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TML Classic: Finale Masters 1988, Bum Bum e il nastro maledetto

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Per 3 anni Ivan Lendl era stato il dominatore incontrastato del Masters, Il torneo di fine anno che accoglieva i migliori 8 tennisti della stagione non in base al ranking ATP ma in base ai punti accumulati nel Grand Prix. Il torneo dei Maestri, dopo lo splendido ultimo capolavoro di Mac del 1984 (giocato nel gennaio 1985) era stato il teatro delle rivincite personali e non di Ivan il Terribile molto spesso apostrofato come un choker seriale per via delle tanti finali Slam perse in carriera. Nel 1988 però non sta vivendo uno splendido anno. A togliergli lo scettro di numero 1 del mondo era stato Mats Wilander che in quell’anno aveva disputato una stagione stellare culminata con la vittoria a Flushing Meadows proprio contro Ivan nella finale più lunga disputata fino a quel momento a New York (sarebbe stata battuta da quello del 2012 tra Andy Murray e Novak Djokovic). Dopo lo Slam americano Lendl aveva preso un periodo di pausa complice un infortunio e si era rimesso in sesto solo per il torneo dei Maestri.

Nell’atto conclusivo dall’altra parte della rete c’è Boris Becker ormai ex ragazzino prodigio che aveva disputato un’ottima stagione però non senza rimpianti. Il più grande e famoso è quello della finale persa a Wimbledon contro il “tacchino freddo” Stefan Edberg dato da tutti per spacciato che però in quella occasione seppe trasformarsi una volta per tutti in un airone in barba ai cronisti italiani Galeazzi e Panatta che su Raitre parteggiavano per il biondo teutonico. Boris si era prontamente ripreso ad Indianapolis ma un’altra mazzata era arrivata agli US Open perdendo clamorosamente da Darren Hill nel secondo turno. Dopo la deblacle newyorkese aveva disputato un’ottima stagione indoor vincendo i prestigiosi tornei di Tokyo e Stoccolma e si presentava nella splendida e ormai leggendaria cornice del Madison Square Garden come uno dei favoriti.

Per ritrovare la partita integrale ci sono diverse vie ma per la maggior parte esse conducono ad un filmato della TV tedesca SAT 1 che è ottima (per quel periodo) come qualità, ma non è quello che ci serve. Così continuando a scavare salta fuori un filmato pessimo a dir poco ma che ci aggrada molto. Nel filmato che sembra uscito dall’Istituto Luce degli anni ’30 c’è la cronaca originale di Tommasi e Clerici che commentavano il tennis in lungo e in largo e per l’occasione si erano trasferite sotto le grinfie del biscione del Berlusca perché era Italia 1 a trasmettere la partita rigorosamente in differita perché l’allora Fininvest non aveva l’autorizzazione a mandare in onda eventi in diretta.

Le pessime immagini però non ofuscano lo spettacolo che è uno dei migliori mai visti al Masters di fine anno. La contrapposizione di stili è perfetta per mettere in atto una partita memorabile. L’attaccante Becker con il suo servizio Bum Bum e il serve & volley facile mettono a dura prova Lendl che di contro cerca di remare da fondo campo, ma questa contrapposizione molto spesso spinge l’uno a giocare come l’altro e viceversa ed ecco che vediamo un Becker che si trasforma in un attaccante da fondo e Lendl che scende spesso a rete come non aveva mai fatto in vita sua.

