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A ciascuno il suo torneo: Nadal, principe di Monte Carlo – Parte II

Seconda parte dell’articolo dedicata al dominio di Rafael Nadal al Torneo di Monte Carlo. Nella prima parte si è parlato del 2005-2008, in questa la seconda e ultima parte del dominio durata dal 2009 al 2012 con la ciliegina del 2016.

Nel 2009 ormai Rafa si era tolto quell’aura da eterno numero 2. Vincitore prima a Wimbledon nella più grande partita di tutti i tempi e soprattutto in Australia aveva iniziato un anno straordinario, sicuramente il migliore della sua carriera fino a quel momento che verrà però spezzato in una maledetta domenica di maggio a Parigi. Federer è diventato numero 2 e ormai ci sono poche speranze che possa vincere nel Principato. La sconfitta contro Wawrinka nel 3° turno è una sorpresa perché allora Stan non era nessuno, ma col tempo si scoprirà perché The Man non era da buttare sulla terra battuta. Allora tolto di mezzo il Re non rimane che il 3° incomodo, il più forte numero 3 della storia che avrà modo anche lui di togliersi questa nomea appiccicosa e denigrante. Stiamo parlando di Novak Djokovic che arriva in finale battendo Stan in semi e sarà lui a provare a mettere il bastone tra le ruote al King of the Clay. Inutile stare a parlare di Rafa. Il suo cammino verso la finale è netto. Non perde un set e fatica solo con Andy Murray alla sua prima semifinale in un Masters sul rosso. Andy si è rivelato un osso duro e le sue parole sono chiare:”Bisogna crederci, altrimenti è inutile andare in campo. Io mi faccio coraggio con il match di Amburgo dell’anno scorso, che ho perso, ma giocando bene”. La finale è stata spettacolare, non certo un Fedal, ma l’incertezza del risultato l’ha reso tale. Djokovic è stato breakkato in apertura di match poi si è ripreso prontamente il break e ha strappato il servizio a Nadal portandosi sul 3-1. Da qui in avanti però è iniziato lo show manacoregno e con ben 5 giochi consecutivi e Rafa si è portato a casa il parziale per 6 giochi a 3. Nel mezzo un gioco di 10 minuti, il 7°, vinto da Nadal. Uno dei tanti giochi andati per le lunghe che sarà una delle caratteristiche di questa rivalità. Nel 2° set c’è stato il ritorno prepotente del serbo capace di brekkare 2 volte e vincere il parziale per 6 giochi a 2. L’inizio del 3° è ancora un game maratona durato 13 minuti. Djokovic ha 3 break point che non sfrutta. Male. Nel game successivo il serbo si distrae e commette 2 doppi falli che gli costano il game. 2 a 0 Nadal. Rafa scappa fino al 4-1 e confeziona la vittoria con un altro break e il 6-1 finale. Nadal arriva a 5 titoli consecutivi. Record assoluto del torneo. Ma ancora non è finita. Anzi.

L’edizione maggiormente dominata, o meglio stradominata è quella del 2010. Tanto per mettersi al sicuro Federer questa volta non partecipa nonostante sia il numero 1 del mondo e vincitore a Melbourne, allora a fare il vice c’è ancora Novak Djokovic, dietro…il buio. Nadal asfalta tutti lasciando le brisciole: 6-1 6-0 a de Bakker, 6-0 6-1 a Berrer, 6-4 6-2 a Ferrero e 6-2 6-3 a Ferrer. Lascia pochi break lungo il suo cammino, solo 1 a Ferrero e 2 a Ferrer, ma poca roba. Le partite non durano più di un’ora e 35 minuti, tutte sono “allenamenti agonistici” come li definiva Clerici. La finale forse poteva avere un copione diverso, ma Djokovic si perde contro un ottimo Verdasco e allora non c’è nulla da fare. La finale non esiste. 6-0 6-1 a favore di Nadal che chiude in 85 minuti. Nando ha vinto solo il 1° game del secondo set, per il resto solo 14 vincenti e 32 errori non forzati. I numeri di questo torneo ci spingono ad aprire il libro dei record. Mai in una finale di un Masters (1000) il perdente aveva vinto solo un game. C’erano stati prima un 6-1 6-1 inferto da Hewitt a Kuerten ad Indian Wells nel 2003 e un altro di Edberg a Brad Gilbert a Cincinnati nel 1990. Nadal lascia lungo il suo cammino appena 14 giochi, demolendo il record precedente di Monte Carlo di 20 in 4 partite di Vilas, ma rimanendo indietro ai 10 game persi da Kent Carlsson per vincere il torneo di Bologna del 1987. Per Rafa si tratta di una grande vittoria anche dal punto di vista morale. Era dagli Internazionali del 2009 che non vinceva un torneo e le lacrime durante la premiazione dimostrano che non mi tratta del solito torneo di routine vinto sula terra battuta. Dopo l’infortunio patito nel periodo pre-Wimbledon 2009 non è stato al meglio, è arrivato spesso in fondo ma non aveva concretizzato. Il 6° Monte Carlo sarà un grande viatico per lo Slam rosso che arriverà con la vittoria a Parigi contro Soderling.

