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ATP Indian Wells 2017: Piccolo vademecum per il torneo dei pozzi indiani

Si apre la stagione dei Masters 1000. Dopo la lunga pausa del tennis che conta arrivata dopo gli Australian Open finalmente inizia un torneo che fa la storia, anche se in parte. Ormai la distanza tra Slam e Masters 1000 è diventata abissale sia per via del formato dei match, il famoso 3 su 5 che è un altro sport, sia per l’attenzione mediatica e l’importanza storica che si dà inevitabilmente ad un Major (nome non a caso). Ma non di solo Slam vive l’uomo e se c’è un torneo della fascia inferiore che può avvicinarsi agli inarrivabili superiori questo è il torneo di Indian Wells. Il torneo californiano ha saputo con gli anni ritagliarsi quel posto che oggi gli permette, anche se platonicamente, si essere chiamato 5° Slam. Espressione infelice, ma non data a caso. In passato tanti tornei hanno cercato di arrogarsi questo titolo,  forse quello che ci è andato più vicino è stato il Lipton di Miami che alla fine degli anni ’80 aveva un tabellone a 128 con partite tutte 3 su 5, uno Slam insomma, e se gli Australian Open non avevano ancora colmato il gap con gli altri 3 della classe e vincere a Key Biscayne non era di certo da meno che farlo a Melbourne. Ci ringrazierà di questa uscita un po’ hypster gattone Mecir (Miroslav) che non ha mai vinto uno Slam ma che nel 1987 riuscì a vincere a Miami demolendo in finale il ben più accreditato Ivan Lendl. Mecir non vincerà mai Slam ma quella del 1987 è una vittoria che pesa ed è per questo che l’ex cecoslovacco è considerato uno, se non il migliore tennista a non essersi mai aggiudicato un Major.

Ecco che si accende così una rivalità a distanza, una guerra fredda tra Indian Wells e Miami, con il torneo californiano che, evidentemente sotto negli anni ’80, ha saputo ricucire il gap con il torneo della Florida che rimane dello stesso livello, ma la collocazione nel calendario lo penalizza non poco. Ormai si sa che chi fa bene in California non va a Miami. Triste verità, ma ormai è prassi. Peccato. Peccato perché Il Lipton non meriterebbe questo trattamento, ma se un evento vuole rimanere all’apice deve mantenere la tradizione da un lato e dall’altro aprirsi alle innovazioni. Ed è qui che entra in scena il miliardario Larry Ellison, proprietario di Oracle, colosso dell’informatica (di database per chi conosce un po’ di sistemi e/o smanettone), e poi di Java, il linguaggio di programmazione che è ormai uno standard a livello mondiale. Lo Zio Larry ha messo a disposizione i suoi milioni, o meglio bilioni, e ha costruito l’imponderabile. La zona su cui sorge l‘Indian Wells Tennis Garden è un deserto, questo è però un limite a livello logistico perché è difficile raggiungerlo, ma è un grande vantaggio se si vuole ampliare l’impianto praticamente all’infinito. Non ci sono limiti di spazio ad Indian Wells. Che fortuna! Il Roland Garros ogni anno deve sempre fare fronte a questi problemi e come sempre ogni nuova proposta è un buco nell’acqua. Non è così in California dove si costruiscono sempre nuovi impianti e ogni anno arriva una novità. Non sarà mai uno Slam, ma che grande torneo è Indian Wells.

Dopo questa introduzione (piccola o grande che sia) andiamo a vedere come ci riservano i pozzi indiani per quanto riguarda i numeri. La prima edizione del torneo risale al 1974 (anche se il sito ufficiale sbaglia a farlo partire dal 1976) così siamo a 43 anni di storia, non sono molti, ma neanche pochi, così i record fatti registrare nel deserto hanno una certa consistenza e meritano di essere approfonditi per capire quali sono quelli più importanti, quelli battibili e quelli irraggiungibili.

