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The GOAT Theory: Lo sfasamento del 1970

Il 1970 segna una svolta fondamentale per la storia del tennis. Il grande tennista Jack Kramer, vincitore a Wimbledon e US Open e poi protagonista dell’Era Pro del tennis decide che bisognava mettere tutto in ordine. Le varie diatribe tra le tante associazioni di tennisti avevano creato diversi circuiti paralleli che si contendevano i migliori del mondo, non permettendo a tutti di partecipare a tutti i tornei. In realtà quella di Kramer nel 1970 sembra un’utopia, semplicemente perché la WCT dominava in lungo e in largo avendo tra le proprie fila i migliori del mondo, tra tutti Laver e Rosewall. Però la grande intuizione di Jack fu quella di incasellare la maggior parte dei grandi eventi che fino a quel momento erano stati amatoriali e che a poco a poco diventavano Open. La tradizione a poco a poco avrebbe rosicchiato importanza ai più remunerativi ma senza storia tornei del World Championship Tennis. Subito fecero parte del nuovo circuito, ribattezzato Grand Prix, come quello di Formula 1, i tornei di Parigi, Wimbledon e New York che formarono la Triple Crown, per tanti e tanti anni al centro del tennis mondiale e diversi tornei che a poco a poco avrebbero acquisito una maggiore importanza nel panorama mondiale. L’idea del “grande premio” nacque anche per dare una sistemazione a questi tornei, 20 per la precisione, divisi in 3 categorie per ordine di importanza, e che, in base a questa, assegnavano dei punti, così come la massima categoria delle 4 ruote. I migliori del mondo si sarebbero incontrati in un torneo speciale chiamato “Masters”, inglese di “Maestri”, per decretare il migliore dei migliori. Queste idee oggi sembrano scontate e banali, ma allora erano del tutto rivoluzionarie e non tutti le accolsero a braccia aperte.

Come al solito sono i WCT a fare da ago della bilancia in un tour mondiale che non esiste, o meglio non aveva uno schedule ben preciso come sarebbe oggi, ma che si divide tra tornei open e non open, però senza una vera e propria proibizione di partecipare a determinati eventi. Chiaramente i WCT partecipavano ai WCT, quando potevano, però una capatina ogni tanto al Grand Prix veniva fatto. Non è un caso che Rosewall e Laver andarono a Tokyo a giocare il torneo dei Maestri. Così come fatto nel 1971 si distingueranno 2 tronconi. Per distinguere prenderemo la lista di questi previlegiati e faremo un matching con il tabellone di un evento NON WCT: se non c’è nessuno di loro allora si scarta, se c’è almeno uno di loro, allora questo fa parte dell’insieme. I giocatori della lista sono:

  • Rod Laver
  • Ken Rosewall
  • Roy Emerson
  • John Newcombe
  • Pancho Gonzales
  • Tony Roche
  • Tom Okker
  • Fred Stolle
  • Roger Taylor
  • Andrés Gimeno
  • Marty Riessen
  • Mark Cox
  • Fred Stolle
  • Roy Emerson
  • Dennis Ralston
  • Earl Buchholz
  • Pierre Barthes
  • Nikki Pilic
  • Cliff Drysdale

Il quadro generale per il 1970 è il seguente:

  • Blu: tornei non WCT
  • Giallo: torneo WCT
  • Bianco: Tornei ILTF presenziati dai WCT

Si vede chiaramente la distinzione tra WCT e altri tennisti professionisti. Ad essere pignoli però i tornei del WCT erano aperti a tutti, in linea teorica, ma di fatto frequentati solo dei loro “soci”, ecco perché è opportuno classificarli come “closed”, nonostante questo piccolo particolare. Tutti gli eventi sono così distinti:

Vicino ad ogni evento sono stati accostati i punti ATP (virtuali) che davano, in questo modo agevoliamo il lavoro per ricavare le famose equazioni caratteristiche.

Coefficienti anti-sfasamento

Chi è stato attento saprà che la chiusura non può non essere dedicata ai coefficienti anti-sfasamento derivanti dall’assioma 4.