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ATP Shanghai 2019: Armata russa. Medvedev vince il suo 2° Masters 1000 della stagione

 

 

Medvedev non è più una sorpresa. 2° Masters 1000 consecutivo per lui. Torneo vinto senza perdere set.

La partita

L’uomo del momento si chiama Daniil Medvedev. Vincitore morale degli US Open, sta attraversando un momento magico e sul cemento sta dimostrando di essere superiore a tutti, tranne all’uomo del Sorpasso. La finale di Shanghai è un ottimo banco di prova per il russo che si ritrova all’atto conclusivo con un grande rollino, senza lasciare set per strada. Dall’altra parte della rete c’è un ritrovato Zverev che si è sbarazzato di quel che rimane della vittima del Sorpasso e del nostro Berrettini, purtroppo, per i colori azzurri, almeno 2 categorie sotto i finalisti. I pronostici sono a favore della tds 3, ma la partita si deve giocare. Quando fuori piove, perché il mondo mi ha deluso un po’, si chiude il tetto…e ci mancherebbe. I cinesi hanno speso yin e yang per avere un bel Masters 1000, figuriamoci se non hanno il tetto. Metterebbe anche la testa di Mao per avere uno Slam, ma questa è un’altra storia.

Parte Danilo al servizio e mette subito le cose in chiaro. Dritto di Zverev a rete e 15-0. Vincente di dritto in contropiede e 30-0. ACE. C’è un errore russo per il momentaneo 40-15. Palla sul nastro che cade sulla propria metà per Zverev, come sequel del film Match Point. Serve Sasha. Prima mette lungo il dritto. Poi c’è uno scambio lunghissimo, è il tedesco a sbagliare per primo. Drop teutonico telefonato, Medvedev ci arriva e mette il dritto in corsa. 0-40. Si salva Alex perché Med mette un drop difensivo lungo. Però poi è il russo a mettere il drop che stana l’avversario. 2 a 0. C’è un solo giocatore in campo.

Medvedev prende il largo perché è sempre Zverev a sbagliare, questa volta con il dritto. C’è un ACE. Piccolo errore russo per il 30-15, ma ancora errore tedesco, ancora con il dritto che va largo. Ennesimo errore, rovescio giocato male da fondo e 3 a 0.

La situazione sembra che stia per profondare. Rovescio di Zverev a rete e 0-15. ACE e 15 pari. Dritto di Sasha a rete e 15-30. Da qui in poi però la partita cambia, però ancora nessuno lo sa. Servizio vincente per il 30 pari. Primo errore veramente gratuito per Daniil e 40-30. Si chiude con un ACE e primo game tedesco.

Nel 5° game il vento cambia. Dritto di Medvedv a rete. Il russo ha perso il suo ormai proverbiale ritmo che ammazza la palla e lo scambio per mettere dall’altra parte una palla senza peso che è difficile da controllare perché arriva lunga e non sai mai quale forza mettere per mandarla di là. Ci si mette anche Zverev che piazza un bel vincente da fondo di rovescio per lo 0-30. Rovescio di Danilo largo e 0-40. Sasha in questo ultimo periodo non ha dimostrato sangue freddo e mordente quando si è trattato di chiudere punto, game e match. Infatti si va rimontare da Med che scende a rete per chiudere il punto con la stop-volley. ACE. Danilo attacca con il rovescio e costringe all’errore l’avversario. 3 palle break sfumate. Errore sotto rete russo e 4a palla break. C’è un nastro russo che la fa sfumare. Non va il successivo rovescio di Medvedev e alla 5a palla break è ancora il rovescio a tradire il vincitore di Cincinnati. Controbreak.

Finalmente Zverev è entrato in partita. Prima si prende il punto con una discesa a rete per chiudere di dritto. Poi però commette un errore con il drop. C’è un bel passante di dritto inside out per Med per il 15-30. Sasha si riprende subito e costringe l’avversario a mettere a rete il rovescio. C’è uno scambio lunghissimo. È Med a sbagliare per primo. La successiva palla russa è larga. C’è il challenge, ma è inutile. 3 a 3 ed equilibrio ristabilito.

