, ma che ha saputo deliziare il pubblico con delle prodezze non indifferenti. Nel 1990 vince il nostro Andrea Gaudenzi, famoso in Italia solo perché italiano e perchè dopo questo successo ci si aspettava una carriera molto brillante. Il vincitore del 1991, Andrei Medvedev, si spingerà fino in finale nel 1999 perdendo solo da Agassi. Dopo qualche anno di buio notiamo i noti di Mano de Petra Fernando Gonzalez finalista agli Australian Open del 2007. A seguire c’è Guillermo Coria che arriverà in finale perdendo dal connazionale Gaston Gaudio nel 2004 in una delle più grandi sorprese del Roland Garros dove non sfrutterà 2 match point a proprio favore. Altri vincitori di rilievo sono Richard Gasquet, Stan Wawrinka che trionferà nel torneo senior nel 2015, Gael Monfils, Marin Cilic vincitore a New York nel 2014. Quello di Marin è l’ultimo nome famoso, dal 2006 in poi il vincitore della categoria junior non si è ancora affermato chissà se uno tra Vladimir Ignatic, Yang Tsung-hua, Daniel Berta, Agustin Velotti, Bjorn Fratangelo, Kimmer Coppejans, Christian Garín, Andrey Rublev, Tommy Paul riuscirà a sfondare.

Wimbledon

Il Torneo di Wimbledon è sicuramente il torneo più importante del mondo si dimentica spesso che si gioca in Gran Bretagna per cui i tennisti di casa dovrebbe avere un maggiore riguardo rispetto agli altri. Ma di inglesi forti, o meglio britannici, dai tempi di Fred Perry se ne sono visti pochi, pochissimi, ecco che l’albo d’oro juniores ne risente. Nato dopo la Seconda Guerra Mondiale è forse quello che in percentuale ha il maggior numero di sconosciuti: Staffan Stockenberg, John Horn, Johann Kupferburger, Bobby Wilson sono solo un paio di giocatori mai esplosi. Il primo che ha avuto una buona carriera è Manuel Orantes vincitore sulla terra verde di Forest Hills nel 1975. Nel 1972 vince l’orsetto svede Bjorn Borg a soli 16 anni e vincerà il torneo senior per 5 volte consecutive. Chris Lewis arriverà in finale contro Mac. Ivan Lendl fa la doppietta Roland Garros-Wimbledon ma i Championships saranno sempre il suo più grande rimpianto. Nel 1982-1983 ritroviamo 2 futuri vincitori: Pat Cash e Stefan Edberg. Come di consueto segue una sfilza di sconosciuti tra tutti Diego Nargiso famoso solo per NON essere stato un grande tennista dopo il suo exploit nel 1987. L’unico nome di rilievo negli anni ’90 è quello di Roger Federer, vittorioso nel 1998 e poi vincitore per 7 volte del torneo senior. Nessuno dei vincitori post Federer ha avuto modo di esplodere a livello senior, compreso il nostro Gianluigi Quinzi che sembra, per il momento, perduto tra Futures e infortuni. Forse un nome lo possiamo tirare fuori ed è quello di Grigor Dimitrov, vincitore nel 2008, chiamato troppo presto “baby Federer” di cui ci si aspettava una carriera migliore, ma ha ancora tempo per rifarsi.

US Open

Gli Stati Uniti sono quelli che nel corso della storia hanno sfornato il maggior numero di campioni, ma quasi nessuno, se non nessuno, è passato dal torneo juniores di casa, questo per diversi motivi, uno tra tutti è che negli USA ci sono altri circuiti e tornei in cui far giocare i talenti emergenti sono numerosissimi non ultimo il torneo NCAA (College) da cui emerse Jimmy Connors tra i tanti. Il torneo è nato solo 1972 ha avuto pochissimi talenti nel suo albo d’oro, tra i tanti emergono solo: Pat Cash ed Edberg negli anni ’80, nei ’90 ci sono sono David Nalbandian ed Andy Roddick. Dal 2002 segue un trio niente male: Gasquet, Tsonga, Murray. Come tutti gli altri tornei chiudono tanti talenti inespressi che forse avranno modo di entrare nella storia (forse )come Borna Coric e Jack Sock.