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Roland Garros: 10 match memorabili – Parte II

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Continua la rassegna delle più belle partite disputate al Roland Garros con la seconda e ultima parte in cui sono riportati altri 5 match che hanno fatto la storia dello Slam parigino e del tennis in generale.

 

Robin vs Batman

5) Quarto turno 2009. Robin Soderling b. Rafael Nadal 6-2 6-7(2) 6-4 7-6(2)

La madre di tutte le sconfitte si materializza al Roland Garros in una domenica di maggio. Il 4 volte campione e imbattuto Rafael Nadal con una striscia attiva di 31 vittorie consecutive soccombe sotto i colpi dello svedese Robin Soderling che per tanti anni rimarrà l’unico ad averlo battuto a Parigi e nella partita al meglio dei 5 set sulla terra battuta. Il primo set è dominio svedese con Robin che concede poco o nulla a Nadal, questi torna in partita nel secondo e vince il tie-break. Nel terzo Soderling brekka ad inizio parziale e mantiene il break fino alla fine e chiude per 6 giochi a 4. Nel quarto è Nadal ad andare avanti per 2-0, ma Soderling recupera e si va al tie-break, qui sale subito 6-1 e converte il secondo match point che ha sulla racchetta, Nadal perderà ancora a Parigi nel 2015 contro Djokovic, ma questa rimane una sconfitta bruciante e inaspettata per quello che aveva dimostrato Nadal sulla terra battuta sia prima dell’incontro, sia per quello che dimostrerà negli altri anni di carriera.

Nadal el conquistador de París

4) Finale 2008. Rafael Nadal b. Roger Federer 6-1, 6-3, 6-0

Mai si credeva che nell’era moderna si potesse concretizzare una simile impresa da parte di un giocatore contro il numero 1 del mondo. Rafael Nadal strapazza il suo eterno rivale Roger Federer concedendogli appena 4 game, appena uno in più di quelli che concesse Guillermo Vilas a Brian Gottfried nel 1977 (6-0 6-3 6-0). Ma erano altri tempi e le differenze in campo erano nette, invece nel 2008 Federer era destinato a vincere per la prima volta il Roland Garros dopo le 2 finali perse nel 2006 e nel 2007 e senza il peso del Grande Slam sulle spalle a causa della sconfitta con Djokovic in Australia. La partita si apre malamente per Roger che perde il turno di servizio subito dopo, sul servizio Nadal, ha 2 palle del contro-break, ma Rafa ha saputo annullarle di mestiere. Da qui in avanti inizia lo show maiorchino che gioca una delle sue migliori partite della carriera inanellando 6 giochi consecutivi complice anche un Federer particolarmente falloso e non in piena forma. Il parziale a favore del maiorchino è di 24 punti a 3 ma Federer all’inizio del secondo set ha avuto una piccola reazione che ha provocato i primi applausi dello Chathier evidentemente schierato con lui recuperando il break che Nadal aveva ottenuto in apertura. E’ arrivato fino al 3 pari con la possibilità di andare 4-3 e servizio, ma da lì in avanti si è spenta la luce.  Nadal infila 9 game consecutivi e vince per la 4a volta consecutiva la Coppa dei Moschettieri consegnatagli da Bjorn Borg che si vede così eguagliato il record di vittorie consecutive a Parigi ottenuto con le vittorie dal 1978 al 1981. Nell’intervista post-partita Nadal si sente un po’ in colpa per Roger che non è riuscito a giocare al meglio pur essendo ancora lui il più forte in assoluto. Roger dal canto suo risponde: “Faccio i complimenti a Rafa che ha giocato divinamente, meglio non si può”. Oltre alla Coppa Nadal vince il torneo senza perdere un set evento che non accadeva dal Roland Garros del 1980 vinto da Borg.

Stan the Man

3) Finale 2015. Stan Wawrinka b. Novak Djokovic 4-6, 6-4, 6-3, 6-4

Si chiude con un rovescio vincente una delle finali più spettacolari di sempre a Parigi con Stan Wawrinka che si aggiudica il secondo titolo dello Slam della sua carriera. Novak Djokovic vede sfumare sotto i propri occhi l’occasione di vincere finalmente il Roland Garros dopo che ci era andato vicinissimo nel 2012 e nel 2014, l’ostacolo era stato sempre l’invincibile Rafael Nadal che però questa volta si è presentato a Parigi malconcio e ai quarti, dopo aver lottato per un set, è stato spazzato via dal serbo senza complimenti. Quella contro lo spagnolo era stata una grande vittoria ma contro un giocatore che non c’entrava nulla con le altre versioni delle edizioni precedenti a testimonianza di tutto ciò gli 0 Masters con cui Rafa si era presentato a Bois de Boulogne evento mai accaduto in carriera.

