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Fed Cup 2017: Primo turno. Il tennis femminile cerca di ritrovare un senso

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Dopo il decesso avvenuto agli Australian Open il tennis femminile cerca un senso alla propria esistenza con in primo weekend di Fed Cup. La sorella minore della Coppa Davis come di consueto propone 4 match alla prima tornata per quanto riguarda il World Group, impropriamente detto “Serie A” e 4 per il World Group II (“Serie B”). Dopo tanti anni di successi vilipesi e mai tanto apprezzati all’unanimità, l‘Italia si trova a remare da fondo per ritornare nel posto che si è ritagliata a partire dal 2006 in poi. Per ritornare nell’elité del tennis mondiale la Nazionale riparte da Forlì e la terra battuta del Pala Galassi. Il Barazza nazionale non c’è più, meglio dedicarsi solo alla Davis per lui, e abbiamo visto quanta fatica ha fatto, allora è il momento di Tathiana Garbin. Chi è Tathiana? (Battuta troppo facile) Tathiana è una delle pioniere del tennis italiano in rosa degli anni 2000. Non una grande carriera come singolarista, meglio in doppio. Classica terraiola come tutte le italiane che si rispettino e un solo titolo nel circuito maggiore nel 2000 a Budapest. Di lei ricordiamo la clamorosa vittoria al Roland Garros 2004 contro la detentrice del titolo Justine Henin (La Henin dal 2003 al 2007 perse solo quella partita a Parigi). La Garbin è ancora una ragazzina. Ha solo 39 anni e per lei c’è subito un compito gravoso: farsi rispettare da chi ha quasi la sua stessa età.

Il mix scelto dalla Garbin è molto variegato. Roberta Vinci non c’è, e non si sa perché, non c’è neppure la Giorgi squalificata dalla FIT per 9 mesi, argomenti di cui ci piace non parlare. Allora arrivano le veterane Sara Errani e Francesca Schiavone, unite a 2 new entry: Jasmine Paolini e Martina Trevisan. La Errani viene da un periodo pessimo. Nel 2016 fu clamorosamente sconfitta dalla Garcia e Kiki Mladenovic a Marsiglia, risultato che di fatto ha portato l’Italia in Serie B. Ormai è fuori dalla top 10 e il suo prime sembra passato. Malissimo anche l’inizio della stagione con 2 ritiri a Hobart e a Melbourne. Le speranze sono riposte in Sarita un po’ per necessità, un po’ per sfruttare quel quid in più che le giocatrici veterane sanno dare quando giocano per la propria Nazionale. Non ha bisogno di presentazioni neppure Francesca Schiavone. La Leonessa è stata la prima a vincere uno Slam e nessuno dimenticherà il Roland Garros 2010. Tommasi dice che il suo miglior risultato non è la vittoria del 2010, ma l’avere raggiunto poi la finale nel 2011. Rino ha ragggione. Purtroppo i fasti di quegli anni sono lontani e per Francesca questo sarà l’ultimo anno di carriera. Nel 2016 ha ottenuto 26 vittorie e 21 sconfitte, bottino magro, ma ci sta. Veleggia attorno alla top 100 e cerca di disputare gli ultimi Slam della carriera prima di chiudere. Così come per Sarita ci si affida all’esperienza.

Paragrafo a parte meritano la Paolini e la Trevisan. Jasmine è una classe 1996. Nata a Castelnuovo di Garfagnana è protagonista del circuito ITF fin dal 2013, ma è nel 2016 che ha dato una svolta alla carriera con 5 finali, tutte sulla terra, di cui solo una vinta, quella del $25,000 di Valencia. In passato ha vinto altri 2 titoli ITF, ma robetta da $10,000. Numero 216 del mondo, Jasmine cerca la ribalta della Fed Cup per farsi notare e, perché no, cercare finalmente di avere la classifica giusta per disputare i tornei del circuito WTA.