Si parte con il servizio Becker che battezza subito l’avversario con un ace. BUM. Lendl non vuole fare la bella statuina in risposta ed ecco subito un passante di rovescio. BANG. Quando è Lendl a battere nelle prime fasi non concede nulla e non avendo un servizio fotonico è bravo a piazzare dei “servizi tattici”, come li chiamava Clerici, ossia dei servizi che mettono in difficoltà l’avversario non per la loro potenza ma per la loro precisione e posizione. Il punteggio segue il servizio ma nel 3° gioco arriva il primo circoletto rosso con Lendl che si improvvisa volleatore e con 3 volèe consecutive mette in mostra una strenua difesa e ottiene il punto. Cose mai viste. Lo spettacolo non manca, anzi, e sono i passanti in corsa a fare alzare il pubblico in piedi, dei passanti che mettono a dura prova le articolazioni dei giocatori che hanno intenzione di dare tutto in quella ultima partita stagionale. Il primo sussulto arriva nel 5° gioco ed è subito break per Becker che si porta avanti 3-2. L’emozione dura poco e un Lendl splendido in risposta ottiene subito il controbreak che riporta tutto in parità. Becker continua a martellare con il servizio e non concede nulla, di contro è il servizio Lendl a titubare e nell’8° gioco arriva altre 2 palle break e solo un servizio vincente può salvare il parziale per il cecoslovacco. Addirittura nel 9° gioco Becker non lascia nessun punto all’avversario e si permette di chiudere con un ace di seconda. Lendl perde ancora punti sul servizio ma tiene strenuamente ed è quello che conta. Uno spettatore si permette anche di gridare durante il punto che è evidentemente disturbato ma l’arbitro Hings non se la sente di farlo rigiocare e fa bene. Ma che cosa succede nell’11° gioco? Niente, semplicemente Lendl ha deciso che quello è il suo campo e Becker è solo un intruso. 0-40 in un amen e b…no. Becker annulla le palle break scendendo spesso a rete in maniera spericolata ma non può nulla contro il passante di rovescio che lo fulmina nella 4a palla break Lendl. Ivan serve per il set e chiude senza patemi. 1 a 0 e titolo che per ora resta di marca cecoslovacca.

Lendl si sente ringalluzzito dalla vittoria del set e sembra ringiovanito di 10 anni così la partita sembra quasi chiusa quando nel primo gioco del secondo parziale ha 2 palle break consecutive sulla racchetta. Becker non ci sta a fare la vittima sacrificale e annulla con 2 servizi vincenti. Questo piccolo momento di calo tedesco dura poco perché tutto ritorna alla normalità con Lendl a servire in maniera chirurgica e Becker a servire come una belva: Ace, servizio vincente, ace, tanto per gradire. Siamo nel 1988 e non c’è il challenge per cui le chiamate dubbie in una superficie così veloce sono numerose e il pubblico ne è partecipe. Nel 4° gioco Lendl da 30-0 si ritrova 30 pari con una risposta di Becker che lui reputa lunga. Piccola protesta civile, mugugno incorporato, ma niente di che…ace Lendl. OK. Il punto successivo è un chiaro circoletto rosso con Lendl che corre da una parte all’altra del campo come Ed Warner, recupera l’impossibile ma Becker è pronto lì a piazzare la volèe vincente. Tanta fatica per nulla (cit.). Quando è Becker a servire arriva il suo marchio di fabbrica ossia la volèe in tuffo che lo porta sul 30-15. Applausi e Tommasi non può che essere estasiato. Man mano che la partita procede emerge come il livello sia altissimo e per fare punto Becker deve inventarsi l’impossibile. Il tanto agognato break non arriva. E se non è l’arbitro a darti il punto allora devi essere tu ad andartelo a prendere, anche con le cattive, ma il metodo non funziona. Le 2 palle break per Lendl nel 7° gioco sono a dir poco dubbie e Boris non può far altro che protestare. Una è sicuramente fuori, ma l’umpire non desiste, poi ne arriva un’altra e Becker si avvicina a Hings come per dirgli:”Siamo già a 2 chiamate contro di me, io segno!”. Boris non può far altro che annullare tutto e con il servizio fotonico riporta tutti sulla retta via. Da qui in avanti ci sono pochi capovolgimenti di fronte, ci sono 3 giochi a tenuti a 0 e un punto che vale la pena rivedere che è quello del 5-4 0-15 in cui ci sono dei recuperi micidiali. Il tiebreak è il risolutore di questa tenzone e non poteva essere altrimenti. Si parte con Becker al servizio. Bum! Ace? No, anzi sì. Il giudice di sedia chiama out la palla di Becker, overrule ed ace tedesco. Evidentemente Hings aveva qualcosa da farsi perdonare. Il primo minibreak è di marca teutonica, ma il secondo è un tocco di fino di Lendl che però non concretizza, cede i 2 turni di battuta successivi e di fatto consegna il set a Becker che chiude al 3° set point. 1 a 1. Ne abbiamo viste di ogni e siamo solo all’inizio.

