Nati negli anni ’90: non è una generazione di fenomeni
Nel 1994 il telecronista della RAI Jacopo Volpi coniò l’espressione ‘generazione di fenomeni’ per riferirsi ai giocatori della Nazionale italiana di pallavolo che a partire dal 1990 avrebbe dominato il mondo riuscendo a vincere 3 mondiali consecutivi e tantissimi altri titoli stabilendo un dominio che non si era mai visto e difficilmente ripetibile. Ma, purtroppo, in quegli anni come una sorta di legge del contrappasso, nel mondo del tennis non è venuto alla luce nessun ‘fenomeno’, ma vediamo il dettaglio.
L’oggetto della mia indagine è la valutazione dell’attuale generazione di giovani (on più giovanissimi) tennisti, alla luce dei dati attualmente a disposizione, adoperando, come unico criterio ordinatorio, il numero di slam conquistati. Mi riferisco in particolare ai tennisti nati dal 1990 al 1994, ovvero ai tennisti che rientrano in una fascia di età compresa tra i 21 e i 25 anni.
La scelta è dovuta al fatto che, storicamente, è in questa fascia di età che i tennisti raggiungono il loro – cosiddetto – ‘prime’. Per fare qualche esempio, posso inconfutabilmente affermare che Federer sia esploso definitivamente nel 2004, a 23 anni, conquistando 3 slam su 4; Nadal nel 2008, a 22, battendo proprio Federer in finale a Wimbledon; Djokovic nel 2011, a 23 anni e mezzo, concludendo l’annata che tutti ricordiamo bene (benché fosse già un giocatore di vertice e vincitore slam da alcuni anni); inoltre registro che, tutti i campioni plurititolati slam nati negli ultimi 60 anni, hanno raggiunto la prima finale in un torneo dello slam tra i 19 e i 22 anni (fanno eccezione soltanto il precocissimo Becker, capace di disputare e vincere la prima finale Wimbledon a 17 anni ed 8 mesi, e il ‘ritardatario’ Wawrinka, che ha giocato e vinto la sua prima finale slam a quasi 29 anni).
Procediamo dunque con l’analisi comparativa della generazione dei tennisti ’90-’94 con quelle precedenti. Dividiamo convenzionalmente le generazioni precedenti in sette ‘quinquenni di nascite’, andando a ritroso. E’ una soluzione del tutto convenzionale, e, per prevenire obiezioni, sappiamo benissimo che le generazioni – così definite – si sono fra loro intrecciate, anche in virtù della longevità di alcuni tennisti. Tuttavia è necessario fissare dei paletti prestabiliti, per effettuare l’indagine.
Ebbene, siamo partiti ad analizzare il quinquennio di ‘nascite’ tennistiche che va dal 1955 al 1959. E’ la leggendaria generazione di Bjorn Borg (‘56) e John McEnroe (’59), che hanno conquistato, insieme, ben 18 titoli dello slam (11 Borg, 7 McEnroe). L’unica altro giocatore di quel quinquennio in grado di vincere un torneo del Grande Slam è stato il sudafricano Johan Kriek (’58), due volte vincitore dell’Australian Open nel 1981 e nel 1982. Totale complessivo: 20 titoli dello slam.
Passiamo alla generazione successiva. Dal 1960 al 1964 nascono Ivan Lendl (’60), Yannick Noah (’60) il famigerato Andre Gomez Santos (’60), protagonista dell’incredibile vittoria in finale con Agassi al Roland Garros del 1990 e Mats Wilander (’64). Totale: 17 titoli dello slam vinti.
Le prime due generazioni prese in considerazione sembrerebbero piuttosto equilibrate come numero di titoli slam conseguiti. Va detto – doverosamente – che John McEnroe, nato il 16 febbraio del 1959, si pone nell’immaginario collettivo come anello di congiunzione tra le due, avendo poi ingaggiato memorabili sfide con il suo – quasi – coetaneo Ivan Lendl, nato un anno più tardi, il 7 marzo 1960.
La terza generazione di vincitori slam, a seguire, è quella di Stefan Edberg (’66) e Boris Becker (’67) protagonisti di duelli memorabili sui prati di Wimbledon, ancora impressi nella memoria degli appassionati, e capaci di conseguire 6 titoli dello slam. Insieme a loro, nel quinquennio ’65-’69, nascono anche Pat Cash (’65), Thomas Muster (’67) , Petr Korda (’68), che potremmo comunemente definire tennisti ‘monoslam’. Totale complessivo di questo quinquennio: 15 titoli dello slam.
