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TML Classic: Finale Masters 1996, Sampras vs Becker, per qualche punto in più

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Era stato un bambino prodigio vincendo da sconosciuto e a 17 anni il Torneo di Wimbledon, era riuscito ad essere sulla cresta dell’onda per un decennio facendo lievitare le quotazioni del tennis nella sua Germania tanto che il Masters si era spostato dall’ormai sede quasi fissa del Madison Square Garden di New York a Francoforte prima ed ad Hannover poi, ora è nella sua madrepatria che Boris vuole mettere l’ultimo sigillo ad una splendida carriera. Becker nel 1996 è al suo ultimo anno ai vertici, ma questo ancora lui non lo sa, perché ha solo 28 anni, ma è ad Hannover che riserva la sua migliore prestazione pur non avendo un lieto fine. Ottimo era stato lo Slam vinto a Melbourne ad inizio anno, ma la finale sul sintetico dell’Hanover Farground ha tutto un altro sapore.

Il dominatore del 1996 era stato Pete Sampras che però aveva lasciato per strada la corona di Wimbledon ma si era rifatto a Flushing Meadows. In Germania è lui il favorito ma dietro ci sono tante seconde linee pronte a fargli lo sgambetto, tra questi, Boris Becker. Il tedesco era riuscito a battere l’americano nel round robin e nonostante Pistol fosse il favorito d’obbligo per la vittoria, il pubblico e la tenacia del teutonico potevano ribaltare le carte in tavola.

Pronti? Via! Si parte con Becker alla battuta che mette a segno 4 ace consecutivi. Sono passati pochi secondi e già ci rendiamo conto che non sarà una partita come tutte le altre. Anche se è molto spesso la contrapposizione di stili a dare spettacolo, in questo caso sono 2 attaccanti puri a fare spellare le mani per gli applausi. Il servizio è dominante, e non poteva essere altrimenti, non a caso i giocatori in campo sono: Bum Bum Becker e Pistol Pete, ma è nei colpi successivi al servizio che si registrano le più belle meraviglie. Il numero degli ace è alto e se a questi sommiamo i servizi vincenti allora non se usciamo più, meglio focalizzarsi sul tennis giocato. La prima parte della partita è di fabbrica teutonica, Sampras non capisce niente ed è Becker ad allietare i suoi connazionali. Il primo sussulto arriva nel 4° gioco quando, nonostante un ottimo servizio americano, Boris decide di fare il buono e il cattivo tempo. 15 e…tac! Risposta vincente di dritto semplice e risposta vincente di rovescio con il braccio fisso quasi da saluto romano poi punto ed è break. Una volta capito che lo show è iniziato anche Sampras vuole fare la sua porca figura ed ecco una risposta di rovescio vincente (tanto per fare il paio con quella di Becker) e un dritto outside in da applauso. Tanto per capirci l’outside in è il colpo giocato attorno al paletto (per i non anglofoni). Becker ammira, ma riprende subito le redini del gioco. Ace, Ace e servizio vincente e siamo sul 4-1. Da qui in avanti nel parziale il punteggio seguirà il servizio. Becker approfitta del’unico break ottenuto e in 27 minuti porta a casa il parziale. Anche se poco determinante ai fini del punteggio registriamo un altro dritto outside in di Sampras che va di diritto negli hot shot che girano su Youtube. 26 punti per Boris e 19 per punti. Occhio perché il computo dei punti sarà determinante.