7° game a fasi alterne. Inizia bene Med che approfitta di un drop debole di Zverev. Servizio vincente e 30-0. Doppio fallo e 30-15. Sasha difende bene la rete e si prende il 30 pari. Vincente di dritto lungolinea per Danilo e 40-30. Si chiude con un servizio vincente e siamo 4 giochi a 3.

8° game in cui Zverev si fa sentire. Il primo punto però è un errore russo. Il secondo è un vincente russo, di rovescio lungolinea. Poi ACE, servizio vincente ed ACE. 4 a 4.

Esordisce male Medvedev nel 9° commettendo doppio fallo. Vincente di dritto da fondo e 15 pari. Bene anche con il drop il russo e 30-15. Il successivo rovescio di Zverev si spegne a rete. Si chiude con un servizio e dritto e 5 a 4.

Siamo nel 10° gioco. ACE. Medvedev vince lo scambio lungo e pareggia sul 15 pari. Male il drop di Zverev. E 15-30. Smash in chiusura per Zverev e 30 pari. Sembra un gioco come tanti, però la macchina tedesca si inceppa malamente. Doppio fallo e quadruplo fallo! Marooooo! Macello!! 2 punti decisivi che consegnano il set a Medvedev che prende e ringrazia. 6 a 4 un po’ bugiardo, ma ci sta.

Zverev dovrebbe essere sotto un treno, però è lui a partire meglio all’inizio del secondo set. È Med a battere e parte bene. Servizio vincente per lui e passante sotto rete per il 30-0. Poi Zverev mette un rovescio vincente incrociato. C’è un servizio vincente e 40-15. Sembra finita, ma il drop di Daniil è debole. Altro drop scarso russo e si va ai vantaggi. Passante di rovescio tedesco che è un mezzo attentato e palla break. Danilo si salva con un servizio vincente. La ruota gira grazie ad un rovescio vincente e ad una chiusura in corsa di dritto sotto rete con violenza. 1 a 0.

Sasha veleggia nel 2° game. ACE, servizio vincente, ACE. E 40 a 0 in un lampo. Poi non difende bene la rete, mette male il drop da fondo e commette un doppio fallo. Allez! Come se non bastasse c’è anche un dritto lungo ed è palla break. Nastro e palla fuori ed è break. 2 a 0. La partita di fatto si chiude qua. Il tedesco ha lottato fino a quando a potuto e se l’è giocata, per quanto possano dire quelli che non hanno visto la partita e pensano che solo il punteggio possa dire tutto di un incontro.

3° gioco. Servizio vincente russo. Chiusura in smash per Sasha e 15 pari. Dritto tedesco a rete e 30-15. Palla che pizzica la riga di fondo (Challenge di Med inutile). Servizio e rovescio a chiudere. Dritto di Sasha a rete e 3 a 0.

Continua l’emorragia teutonica che non trova più il suo coagulante. Lungo il dritto. Ripresina con un vincente di dritto outside in. Servizio vincente per il 30-15. Errore di dritto. Gran punto di Medvedev che piazza il rovescio da fondo e si procura una palla break. Daniil vince il cheek-to-cheek a rete e breakka per il 4 a 0 pesante.

Ancora trama tutta di marca russa. Vincente di rovescio down the line per Med. Dritto di Zverev a rete. Ormai ha tirato i remi in barca. Servizio vincente e 40-0. Scappa il dritto alla tds 3 e siamo 40-15. Cambia poco se poi c’è un servizio vincente per il 5-0.

Troppo severo il bagel per un volitivo Zverev che non merita questa fine e si prende il game della bandiera. Servizio vincente. Liscio tedesco e 15 pari. Servizio vincente e 30-15. Ancora errore di rovescio e 30 pari. Per fortuna è profondo Sasha nel punto successivo e poi chiude con un altro servizio vincente. 5 a 1.

Si deve chiudere. Medvedev approfitta di un rovescio di Sasha messo a rete. Servizio vincente e 30-0. Rovescio in uscita dal servizio a rete per Med e 30-15. Ci siamo. Servizio vincente. Match point. ACE! È fatta. Un non troppo felice Daniil schianta il rivale Zverev e si va a prendere il titolo di Shanghai che si aggiunge a quello pesante di Cincinnati. Non mostra così tante emozioni il vincitore del torneo, probabilmente non è qui che voleva vincere. Ci sarà tempo per rimediare.