Il vincitore del maggior numero di titoli è Djokovic che ha vinto 5 volte, dietro di lui Roger Federer con 4 e il terzetto Michael Chang, Jimmy Connors, Rafael Nadal. Djokovic ha vinto nel 2008, 2011 e dal 2014 a 2016 ma mai con finale al meglio dei 5 set. Federer invece vincitore dal 2004 al 2006 e poi nel 2012 ha vinto 2 finali con il 3 su 5 (2005 e 2006).

Federer insieme a Djokovic condivide il record delle finali raggiunte. 6 a testa. Dietro Nadal e Yannick Noah con 4. Nole ha perso una sola volta in finale contro Nadal nel 2007, mentre Federer 2 volte, entrambe con Djokovic.

Il maggior numero di match giocati appartiene a Federer con 63 gettoni. Dietro di lui Rafael Nadal con 57 e Andre Agassi con 53. (Record inarrivabile per quest’anno)

Il maggior numero di match vinti appartiene a Federer con 52 vittorie seguito da Nadal con 48 vittorie e Novak Djokovic. Per essere superato Nadal e Nole si devono impegnare parecchio e Federer fare fiasco (record al sicuro)

Lo stakanovista di Indian Wells è Andre Agassi che ha giocato il torneo per ben 18 volte. Prima volta nel 1988 ultima nel 2006. Dietro di lui Hewitt e Federer con 15. Con la partecipazione di quest’anno Roger supererà Lleyton.

Chi ha fatto meglio in termini di percentuali è stato Novak Djokovic con l‘88.68% di vittorie. Parecchio dietro gli altri con Connors all’85% e Nadal con 84.21%. (Federer 4° con 82.54%).

Il vincitore più vecchio del torneo è Jimmy Connors che si impose nel 1984 a 31 anni, 5 mesi e 12 giorni. Dietro di lui la sorpresa del 2010 Ivan Ljiubicic vincitore a 31 anni e 3 giorni.

Il vincitore più giovane è Boris Becker che vinse nel 1987 a 19 anni, 2 mesi e 26 giorni. Al 2° posto Michael Chang vincitore nel 1992 all’età di 20 anni e 11 giorni.

Il vincitore del maggior numero di titoli consecutivi è Djokovic in coabitazione con Federer (3). Federer e Djokovic si dividono anche il record di finale consecutive, sempre 3.

Federer stacca di una lunghezza, 18 contro 17, Djokovic come numero di vittorie consecutive.

L’edizione più dominata risulta quella del 1976 quando Connors vinse il torneo in 6 match perdendo solo 27 game e nessun set. (Tutti i set finirono con Jimbo vincitore dei canonici 6 game)

La finale più lunga in termini di game è stata quella del 1991 tra Jim Courier vincitore su Guy Forget con il punteggio di 4-6 6-3 4-6 6-3 7-6(4), 51 game.

La finale più breve in termine di game è stata quella del 2016 con Djokovic vincitore su Milos Raonic per 6-2 6-0. Record che è in coabitazione con la finale del 2001 tra Hewitt e Guga Kuerten, 6-1 6-1 il punteggio finale.

Il vincitore con ranking più basso è Jim Courier, vincitore nel 1991 da numero 26 del mondo.

Mardy Fish è il finalista con il ranking più basso. Nel 2008 fu finalista da numero 97 del mondo.

Il giocatore che è stato maggiormente in campo per tutta la durata del torneo è stato Mardy Fish che nel 2008 giocò per 12 ore e 31 minuti complessivi.

Il vincitore che è rimasto meno in campo è stato Federer nel 2004 con una media di un’ora e 13 minuti a partita.

Il giocatore più giovane a far parte del tabellone principale è stato Donald Young che partecipò all’edizione del 2005 a 15.6 anni.

Il giocatore più anziano a partecipare è stato Jimmy Connors che prese parte all’edizione 1992 a 39.5 anni.

Lo scambio più bello? Quello della finale del 2005 tra Federer e Hewitt.