 Il 7° titolo arriva nel sorteggio, anzi prima del sorteggio. Novak Djokovic, dominatore assoluto della stagione fino a quel momento con 0 sconfitte e giustiziere di Rafa a Indian Wells e Miami (entrambe le volte in finale), decide di prendersi un periodo di pausa, o, come da nota ufficiale, non partecipa al torneo di Monte Carlo per infortunio al ginocchio. Tolto di mezzo così il principale rivale la strada non può che essere in discesa. L’assenza di Nole peserà maggiormente, col senno di poi, perché ancora non aveva battuto Rafa sul suo terreno preferito, e le 2 sconfitte a Roma e a Madrid sempre contro il serbo faranno male. Comunque altra storia questa. Federer decide di tornare a giocare nel Principato, ma questo non è il suo torneo e non è nemmeno la sua superficie. Non fa tanto scandalo la sconfitta contro Jurgen Melzer che in quel periodo era in pieno prime sulla terra battuta e tutti si ricordano della vittoria contro Djokovic al Roland Garros. Rafa è il numero 1 indiscusso e se dietro non arriva nessuno allora il titolo è facile. L’unico in grado di tenergli testa è Andy Murray che ancora disprezza il mattone tritato ma che arriva fino in semifinale dove sfida il maiorchino. La partita dura 3 set e lo scozzese non sfigura per niente, ma nel 3° set Nadal mette il turbo e va a prendersi l’ennesima finale. Qui c’è il vassallo – ancora lo è pienamente – David Ferrer che non può nulla contro un giocatore che ha il suo stesso gioco, ma va al doppio della velocità e ha il quadruplo della tecnica. Il 7° sigillo è un altro titolo importante della carriera di Nadal che trova sempre nella terra battuta un terreno fertile dove rimorde coppe. Questa volta il digiuno durava da Tokyo, ma è sempre troppo lungo per lui. Ferrer intervistato a fine match dirà:”Rafa non è imbattibile, non è una macchina, se si infortuna potrei anche batterlo“. Credici.

L’8a meraviglia arriva nel 2012. E’ un anno particolare per Nadal e il tennis. Dal 2004 al 2007 il Re era stato Federer, ma in quel periodo la corona era nelle mani di Novak Djokovic. Con la vittoria agli Australian Open in un’epica finale con Rafa si pensava che potesse percorrere le orme dello svizzero e di poterlo superare visto che il suo gioco era adatto anche a battere il maiorchino sulla terra battuta, piccolo ingranaggio mancante alla quasi perfetta macchina di Basilea. Ma l’aura di invincibilità di Nole si spegne a Monte Carlo, a casa sua – lui ha residenza lì – ma quella, a dire il vero, è casa Nadal. Percorso facile per il vincitore che cammina sulle macerie di Nieminen, 3K e Stan Wawrinka ancora lontano dall’esplodere. Ottimo è il risultato di Gilles Simon che arriva in semifinale, ma non è il 2008 e non c’è il cemento indoor. 6-3 6-4 easy. Come al solito l’altro finalista tentenna un po’ di più. Perde 2 set: uno contro Dolgopolov e un altro con Berdych. Tutti hanno ancora in mente le 2 finali di Madrid e Roma dell’anno precedente, ma il ricordo verrà presto spazzato dal presente. Vittoria in 78 minuti per Nadal che vince per 6-3 6-1. E’ ancora una vittoria dell’ennesima svolta. Dopo 7 finali perse consecutivamente con Nole si prende una grandissima rivincita contro la sua bestia nera e lo fa addirittura con un piccolo infortunio al ginocchio che si porta dietro da tempo. “I had lost to Novak seven times, so losing eight would not have been much different. But to win this one makes a big difference“. Rafa torna a vincere un titolo dopo il Roland Garros del 2011 per alcuni regalatogli da Federer. Ed è forse qui che Djokovic perde il treno che lo poteva portare ai livelli di Federer nella storia del tennis. Le successive sconfitte a Roma e soprattutto a Parigi ritardano il susseguirsi naturale dei record di chi punta in alto.

Il filotto si conclude un po’ mestamente per i Rafa fan una domenica di primavera. E’ Novak Djokovic a togliere il 9° titolo consecutivo a Rafa. Nole non ci doveva essere per via di un infortunio all’anca patito durante un incontro di Coppa Davis, ma non poteva continuare ad allenarsi nel Country Club della propria città e non vedere il suo nome nell’albo d’oro. La streak si chiude a 47 vittorie consecutive. C’era da aspettarselo, non si può vincere sempre, ma quella sconfitta sarà sintomatica di un declino che per anni porterà il Principe di Monte Carlo a prendere severe batoste. Ma ci sarà il momento della redenzione avvenuta nel 2016 che abbiamo avuto modo di raccontare.