Martina Trevisan è una classe 1993, non proprio una ragazzina. E’ mancina e numero 230 del mondo. Ha avuto un ottima carriera a livello junior. Purtroppo per lei si è dovuta fermare per 4 anni e mezzo a partire dal dicembre 2009 per colpa di diversi infortuni e anche per qualche risultato che tardava ad arrivare. Dopo una lenta risalita ha avuto il suo picco con la finale del $100,000 di Biarritz nel 2016 dove venne sconfitta da Rebecca Sramkova. Anche per lei questo palcoscenico così importante sarà un grande trampolino di lancio, si spera, per una carriera a più alti livelli.

World Group

Gli USA hanno scelto ha località più remota per allontanare le migliori e così potersela giocare contro la Germania. Si giocherà alle Hawaii la sfida tra 2 grandi potenze del tennis femminile. La superficie scelta è il cemento e il nome Maui non suona nuovo a chi ha scartabellato i tornei degli anni ’70 del Grand Prix. Data la lontanza la ex numero 1 del mondo Angelique Kerber ha deciso di non partecipare preferendo preparare Doha e Dubai. Al posto di Angie allora ci saranno Laura Siegemund, Annika Beck e Andrea Petkovic. Quasi scontata è la rinuncia delle sorelle Williams, così May Joe Fernandez si affida a Madison Keys e alla fresca semifinalista degli Australian Open Coco Vandeweghe. Nel doppio potrebbe esserci spazio per la neo numero 1 del mondo Bethanie Mattek-Sands, ma, ricordiamo, il doppio si gioca solo in caso di 2 a 2 nell’ultima giornata.

Sul cemento indoor di Ostrava la Repubblica Ceca, detentrice del titolo, dovrà fare a meno della sfortunata Petra Kvitova, fuori per tutto l’anno a causa dell’orribile episodio cui è stata protagonista dove ha subito delle gravi lesioni alla mano sinistra. Petr Pala però può affidarsi ad un ottima squadra. Sarà protagonista del weekend Karolina Pliskova, ormai leader del gruppo. A Karolina si aggiungono Barbora Strycova, numero 41 del ranking e Katerina Siniakova. Chiude il quartetto Lucie Safarova in cerca di una sua dimensione perduta dopo che era stata protagonista a Parigi nel 2015 nella finale persa con Serena Williams.

Non potendo schierare Carla Suarez Navarro, Conchita Martinez, coach della Spagna schiera la sperduta Garbine Muguruza, detentrice del titolo del Roland Garros, ma che da allora non ha combinato un bel niente. A completare la compagine iberica ci saranno Lara Arruabarrena, Sara Sorribes Tormo, Maria Jose Martinez Sanchez. Di quest’ultima qualcuno ricorderà la finale vinta al Foro Italico nel 2010 dove sconvolse tutti con il suo giuoco all’antica per battere Jelena Jankovic, ma oggi è solo la numero 832 del mondo.

Sul cemento indoor della Chizhovka Arena di  Minsk si gioca la sfida più curiosa del World Group, con 2 Nazionali con pochi successi nel recente passato. Bielorussia e Paesi Bassi. Tutti conosco Viktoria Azarenka, ma Vika deve badare a Leo Alexander così non ci sarà. Per la compagine bielorussa ci saranno Aliaksandra Sasnovich, Aryna Sabalenka, Olga Govortsova, Vera Lapko. Sembra essere migliore, almeno sulla carta, il quartetto olandese con Kiki Bertens, Cindy Burger, Arantxa Rus, Michaella Krajicek capitanate da Paul Haarhuis. Sfida apertissima.

Semifinaliste nella passata edizione, Francia e Svizzera si incontreranno sul cemento indoor del Palexo di Ginevra. Tra tutte sembra la sfida più equilibrata e che schiera le migliori a disposizione. Heinz Guenthardt schiera Timea Bacsinszky, Viktorija Golubic, Belinda Bencic e Martina Hingis, mentre Yannick Noah convoca Kristina Mladenovic, Alize Cornet e Pauline Parmentier. E’ forse da qui che uscirà la squadra vincitrice della Coppa.