La bilancia torna in perfetto equilibrio e per un bel po’ rimarrà in questa posizione. Lendl mostra sempre un atteggiamento infastidito ed è lui il primo a scattare in una protesta senza alcun risultato. Per esempio: ace di Becker sul 40-0 nel 2° gioco e Ivan che giudica la palla fuori, piccoli mugugni, ma non cambia nulla. Diverte è il siparietto del 3° gioco quando sugli spalti parte una rissa tra 2 spettatori e Becker getta la racchetta a terra e si mette in guardia come un pugile imitando una scazzottata. Interviene la security e si riprende a giocare. Lendl protesta sempre, ma uno che chiagn’ e fott’ , perché è lui a centrare l’esiziale break che gli consegnerà il set. Lo ottiene nel 4° gioco e da lì in avanti non dovrà far altro che amministrare. La stanchezza inizia a farsi sentire ne è testimone l’erroraccio di dritto di Lendl sul 15 pari del 5° gioco e l’inizio di una sequenza un po’ troppa numerosa di doppi falli. Il primo ad aprire le danze è Becker che rimedia subito con un ace e porterà a casa il game, lo imita Lendl nel gioco successivo mettendo a referto un “ace tattico”. Nel 7° gioco si apre uno spiraglio per poter riequilibrare la partita quando è Ivan a commettere un altro doppio fallo e ad essere sotto 0-30, ma 4 punti consecutivi conditi da un ace riportano l’inerzia del match in mano cecoslovacca. Nonostante Becker sia sotto nel punteggio non manca di dare spettacolo e insegna a tutti come bisogna fare una volèe. Quella del 2-5 30-30 è di alta scuola perché è in risposta ad un passante micidiale e bassissima. Oggi non esistono più questi colpi, purtroppo. Lendl non sta a guardare lo spettacolo e concretizza subito alla prima opportuna di chiudere il parziale. 4 punti consecutivi e Lendl in vantaggio. 2 a 1.

Becker non ci sta. L’indoor e il sintetico sono le sue condizioni ideali dove lui gioca e non avere il titolo al Masters è quasi uno sfregio. Parte subito in 4a e non guarda in faccia nessuno. Ottiene il primo game di apertura e subito è 0-40 quando è Lendl a battere. Splendido è il 3° punto con la torsione del polso di Lendl ai limiti delle leggi della fisica ma con Becker pronto a rete a chiudere. Punto che ricorda uno di Mac nella finale di Wimbleon 1982, ma allora John fece punto, qui invece Ivan lo perde. Lendl commette un doppio fallo che potrebbe consegnare subito il break all’avversario ma non viene ravvisato e sulla seconda ottiene il punto. Poco male, Becker ha altre 2 cartucce da sparare e gliene basta una per breakkare. 2 a 0 e la partita cambia ancora padrone. I break vanno confermati, si sa, ma è dura farlo quando dall’altra parte c’è un grande ribattitore. Tutto sembra andare liscio e fino al 40-15 non ci sono problemi di sorta, ma uno splendido Lendl mette a segno 3 punti consecutivi di cui l’ultimo è una risposta vincente. Palla break Lendl. Becker annulla come meglio non potrebbe: 12° ace e servizio vincente. Pericolo scampato. Come direbbe una nota giornalista italiano che porta il nome di un albero da frutto, “ormai si gioca solo sul servizio Becker. Si gioca per modo di dire, perché se metti a segno delle bombe e aggiungi anche una volèe di rovescio in allungo clamorosa dire che si gioca sul tuo servizio è solo tautologia. Siamo sul 4-1 Becker ed è evidente che Lendl è proiettato verso il 5° e decisivo set. Il 6° gioco è evanescente e Ivan si consegna al suo avversario. 5-1 e set il cassaforte. Tutti sono talmente convinti che ci sarà un 5° set che anche il protagonista numero 1 della favola si addormenta dimenticando che bisogna sempre chiudere il prima possibile. Boris sonnecchia e subisce un break d’inerzia che neanche Lendl si aspettava. Ma le jeux sons fait e Becker ammazza il set ottenendo il deciso break nell’8° gioco. 6 a 2 e tutto rimandato all’ultimo set.