I record

  • Medvedev è il 16° giocatore a vincere almeno 2 ATP Masters 1000 consecutivi
  • 1° Masters 1000 per lui senza perdere un set

Il torneo

Ormai si sa che a vendere i biglietti sono i Big 3. Tolto di mezzo l’aura di un ipotetico 4° che formava la mia fortunata formula detta “Fab Four”, l’attenzione cade sui vincitori degli ultimi 12 Slam. Ed è sempre questa parolina magica ad essere lo spartiacque di una discussione che vorrebbe, potrebbe e dovrebbe andare in una direzione, ma che prova sempre davanti un muro spesso qualche migliaio di anni luce. La discussione riguarda sempre il cambio generazionale e la fine del dominio di quei 3. I trend sono chiari: se una volta il dominio era quasi assoluto, oggi trova sempre più delle falle che sono riempite da tanti, sia perché non possono vincere sempre quei 3, sia perché qualcuno dei 3 rimane a casa. è il caso di Nadal, che prepara il suo matrimonio con Xisca e pulla all’ultimo minuto, questa volta prima della compilazione del tabellone. Onesto, ma non troppo. La sua partecipazione con tanto di vittoria alla Laver Cup è bastata e avanzata, e non si capisce che cosa possa esprimere in questa ultima parte di stagione, sempre stata avversa per lui. Non c’è Nadal, ma ci sono Djokovic e Federer, di cui parleremo più avanti.

I primi 2 del seeding sono stati messi di proposito in stand by, perché per legge morale deve essere per forza messo davanti il vincitore. Si è parlato tanto di Medvedev, ma ancora non si è detto tutto, o forse siamo solo all’inizio di una grande storia. Chi lo sa. Mai etichettato come futuro vincitore di 20 Slam, a differenza di tanti altri della sua generazione, sta ritagliandosi un posto importante in un anno che ha visto tante gradite sorprese. Da Washington in poi ha dato un giro di vite e ha messo tutti in fila. Da quella splendida finale contro Kyrgios, persa, ha iniziato ad esprimere il suo migliore tennis che è difficile da collocare. Fa bene Zverev a dire che non ha mai visto qualcosa di simile prima, perché è seriamente difficile categorizzare le skills del russo. Non è un giocatore potente, come potrebbero essere un Wawrinka o un Del Potro, e non è un “pallettaro” come Nadal e Djokovic. Di Federer non ha neanche un pelo, per cui rimane clusterizzato in qualcosa che a poco a poco dovrà trovare una sua naturale classificazione, ma che oggi non c’è. Sbaglia poco, e questa è caratteristica dei veri campioni, come lo era Nadal nel suo prime. La bassa percentuale di unforced permette di stare davanti e mettere il sigillo a delle partite che magari si possono complicare. È stata questa l’arma con cui ha disinnescato un sempre performante Djokovic a Cincinnati, che si ritrova dall’altra parte della rete un giocatore che gli fa il verso, ma questa volta è lui a soccombere, soccombere alla distanza. Come un Giotto che a poco a poco perfeziona la sua tecnica disegnando dei cerchi perfetti in faccia ad un Cimabue che ha fatto tanto, ma non si aspettava che il suo allievo potesse fare meglio di lui. È significativo che Medvedev abbia vinto con Nole e perso con Nadal. Tolta la mattanza canadese, è nella finale degli US Open che nasce il personaggio del momento. Quella partita fatta sua fino allo 0-1 15 40 del 5°, è stato il suo debutto nel tennis che si deve ricordare. Poteva benissimo andare a casa e portare con se l’assegno del finalista e la coppetta, ma no, invece ha avvelenato a poco a poco il gioco di Nadal che stava per soffocare e che l’ha vinta con si sa come. Da lì si è capita la caratura del personaggio. San Pietroburgo per lui è come un Barletta per un Nadal, Il Nadal del 2008, non quello di ora, per cui quel +1 vale poco come peso specifico, anche se potrebbe fare la differenza tra qualche anno. È qui a Shanghai che ha messo tutti in riga. Non ha trovato il Big, però ha fatto fuori chi aveva fatto fuori il Big. Conta poco la proprietà transitiva qui, anzi non vale completamente, però i tornei si vincono anche così. È il modo e la facilità con cui ha messo in riga tutti che sorprende. La vittoria dell’outsider è per definizione è faticosa, macchinosa, non quella di Medvedev. Non è mai stata mai in discussione la sua vittoria e con questa prerogativa prenota gli slot dei record che verrano. Il suo livello è superiore a tutti in questo momento. Djokovic è un po’ abbacchiato. Federer in alto mare. Rimane solo da capire cosa vorrà fare Nadal che ormai ha capito che sono gli Slam quelli che contano e che Bercy e Finals, tornei prestigiosi, non possono aggiungere granché a quello che sarà messo in palio sul nuovo Greenset di Melbourne. I numeri di Med sul cemento sono straordinari a da qui a fine anno potrebbero anche superare i record che sono di Djokovic 2015 e Federer 2006. Numeri che sono solo somme aritmetiche, attenzione, ma sappiamo benissimo che i numeri nel tennis non si sommano, ma si pesano.