Il pubblico che in molte occasioni gli era stato avverso questa volta è tutto dalla sua parte perché se non ci sono né Roger né Rafa in finale forse è meglio schierarsi con Nole. Il sorteggio viene vinto da Wawrinka che decide di servire e si capisce fin da subito che sarà un lungo pomeriggio di passione. Stan decide di giocarsela sullo scambio lungo e se dall’altra parte c’è il miglior ribattitore del mondo lo spettacolo è assicurato. Tutte le sfide tra i 2 negli Slam sono andate al quinto set, tra cui le 2 sfide memorabili a Melbourne nel 2013 e 2014 così tutti si preparano ad assistere ad una maratona in diretta mondiale (in realtà nel 2012 agli US Open i 2 avevano giocato una partita ma Stan si era ritirato sotto 2 set a zero). Djokovic gioca bene, nei suoi turni di battuta invece Wawrinka concede un po’ troppo e non è un cecchino. Annulla palle break a ripetizione e la fortuna può aiutarti una volta, 2 al massimo, ma alla terza paghi. Infatti sul 3-3 Stan sparacchia malamente tutte le palle sul suo servizio e, come se non bastasse, grazie ad un doppio fallo concede il break. Sul 5-4 e servizio Djokovic ci sono ancora delle speranze per lo svizzero di recuperare il set. Ha 2 set point sul 40-15 e Stan le annulla magistralmente procurandosi addirittura una palla del controbreak. Nole non ci sta e mette a segno 3 punti consecutivi e fa suo il parziale. 6-4.

La partita sembra segnata irrimediabilmente e un po’ come fece Federer contro Soderling nel 2009 non c’era altro che aspettare che il più forte portasse a casa altri 2 set per alzare il trofeo. Ma tutti si sbagliano. Stan non si scompone ed inizia a salire con il gioco, mette a posto il servizio e con i suoi vincenti manda in bambola Djokovic che non sa come uscirne. Tenta dei dropshot per stanare Wawrinka, ma sono molto prevedibili e facili da controbattere. Il servizio di Nole cala e concede sempre palle break ma Stan non è cinico e non ne approfitta e di contro si innervosisce fino a prendere a racchettate la rete. “Bordata di fischi per lui!!!”. La legge del pagherò vale anche per Nole che alla quarta occasione in cui concede palle break perde il servizio e anche il set, Nole sclera e spacca una racchetta. “Bordata di fischi per lui!!!”.

Il copione del match ormai sembra indirizzato verso una direzione con Stan al timone che non tentenna di fronte all’iceberg serbo. I vincenti sia di dritto che di rovescio si sprecano e nel sesto gioco, quando è al servizio Nole si ha un break a zero. Stan non tentenna e porta a casa anche il terzo parziale.

Nel quarto si ha la reazione d’orgoglio serba che si porta subito avanti 3-0, ma non ne approfitta ed è Stan a prendere di nuovo in mano le redini del gioco. Il pubblico vuole il quinto set, ma non verrà accontentato. Wawrinka pareggia e ottiene il break di vantaggio e ha l’occasione di portarsi avanti di 2 break e così avere la possibilità di chiudere. Nole è bravo a non farsi scivolare dalle mani il match, ma ormai i buoi sembrano scappati. Le palle break si sprecano e in questa sagra di occasioni concesse è lo svizzero ad uscirne vincitore e grazie ad un lungo linea di rovescio breakka e va a servire per la storia. The Man tira fuori tutto il campionario dell’IKEA e sembra assatanato. La velocità dei suoi vincenti è impressionante e quando sul match point piazza una fucilata tutto sembra finito. Il giudice di linea scende a guardare e la palla è fuori. Peccato. Nole vuole sfruttare questa occasione che il fato gli ha procurato e ottiene una palla break che non sfrutta. Male. Gli ultimi 2 punti sono la prima pagina e la quarta di copertina di questo romanzo: servizio vincente e vincente lungo linea di rovescio ad una mano che chiude la tenzone. Alla fine saranno 60 i vincenti per Stan, un numero enorme per la terra battuta. La premiazione è molto commovente e il pubblico applaude rumorosamente il perdente che piange e non può fare altro. La tensione è stata stellare e l’occasione persa è stata una delle più ghiotte della sua carriera, ma va dato merito comunque al numero 1 del mondo.