Per quanto i primi 4 set siano spettacolari e già solo essi potrebbero bastare per consegnare alla storia questa partita è nel 5° che si concentra la maggior parte dello spettacolo ed è forse per questo motivo che tutti i giovanotti di allora non potranno mai dimenticare queste emozioni uniche. In America è notte e in Italia è notte fondissima siamo quasi alla mattina. Scrivo questo perché posso immaginare che una differita anche se di poco è sempre uno strazio, ma allora non c’era diretta.it quindi vederla anche dopo qualche ora la partita era come vederla live. Parte bene Becker che tiene il suo turno di servizio. Lendl non è da meno e fa altrettanto lasciando per strada 2 punti, uno con un tentativo di un giro del paletto (i famosi outside in). Becker commette un erroraccio con lo smash che poi verrà ripresa in toto da un suo allievo: il serbo Djokovic Novak. Becker tiene ancora il servizio ed è qui che arriva l’imprevisto. Le immagini del satellite sono saltate e la registrazione salta di un paio di game. Che peccato! Ma nulla di grave, si può rimediare coadiuvati dalla registrazione della partita in tedesco. zwei asses und spiel Lendl. Il 5° gioco è ancora per Becker ma è assurdo il punto del 40-30 che ottiene Lendl quando uncina un dritto che scavalca l’avversario. Doppio circoletto rosso. Lendl al servizio commette un doppio fallo, deve farsi perdonare e piazza una passante bassissimo dopo la classica volèe in tuffo di Boris. Applauso scrosciante. 7° e 8° gioco sono interlocutori, lo sarebbe anche il 9° se non dovessimo registrare l’ennesima prodezza Lendl che piazza una risposta vincente. Grande spettacolo sì, ma nessuno cede. Prima o poi l’equilibrio deve cadere e l’esiziale break arriva nell’11° gioco. Becker è fallosissimo ne approfitta Lendl che piazza la zampata e Boris gli regala il break con un doppio fallo. 6-5 e servizio Lendl che va a servire per il match. Chokers have to choke…e non poteva mancare la chokata del secolo: a parte un servizio vincente Ivan non ne azzecca mezza e si fa controbrekkare complice anche un eccezionale passante di rovescio di Becker. 6 a 6 e sarà il tiebreak a decidere il Maestro della stagione 1988. Tiebreak assurdo con il minibreak a farla da padrone. Primi 2 punti al servizio gettato alle ortiche da entrambe, poi bene 2 turni tenuti e poi sagra della risposta. Si gira sul 3 pari e ancora ci sono altri 2 turni di servizio persi. 4 pari. Poi 5 pari e il punto che decide la partita è il minibreak sul 6-5. Becker serve per il match e chiude uno dei più famosi punti della storia: scambio lunghissimo che si conclude con un nastro che accomoda la palla del tedesco. 7 punti a 5 e titolo che va in Germania e sarà un titolo fondamentale a livello storico perché da lì a 2 anni l’ATP deciderà di spostare proprio in Germania il Masters forti della popolarità del tennis in terra teutonica dettato dalla presenza di Becker e della Graf che monopolizzeranno l’attenzione mediatica per tutti gli anni ’90.