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TML Classic: Finale US Open 1980, McEnroe vs Borg, Analisi statistica

Ormai appuntamento fisso per gli Slam continua la serie di articoli che analizzano in maniera molto approfondita la sfida descritta nell’articolo precedente. Cominciano ad essere un bel po’ di partite. Ricordiamo sempre che questo tipo di “articoli” non sono usa e getta. Possono e devono essere conservati per i momenti in cui si richiede di ricordare questi match. Non potendo ricordare tutti i punti e tutte le stats è molto utile rispolverarli per avere un’idea precisa di quello che è successo, perché non tutto si può ricordare, anzi.

Punteggio

Si parte sempre dal punteggio che dice tanto, quasi tutto della partita, ma il quasi è più importante del tutto. 7–6(4), 6–1, 6–7(5), 5–7, 6–4. Schema 1-1-2-2-1. È lo schema della rimonta mancata. Il 6-1 fa capire come McEnroe abbia vinto bene i primi 2 set, e che nel terzo ha avuto anche l’occasione di chiudere la partita. Poi rimonta svedese fino al 6-4 finale in cui è 1 solo break a fare la differenza.

Analizziamo il numero delle palle break salvate/sprecate (ricordando sempre che sono dati complementari). Mac ne salva 6 su 11 mentre Borg 3 su 10. 6/11 > 3/10 per cui l’americano è andato meglio in questa statistica. Lo testimonia il 2° set vinto con ben 4 break ottenute su altrettante palle break. Borg è ferale nei set che vince e ottiene il loro break che serve per portare a casa il set, poi non va mai a palla break nel set decisivo e perde la partita.

Servizio

I dati al servizio ci dicono che Mac ha messo più prime in campo: 59.8% contro il 50.6% dell’avversario. Numeri inferiori che costano cari a Borg. Lo svedese perde più nettamente nel rendimento con la prima di servizio e paga un 75.5% vs 66.7%. Bjorn ha la meglio sulla seconda, ma di una percentuale irrisoria: 51.3% vs 50% sono stretti parenti. Dato un po’ allarmante è quell’5.8% di doppi falli per il numero 1 del mondo che l’ha condannato in più di una circostanza.

Prima & seconda di servizio

 

Il dato set-by-set testimonia il maggiore rendimento di Mac che fa sempre suo il rendimento con la prima, in ogni set che vince così come nel 4° in cui però paga per colpa di una percentuale di realizzazione bassa con la seconda. La seconda è terminante nel set decisivo. Il 42.9% penalizza fatalmente Bjorn nonostante il dato superiore nella prima.

Return Points Winner

La RPW (Return Points Winner) sorride a Mac che vince complessivamente la guerra in risposta con un 40.9% contro 34.8%. Dato essenziale in una partita che sembrava segnata ma che poi è stata raddrizzata nel finale e stava per andare allo sconfitto. Ancora una volta si dimostra come vincere nella RPW determina spesso la vittoria finale.

Doppi falli

Qui continuiamo a ribadire il concetto che non conta il numero di doppi falli, ma quando sono arrivati. Per completezza diciamo che McEnroe ne ha commesso 7, Borg ,9 ma andiamo nel dettaglio.

  • McEnroe
  1. McEnroe commette il 1° doppio fallo nel 1° set sul 1-1 0-0. V = 1.8
  2. 1° set 4-4 0-0. V = 2.8
  3. 1° set 5-5 Adv Mac. V = 3.1
  4. 3° set 3-3 Adv Borg. V = 4.9
  5. 4° set 3-2 Borg 0-0. V = 2.7
  6. 4° set 6-5 Borg Adv Mac 2. V = 4
  7. 5° set 2-1 Borg 40-30. V = 5.2
  • Borg
  1. 1° set 6-5 Borg 0-15. V = 4
  2. 2° set 2-0 Mac 0-0. V = 1
  3. 2° set 2-0 Mac 0-40. V = 1.2
  4. 2° set 3-1 Mac 30-40. V = 3.1
  5. 4° set 0-0 30-15. V = 2.1
  6. 4° set 3-3 40-15. V = 1.3
  7. 5° set 2-2 30-0. V = 2.4
  8. 5° set 3-3 15-15. V = 8.1
  9. 5° set 3-3 30-30. V = 11.6

Vincenti/Non forzati

Come sempre il bilancio dei vincenti e dei non forzati lascia spazio a varie interpretazioni. La prima nasce spontanea perché questi dati non sono mai precisi al 100% o quantomeno riconosciuti all’unanimità, motivo per cui il sito dell’ATP non li riporta mai. La seconda, che è quella che pesa maggiormente, è che nelle rispettive categorie sono inclusi colpi anche diametralmente opposti che però, seguendo semplicemente una regola di inclusione, sono messi tutti nello stesso calderone. Ma chiudiamo l’excursus filosofico per concentrarsi sui numeri.   

Teorema Tommasi. Il differenziale complessivo dei vincenti e dei gratuiti è positivo per entrambi i giocatori: +2 per Mac, +6 per Borg. Il teorema ci suggerirebbe una partita bella. Non c’è una netta prevalenza del segno più e gli errori sono stati tanti, conditi da altrettanti vincenti spettatori, la partita è stata bella per altri motivi.