Conclusione

Elogiato Medved, rimangono fuori quei 2. Quei 2 hanno avuto una sorte differente. Djokovic è andato benino, anche se da lui qui in Cina ci si aspetta che vinca sempre, se non altro perché ha sempre raggiunto le semifinali a Shanghai, così, tanto per gradire, ed è il numero 1 del mondo. Si è andato a prendere un +1 a Tokyo giocando contro i Pokemon, seppur nella loro massima evoluzione, però era qui che doveva dimostrare tanto. La sua maggiore preoccupazione non era il titolo, ma un pescatore delle baleari. C’era in gioco il numero 1 del mondo conteso dal pescatore, e purtroppo per lui alla fine ha prevalso il pescatore. Però non va denigrato Nole, ma va elogiato chi l’ha battuto. Un altro protagonista di questa stagione: Stefanos Tsitsipas. Battendo Novak ha completato la collezione delle figurine dei Big 3 per questa stagione. Un grande merito, ma non significa niente se non porti a casa la coppetta. Al greco rimangono Marsiglia e Cascais. Robetta mista. Ma ci sarà tempo per piazzare la zampata storica.

Male invece Federer che evidentemente non si è ripreso dalla botta del 40-15 e one more e che vuole dare dignità a questo finale di carriera che non si sa sia finale o meno. Hanno velocizzato i campi per farlo vincere, come dimostrano i dati oggettivi sul CPI (su cui si consiglia un approfondimento), però ora i campi sono troppo veloci e non riesce a vincere. Insomma, Rogé, dicci come vuoi i campi che aggiustiamo il CPI. Qualche soddisfazione se l’è tolta, come quella di vendicarsi di Ramos, vincitore contro di lui qui nel 2015. Ma…altra robetta. C’è stata anche la vittoria con Goffin. Ordinaria amministrazione. Invece contro Zverev non c’è stata partita. Sasha ha condotto le redini del gioco dall’inizio alla fine e ha palesato dei limiti che ormai sono evidenti a tutti nel gioco di Federer. L’unica pecca della partita è stata la “sashata” a fine secondo set, quando il Kaiser ha sprecato 5 match point. Non erano nel terzo, per cui erano a senso unico. Però poi nel set decisivo Alexander ha messo tutto in chiaro, dimostrando una ritrovata verve, anche se non priva di svarioni, come quello appena citato con Federer e quello dei 2 doppi falli che ha consegnato il primo set della finale a Medvedev.

Questa settimana ci saranno 3 torneini, tra cui quello di Mosca, cui dovrebbe partecipare Medvedev. Sembra una follia fare il filottone San Pietroburgo-Shanghai-Mosca-Bercy. Però Daniil è russo e non può mancare nella capitale della sua Nazione. Pensa che bastano soldi e cattiveria per comandare, ma pensa malamente.