Il gatto graffia il mago

2) Finale 2004. Gastón Gaudio b. Guillermo Coria 0–6, 3–6, 6–4, 6–1, 8–6

La finale del 2004 è una di quelle favole che fanno amare tanto lo sport e il tennis in particolare. Nell’atto conclusivo si presentano due argentini completamente diversi: uno è Guillermo Coria, grande terraiolo, detentore del titolo di Monte Carlo e di una striscia interrotta solo prima dell’inizio del torneo ad Amburgo da Federer di 31 vittorie consecutive sulla terra battuta, l’altro è Stan Gaudio detto El Gato, anche lui terraiolo ma rispetto a Guillermo un perfetto sconosciuto, o meglio un discreto tennista che non ha mai avuto dei risultati così esaltanti. Tutti i pronostici sono a favore de “El Mago” Coria ma se qualcosa può andare storto allora ci andrà, dice una famosa legge di Murphy. Tutti gli argentini erano a tifare o per uno o per l’altro e si aspettavano il ritorno alla vittoria di un titolo dello Slam da parte di un connazionale dopo la vittoria agli Australian Open del 1979 da parte di Guillermo Vilas, ma nessuno di loro si aspettava una partita così intesa, 3 ore e mezza in cui il match ha cambiato continuamente padrone.

L’inizio dell’incontro sembra la solita routine in cui il campione afferma la sua superiorità con una certa autorevolezza. Dopo 2 set e mezzo Gaston sembra ormai destinato alla doccia e il parziale di 6-0 6-3 che subisce in apertura è abbastanza grave. I 15.639 spettatori dello Chatier ammirano la maestria del numero 3 del seeding, ma qualcosa stava cambiando e quando è Coria a sbagliare il pubblico un po’ antisportivamente applaude, molto probabilmente perché vorrebbe una partita vera. Guillermo si porta avanti 4-3 nel terzo set e il Centrale accenna ad una hola per incoraggiare Gaston. Ma ecco l’imprevisto, Coria inizia a sentire i crampi e sarà la fine per lui, ma non subito. Perde il terzo per 6 giochi a 4, ma quando è al quarto sull’1-1 non può far altro che chiamare il fisioterapista perché i dolori sono insopportabili. Coria perde completamente la bussola e invece di servire a 150 mph serve a 50 mph, per 20 minuti Gaston è Zorro e Coria il Sergente Garcia, il pubblico vorrebbe applaudire ma lo spettacolo non è granché anche se è l’underdog ad avere le redini del gioco. Il 6-1 è presto servito e il quinto set sembra pleonastico. Ma nel quinto set ecco il ritorno che non ti aspetti: Coria ritrova le energie non si sa come e dove e brekka l’avversario nel primo game, ad ogni cambio campo cerca di ritrovare le forze e beve dell’acqua e mangia una banana, le uniche cose che riesce a deglutire perché non vuole prendere integratori o sali minerali per paura di essere di nuovo squalificato come era già successo nel 2001 quando fu trovato positivo al nandrolone nel torneo di Barcellona e dopo una prima qualifica di 2 anni, gli fu ridotta la pena a 7 mesi dimostrando di aver assunto involontariamente quella sostanza. La partita è equilibratissima e il pubblico questa volta non sa per chi fare il tifo, o per lo zoppo o per l’underdog. Si arriva fino al 6-5 per il mago e qui ha una prima occasione per chiudere la partita ma manca un rovescio, ne ha un’altra ma questa volta sbaglia di dritto e sarà la fine per lui. Arriva il break Gaudio che riporta tutto in parità sul 6-6 e si procede al oltranza perché al Roland Garros non c’è tie-break nel set decisivo. Gaston non trema e tiene il suo turno di servizio. Guillermo invece non è più lucido cede il servizio e perde così un match che è stato suo per 2/3 e con 2 match point a disposizione. Gaston è l’uomo più felice del mondo, getta la racchetta in aria e va verso la rete per stringere la mano all’avversario, non ci sono segni di rancore tra i 2 tennisti cosa plausibile dopo l’incontro del 2003 in cui Gaudio aveva accusato Coria di “gamesmanship”, ossia l’uso di tecniche psicologiche per avere un vantaggio sull’avversario. El Gato vince così il Roland Garros da numero 44 del mondo salvando match point come fece Gottfried von Cramm nella finale contro Jack Crawford nel 1934. Intervistato a fine match Guillermo Vilas dirà:”Non ho mai visto un match così, sono stato per tutto il tempo incollato alla sedia e non mi sono mosso un attimo“…e lo credo bene.