Differenziale FH e BH

Forehand

I saldi dei vincenti/non forzati sono molto frastagliati. Estremo equilibrio nel primo set con un dato positivo per entrambi. Poi Borg paga malamente nel secondo che perde nettamente. Male il terzo set per entrambi. Poi bene negli ultimi 2 parziali.

Backhand

Il rovescio funziona solo per Borg con un +3 che lo salva. Il -9 condanna Mac in questo particolare che poteva costargli caro.

Vediamo il bilancio complessivo set-by-set:

  1. 0 McEnroe |0 Borg
  2. +2 McEnroe |-11 Borg
  3. 0 McEnroe |+10 Borg
  4. -1 McEnroe |+3 Borg
  5. +1 McEnroe |+4 Borg

Key Points

Ed ecco di nuovo i nostri key points. Per chi si fosse perso le puntate precedenti, essi sono i punti chiave ossia quei punti che fanno girare un game da una parte o dall’altra. Sono divisi in 3 categorie in ordine di importanza: in prima fila i break points che sono essenziali, secondo gradino per i game points e terzo per i deuce points, i punti che si giocano sulla parità.

Già si è parlato delle palle break nella sezione apposita, ma ricordiamo il 6/11 > 3/10. Molto meglio Mac. John vince il 55% dei punti che scottano mentre Borg si ferma al 30%. Balza all’occhio quei 3 doppi fallo pericolosi. Bjorn ne commette 2 ed è proprio questo che ha fatto girare la partita. Borg però è stato più attento complessivamente, considerando tutte le palle di un certo peso. Mac però ha dovuto fronteggiare ben 63 palle pericolose. Solo 49 per Borg.

Winning probability

Ritorna di prepotenza la winning probability che attraverso un grafico in 2 dimensioni molto semplice ci regala una radiografia della partita. L’andamento del match point-by-point è un dato imprescindibile per una analisi che vuole essere dettagliata e condivisa da tutta, se poi questa è corroborata da un grafico che dà l’idea immediata di come la partita sia andata in un verso o nell’altro siamo a cavallo.

Ribadiamo alcuni concetti che sono alla base di questo tipo di analisi. Entrambi i giocatori partono dalla stessa percentuale di probabilità di vincere, quindi 50 e 50, si assegna una P di probabilità di ottenere il punto sul proprio servizio e grazie ad un particolare algoritmo si calcola punto per punto quant’è la probabilità che uno giocatore porti a casa un match. In alcuni studi la P è diversa per i 2 giocatori. Una scelta plausibile che però trova il difetto di produrre dei grafici in cui chi ha la P maggiore ha sempre una WP maggiore del 50% e solo nei casi in cui sta perdendo malamente il match questa scende sotto il livello del 50%. Questo tipo di approccio è utile per le agenzie di scommesse che lo adottato per dare le quote live, ma non è utile in un’analisi a posteriori perché un giocatore favorito avrà sempre numeri alti nonostante magari in certe situazioni si trovi pesantemente sotto nel punteggio.

Il dominio del colore blu testimonia come McEnroe abbia avuto le redini del match per la maggior parte del tempo. Però nel primo set è stato Borg che ha avuto maggiori chance di portare a casa il set. Il punto (1) al 33.4% è un minimo relativo arrivato sul 5-4 30-15 servizio Borg, a punti dal set. Dopo la conquista del 1° set Mac domina in lungo e largo con i massimi al punto (2) e (3) arrivati sul 2-1 Mac 15-40 servizio Borg. C’è il classico pareggio all’inizio del 5° set. Borg arriva fino al 31.6 del punto (4) con Borg avanti 2-1 Bjorn 15-30 servizio Mac. Fino alla vittoria finale di McEnroe.

Il dominio

La prevalenza del colore blu del grafico premia il vincitore finale con:

67.66% McEnroe e 32.34% Borg.

Comeback factory

Il comeback factory misura in termini numerici la consistenza della rimonta del vincitore. McEnroe ha avuto il picco più basso del 31.6% di WP per cui ha guadagnato il 68,4% di WP per aggiudicarsi l’incontro. CF = 68,4%. Il 31.6% arriva sul 1-2 0-30 Borg servizio Mac del 5° set.

Excitement index

Siamo arrivati al punto più controverso delle statistiche avanzate del tennis ossia cercare di quantificare quanto un match sia stato eccitante-bello. Inutile dire che non potrà esistere un metodo universalmente condiviso, ma andare a quantificare quanto il match ha avuto capovolgimenti di fronte che sono alla base di una partita “eccitante”, è un buon inizio. L’EI si basa sulla volatility che misura quanto il punto sia stato importante (già c’è stato un accenno nella sezione doppi falli).

La volatility è la differenza in valore assoluto tra la WP del punto precedente con il punto corrente. Misura quanto quel punto ha fatto cambiare le sorti del match e di conseguenza quello che sposta maggiormente la WP è il più importante. Un punto con v compreso tra 1 e 3% è un punto ininfluente, dal 4 al 6% comincia ad essere caldo, dal 6 al 10% è fondamentale, sopra il 10% è un punto che fa girare tutto.