Proseguiamo ora ad esaminare una generazione fortunatissima: quella del ’70-’74. Compaiono nomi di rilievo come André Agassi (’70), Jim Courier (’70), Pete Sampras (’71), Evgenij Kafelnikov (’74). Senza dimenticare Sergi Bruguera (’71) e Patrick Rafter (’72). Assieme ai vincitori ‘monoslam’ Goran Ivanisevic (’71), Richard Krajicek (’71), Michael Chang (’72), questo gruppo di grandi tennisti è riuscito a conseguire complessivamente la bellezza di 35 titoli dello slam, ad oggi record assoluto di questa speciale classifica.
La successiva generazione rappresenta invece l’anello debole della catena. Parliamo del quinquennio ’75-’79. L’unico vero campione sarà l’indimenticato Guga Kuerten (’76), capace di vincere tre titoli sulla terra rossa del Roland Garros. Oltre a lui, soltanto tennisti ‘monoslam’: Alberto Costa (’75), Thomas Johansson (’75), Carlos Moya (’76) e Gaston Gaudio (’78). Totale: 7 titoli dello slam.
A seguire, la più discussa delle generazioni, quella di appartenenza di Roger Federer (’81). Tra il 1980 ed il 1984, oltre allo svizzero, diciassette volte campione slam, sono comparsi nel nostro mondo anche Marat Safin (’80) e Lleyton Hewitt (’81), vincitori di due slam ciascuno, Juan Carlos Ferrero (’80) ed Andy Roddick (’82), entrambi vincitori di un solo titolo dello slam, nel 2003, l’uno al Roland Garros ed il secondo agli US Open (dove Roddick batté in finale proprio Ferrero). L’unico giocatore titolato ancora in attività di questa generazione è Roger Federer. L’attuale bottino ammonta a 23 slam complessivi.
In epoca più recente, ecco comparire i fenomeni Rafael Nadal (’86) e Novak Djokovic (’87), vincitori al momento rispettivamente di 14 e 11 titoli dello slam. Si tratta della supercompetitiva generazione ’85-’89, che vede tra le sue fila anche Stanislas Wawrinka (’85) ed Andy Murray (’87) due titoli dello slam a testa, Marin Cilic (’88) e Juan Martin Del Potro (’88), entrambi vincitori ‘monoslam’ ed entrambi vincitori degli Us Open, il primo nel 2009 ed il secondo nel 2014. Tutti i tennisti titolati sono ancora in attività. Complessivi titoli: ben 31 slam.
Provenendo da un quinquennio capace al momento di conquistare 30 slam, e con la chiara prospettiva di incrementare ulteriormente il bottino, giungiamo ora alle note dolenti. La successiva generazione, quella dei nati tra il 1990 e il 1994 ad oggi, infatti, non conta alcun titolo dello slam in bacheca. I tennisti che più si sono avvicinati all’obiettivo sono Milos Raonic (’90), Jerzy Janowicz (’90) e Grigor Dimitrov (’91), i quali hanno raggiunto tutti e tre le semifinali a Wimbledon: Janowicz nel 2013, Raonic e Dimitrov nel 2014. Il giudizio su questa generazione è inevitabilmente sospeso. Lasciamo tuttavia al lettore trarre le sue deduzioni, rispetto ai dati storici forniti sulle precedenti generazioni. Ci limitiamo ad osservare che, storicamente, come visto, i plurivincitori slam delle generazioni precedenti hanno raggiunto la loro prima finale in un torneo dello slam tra i 19 e i 22 anni. Ad oggi, pertanto, un ipotetico (ed a noi attualmente sconosciuto) tennista della generazione sotto ‘inchiesta’, che fosse nato dopo il 15 settembre dell’anno 1994, potrebbe rientrare nella statistica dei plurititolati slam del passato e del presente, soltanto conquistando un titolo entro e non oltre il 2016. Nei primi duecento del ranking, l’unico che ha la carta d’identità giusta per una simile impresa è Adam Pavlasek, nato l’8 ottobre del 1994, oggi numero 160 ATP. Forse questo sconosciuto ci stupirà?
Sulle inferenze che questa speciale classifica potrebbe avere sulla più annosa delle dispute tennistiche, circa il campione più (o meno) ‘fortunato’ anagraficamente, rimandiamo al prossimo articolo di approfondimento.
……….by Nik