Ivan il Terribile doma Mac nella sua annata migliore

  1. Finale 1984, Ivan Lendl b. John McEnroe 3-6, 2-6, 6-4, 7-5, 7-5

Se si pensa al 1984 vengono in mente 2 cose: il famoso romanzo di George Orwell che parla del “Grande Fratello” (non il reality di Canale 5) e la migliore annata di McEnroe e una delle migliori di sempre. Avrebbe potuto essere un’annata ancora più memorabile se avesse vinto anche a Parigi, ma dall’altra parte della rete c’era Ivan Lendl, suo eterno rivale. Oggi noi guardiamo a questo tennista dall’alto classificandolo come uno dei migliori sia per gli 8 Slam vinti che per essere stato a lungo numero 1 del mondo, ma prima della finale del Roland Garros 1984 era un “choke artist“, ossia un perdente nato diremmo noi. Era diventato numero 1 senza vincere uno Slam nel 1983 e aveva sempre perso in finale negli Slam: era successo a Parigi nel 1981 contro Borg, e qui ci sta, ma gravi erano state le sconfitte in Australia nel 1983 e le due finali contro Connors del 1982 e 1983 agli US Open, ma questa volta era la volta buona. La partita ha 2 volti, come abbiamo visto anche per altri match raccontati in precedenza. Nella prima Mac è assoluto dominatore e per una volta si sveste dell’aura di perdente sul rosso (ricordiamo che non vincerà mai un titolo sul rosso, ma solo sulla terra verde) e nel primo set è assolutamente letale al servizio portandosi avanti 3-0 chiudendo ogni turno di servizio con un ace. Nel secondo il rendimento alla battuta cala però ottiene lo stesso 2 break e così sembra proiettato a succedere a Tony Trabert come ultimo americano vincitore del Roland Garros nel 1955. Ma improvvisamente il servizio abbandona Mac che cala fino ad ottenere un 46% di prime in campo, Lendl di contro aumenta la sua gittata e sale al 70% con la prima. Nel terzo set John commette 5 doppi falli concede 4 palle break e alla quinta viene punito con Lendl che si porta avanti 3-2. Mac recupera fino al 4-4 per cedere nuovamente il servizio a 15 e perdere il parziale per 6 giochi a 4. Il match comincia a salire di livello e Mac ritrova il servizio che costringe Lendl a remare da fondo. John brekka nel terzo gioco ma Lendl controbreakka per farsi brekkare un’altra volta. Pioggia di colpi di scena. Quello che si vede in campo è un Ivan più efficace con i colpi da fondo e Mac che non è profondo come dovrebbe e di questo se ne accorge il cecoslovacco che dirà a fine match:”Ho visto lui stanco e che si muoveva più lentamente e che non era così efficace nei suoi passanti“. Lendl vince i successivi 3 giochi per andare avanti 5-4. Mac si porta fino a break point ma non può nulla e Lendl chiude con un lob di dritto incrociato che cade sulla linea di fondo. Nel quinto e decisivo set tutto procede normalmente per i primi 6 giochi. Mac ha l’opportunità di portarsi avanti ma spreca 2 palle break sul 15-40 Lendl con un rovescio troppo soffice mandato in rete. Lendl sale in cattedra e mantiene il suo turno di servizio. Si arriva fino al 5 pari Lendl ottiene in scioltezza il suo turno di servizio a zero e la patata bollente passa nelle mani di Mac che serve per rimane nel match. Prima un errore non forzato di Mac e poi un vincente di Lendl portano il punteggio sullo 0-30 Mac non ci sta e con uno smash vincente e un dritto incrociato si porta fino sul 15-40 il primo match point viene annullato ma non il secondo Mac commette un gratuito e consegna il trofeo all’avversario contro cui ha giocato un match che rimarrà nella storia.