In questa partita il punto più importante ha avuto una volatility del 19.6% che è il break point che dà il break decisivo a McEnroe sull’3 pari del 5° set.

Quant’è l’EI allora? 2.48. È alta, è bassa, chi lo sa? In questi casi i numeri adimensionali dicono poco o nulla se presi singolarmente, per avere senso bisognerebbe fare un confronto con le altre partite. Un esempio: semifinale del Roland Garros 2013 ha avuto EI 2.88 che è inferiore a questa. Quella della finale degli Australian Open 2009 2.712, così come la finale di Wimbledon 2008 con 3.11. La semifinale degli Australian Open 2005 era arrivata a 3.43 (il massimo della serie TML). Le partite dominate si attestano attorno all’1. Questa è un excitement index medio-alto, ma non altissimo perché ci sono stati sì tanti punti di svolta, ma 4 set sono durati relativamente poco, per cui la media li penalizza.

Per cercare di normalizzare questo indice dobbiamo scoprire qual è il massimo possibile. In un match al meglio dei 3 e dei 5 set con tiebreak finale l‘EI massimo è 18. Questo numero è frutto della media che si ha se il match durasse all’infinito e ad ogni punto il servitore perdesse il servizio. È un caso limite, quasi immaginario, perché una partita non può durare all’infinito, e questo è un dato di fatto, ed è altamente improbabile che i 2 giocatori perdano sempre il servizio in modo da far convergere asintoticamente il valore verso questo massimo teorico. Se applichiamo lo stesso ragionamento ad un match con long set finale viene fuori che esso ha un EI massimo di 10.15. Questo implica che i 2 format presentato 2 massimi differenti, quindi per poter paragonare EI con format differenti è necessaria una normalizzazione. Il 2,3 agli US Open vale meno di un 2,3 degli altri Slam (disputati fino a ora, sappiamo che dal 2019 Wimbledon e Australian Open cambieranno) perché arriva in un teorico match che ha il tiebreak nel set decisivo.

La normalizzazione impone di conseguenza un 2.52/18 = 0,14 (che sarebbe 2.52/10.15 negli altri vecchi Slam) Una normalizzazione a 1 dell’EI dà come output un 14% per la partita in esame (86% dalla “partita perfetta”). A Wimbledon 2008 l’EI normalizzato a 1 era 30.64%.

Domination Ratio

Per chi l’avesse dimenticato la dominatio ratio (una statistica inventata da Carl Bialik) è data dal rapporto della percentuale dei punti vinti in risposta e quella dei punti persi al servizio. Che cosa ci dice? Ci dice quanto un giocatore è stato dominante rispetto al suo avversario in un set o nell’intero match. Nella maggior parte dei casi questa arride al vincitore ma può capitare che il vincitore lasci tanti punti al suo avversario pur vincendo quelli più importanti. La DR in questo caso premia il perdente.

  • SET 1

DR(McEnroe) = (1/5 + 3/8 + 0 + 2/4 + 2/6 + 4/4 + 4/6) / (4/6 + 1/5 + 7/16 + 1/5 + 4/4 + 6/10 + 2/5) = 0.877

DR(Borg) = 1.139

  • SET 2

DR(McEnroe) = (4/6 + 4/4 + 4/6 + 4/6) / (0 + 5/8 + 0) = 4.8

DR(Borg) = 0.208

  • SET 3

DR(McEnroe) = (2/6 + 3/8 + 1/5 + 1/5 + 4/5 + 1/5 + 3/6) / (2/6 + 0 + 2/6 + 6/10 + 1/5 + 0 + 4/6) = 1.222

DR(Borg) = 0.817

  • SET 4

DR(McEnroe) = (2/6 + 0 + 0 + 2/6 + 1/5 + 4/10) / (0 + 0 + 3/8 + 0 + 0 + 6/10) = 1.299

DR(Borg) = 0.769

  • SET 5

DR(McEnroe) = (2/6 + 2/6 + 1/5 + 5/8 + 0) / (3/8 + 3/8 + 0 + 1/5 + 1/5) = 1.297

DR(Borg) = 0.770

Service domination e return domination

Non ci addentriamo in calcoli astrusi semplicemente stimiamo i punti vinti al servizio dai 2 giocatori e li rapportiamo al totale:

La service domination nei rispettivi set è stata del: 56.38%, 44.74%, 62.96%, 73.91%, 69.49%.

La return domination, RD, è il reciproco in termini di percentuale della SD e misura quanto sia stata incisiva la risposta. Non è difficile arrivare alla soluzione.

La RD set-by-set è stata del: 43.62%, 55.26%, 37.04%, 26.09%, 30.51%.

SD(totale) = (30 + 23 + 11 + 6 + 26 + 25 + 25 + 26 + 22 + 19) / (46 + 48 + 27 + 11 + 41 + 40 + 34 + 35 + 32 + 27) = 62.46%

Alta SD, ma siamo sul cemento, ci sta.