Nel secondo parziale è il servizio a farla ancora da padrone. I punti in risposta sono pochi, nessuno dei 2 è un passatore seriale e il serve&volley è chiamato spesso in causa. La tecnica messa in campo è ai massimi livelli e per molti aspetti molti colpi e meccaniche di alcuni gesti non si vedranno più nel corso degli anni a seguire. Basti pensare alla volèe incrociata tagliata di rovescio con cui Boris chiude il secondo game per renderci conto di che cosa stiamo parlando. Sampras si complica un po’ la vita nel 3° gioco quando commette un doppio fallo che porta il game ai vantaggi, ma nulla di grave: 2 punti e la partita torna in carreggiata. Becker non vuole concedere nulla sul suo servizio e se non è zuppa è pan bagnato, se non è ace è serve&volley, il risultato finale non cambia e l’inerzia della partita è sempre tedesca. Nel 5° gioco arriva il primo bug per Boris, un esiziale doppio fallo concede 2 palle break a Sampras, ma non sono decisive perché Becker si riprende, mette a segno un ace e mantiene vivo l’equilibrio. Boris innalza sempre più il livello e gioca sulle stelle, ma sembra quasi che Sampras stia facendo sfogare il suo avversario per poterlo infilzare quando è il momento opportuno. Non concedere punti sul proprio servizio non è sempre sinonimo di sicurezza, quello che conta è breakkare. Non ci vuole Walter O’Brien per capirlo, ma quando si affrontano 2 cannonieri anche un solo break venuto per caso può risultare determinante. A suffragare questa teoria è lo 0-30 Becker che arriva nel 9° gioco in un cui l’ultimo punto è un semplice (sigh!) giro attorno al paletto di un dritto in corsa, così, tanto per gradire, ma Boris non concretizza e Sampras è bravo a non farsi irretire. Arriva così l’inevitabile tiebreak, ma prima registriamo un game flash di Becker fatto di 4 punti secchi di cui 3 ace. BUM, BUM, BUM. Il tiebreak è molto spesso come un rigore nel calcio, anche i più grandi e quelli che sono stati i migliori in campo lo sbagliano. Non ci sono particolari patemi, ma il punto chiave, quello con la volatility più alta (se non ricordate che cosa è la volatility rilegge questo articolo) è il 6° che consegna il minibreak a Pete, 4-2, si gira e da lì in avanti Sampras non deve fare altro che amministrare e con un semplice 7-5 si aggiudica il secondo parziale che era stato dominato in lungo e in largo da Becker. 42 punti per il teutonico e 37 per l’americano, ma il set è andato al secondo. Si sa che il punteggio del tennis l’ha inventato il diavolo.

Siamo nel terzo parziale e Becker non ha capito che la partita è sull’1 pari. Sembra quasi che sia lui avanti di 2 set e che il terzo set sia decisivo per chiudere la partita. Sul suo servizio non concede nulla e quando è Sampras a battere delizia il pubblico con una verve impressionante. Boris non ha la migliore risposta del circuito, quella appartiene ad Agassi (forse), ma quando vuole sa rispondere bene anche alle sassate samprassiane, ne è la dimostrazione il punto del 30-15 servizio Sampras nel 2° gioco. Bang! Una piccolissima crepa nel computer teutonico arriva nel 3° gioco con un doppio fallo in apertura, ma non è un doppio fallo esiziale se dopo metti a segno un ace, un servizio vincente e vai a chiudere con nonchalance il servizio con un volèe che solo tu sai fare. Altro tiro, altro giro. Sampras raccoglie la farina e Becker intrattiene il pubblico. Altra risposta vincente di rovescio con braccio bloccato e tutta Hanover si alza in piedi per applaudire. Ma non basta, non basta perché la Germania non sfonda e a poco serve recriminare su un dritto outside in (l’ennesimo) che Becker non centra solo perché ci sono i cartelli pubblicitari. Inutile stare a parlare dei servizi di Becker, tanto si sa che non lascia niente, neanche le briciole, meglio focalizzare l’attenzione sul servizio Sampras. 6° gioco, 0-30, forse ci siamo. No. 15-40, allora sì? No. 2 palle break annullate con ACE. Doppio fallo Sampras…è il momento? No, Ace e subito si chiude. Incredibile come Pistol Pete sia duro a morire e Becker si danni l’anima per brekkare, uno sforzo eccessivo che pagherà caro. Anche se Sampras non è mai stato un fulmine di guerra nella risposta ci si aspetterebbe una reazioncina. Nulla. L’unico punto che ottiene in risposta è frutto di un doppio fallo Becker. Da qui in avanti ci sono poche emozioni e gli unici ad essere indaffarati sono i contatori di ace, servizi vincenti e discese a rete. Punto. Arriva il dirimente tiebreak. Il più contento è Sampras, ma questa volta Becker non vuole farsi sfuggire l’occasione di portarsi avanti. Come non detto. Servizio Becker e minibreak in apertura. 3-0 Sampras e 4-2 facile. Sampras riapre i giochi quando concede l’unico minibreak a suo sfavore, ma Boris getta tutto alle ortiche con un doppio fallo sul 4-4. Pete è lesto ad approfittarne, ace e subito 7-5. Ai punti questa volta siamo in parità: 36 a 36, ma tutti sanno che Becker ha perso probabilmente l’ultimo treno.

Quarto set. Becker parte come un fulmine e non ci sta a stare sotto pur essendo stato per larghi tratti dominante. Primo turno di Sampras. Ok. Poi: risposta vincente di Boris, risposta vincente di Boris bis e risposta vincente di Boris tris. Applauso. 2 palle break, è il momento propizio? No, ancora una volta. Sampras sale in cattedra e con un servizio vincente e un serve & volley da manuale chiude un gioco che avrebbe fatto girare la partita. L’infallibile Becker del secondo e terzo parziale non si vede più, ma poco conta, perché alla fine porta sempre a casa il game. Un doppio fallo lo costringe a recuperare dal 15-30, ma immancabile arriva l’ace e tutto ritorna alla normalità. Dal 3° gioco in poi ricomincia il bombardamento della Luftwaffe con una contraerea statunitense quasi inesistente che di contro però ha una serie di B-52 niente male. Risultato: nemmeno l’ombra di una palla break. I servizi en blanco sono ben 3 e ancora una volta si arriva al tiebreak. Questo tiebreak non è come tutti gli altri. Borg e Mac hanno avuto il loro con la finale di Wimbledon del 1980, Nadal e Federer avranno quello della finale di Wimbledon del 2008, ma questo della finale del Masters 1996 entra di diritto tra i più belli di sempre, anche se non è molto rinomato perché giocato in un torneo minore e non in uno Slam. Se il servizio era stato un pilastro del parziale qui latita parecchio e addirittura nei primi 4 punti di sono altrettanti minibreak. La situazione sembra stabilizzarsi con un servizio tenuto a testa, ma subito dopo ricomincia la sagra dei minibreak. Il primo ad uscire dal fango è Sampras che può chiudere il match sul 6-5 a suo favore, ma Becker è bravo in risposta e rimanda la sua fine di appena qualche punto. Sul 6-7 Becker ha un set point, ma spreca pure lui e si procede ad oltranza. Il pubblico freme ed influenza tanto il gioco così anche Sampras accenna ad una mugugnata protesta per un punto evidentemente disturbato. Altro set point per Boris sull’8-7 e ottimo Pete a gestire lo scambio. Sul 9-8 Sampras il sipario sembra stia calando su Hanover ma Becker oggi vende cara la pelle, annulla e ancora non è finita, si procura altri 3 set point (alla fine saranno 5) e firma il definitivo sorpasso sul 10-11 con un rovescio passante che inchioda l’avversario. Sampras sbaglia una volèe facile e il tiebreak va a Boris che vince per 13 punti a 11. 43-42 ai punti per Becker che legittima finalmente una superiorità netta. Male invece Sampras che ha precato 2 match point che iniziano a diventare dei tarli nella sua mente.

Becker sente l’odore del sangue e vuole approfittarne per dare la zampata dirimente. Primo game ottenuto facilmente e quando è Sampras a servire si nota subito il suo disagio. 0-30 iniziale con un doppio fallo che aprono le speranze per un break. Ma la pistola di Pete è ancora carica e 2 servizi vincenti gli danno la sicurezza di non precipitare e ritorna tutto in parità ed è qui che cambia l’inerzia della partita. Becker comincia a risentire della stanchezza e commette 2 doppi falli consecutivi che sono più unici che rari, ma si salva con Sampras che ancora sta pensando a quei 2 match point sprecati nel quarto set. Ma dopo il reset del sistema operativo torna ancora una volta il servizio a comandare. 5° e 6° gioco sono en blanco e gli altri fino all’8° non lasciano spiragli per un break, ma è nel 9° che si decide partita, match e torneo. La fatica che prima era riuscita a contenere si abbatte come un macigno sulle spalle del Boris nazionale. Subito 0-30 con doppio fallo. Si prende i 2 punti successivi, ma il 3° lo perde per colpa di una distrazione non da lui: credeva che il suo servizio fosse out così non ha continuato lo scambio dopo la risposta di Sampras. Male. Si salva per bel 2 volte, ma 2 scambi spettacolari regalano il break a Sampras. Il punto sul 3° vantaggio Becker vale la pena rivederlo così come il passantone di Sampras che lo manda a servire per il match (che per inciso è quello che ha volatility maggiore, ben 23.4). Sampras non può far altro che raccogliere i cocci di Becker e chiudere con il proprio servizio. In questo set Sampras ha ottenuto 33 punti contro i 30 di Becker il che legittima la vittoria americana, ma nel complesso Becker ha fatto registrare 179 punti contro 165 dell’avversario. E’ una statistica spicciola ma che conferma, se mai ne fosse il caso, che nel tennis conta vincere i punti più importanti.