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L’anno che verrà. 2018: Il coraggio di cambiare, il dovere di ricordare, l’ambizione di pronosticare

Si apre la stagione numero 142 del tennis moderno, la 50 dell’era Open e l’ATP Tour numero 29.

Il tempo trascorso dall’ultima partita è troppo lungo. Sono lontani quei momenti, quando uno sguardo provocava turbamenti, quando la vita era più facile e la stagione durava 13 mesi l’anno. La finale di Coppa Davis, la scontata finale di Coppa Davis è molto distante e questo periodo ha acceso manie che nessuno che non è appassionato di tennis può capire. Magari si cerca di giustificare questo malessere in qualcosa che non esiste, ma sappiamo tutti che deriva dall’assenza di tennis giocato. Ognuno ha i suoi detersivi, ma il tennis rimane sempre e comunque al centro e quando si sta troppo sott’acqua si rischia di annegare, e se magari si sale in superficie perché qualcuno ci tira su per i capelli non è detto che siamo ancora vivi. Però se respiriamo siamo ancora vivi e bisogna in qualche modo ritornare a respirare, a respirare la normalità, la normalità che vuole ogni giorno dell’anno occupato dal tennis, quello che conta e quello che non conta.

L’alba di un nuovo anno è partita. E’ l’emisfero australe e il 5° continente a rappresentare l’aurora di qualcosa che sta per nascere ma che fa fatica a venire alla luce. Dobbiamo essere noi a spingere il nuovo anno verso la vita. Il piccolo continente è pronto per il nuovo anno. Laggiù tutti sono caldi, se non altro perché è estate. Si fa fatica a concepire come possa esistere un mondo in cui si va al mare a gennaio mentre noi siamo immersi nella neve e nel freddo. Il tennis è bello anche per questo: in nessuno sport l’Oceania ha un ruolo così importante nel panorama mondiale, internazionale. Tutti gli occhi sono puntati sull‘Australian Open, un botto grosso grosso che arriva troppo presto. Molti lo vorrebbero spostare, ma si farebbe fatica a collocare in un’altra data. Tutto quello che c’è prima non può non gravitare attorno allo Slam Down Under. Si parla di “tornei di preparazione”. Che brutta espressione! Però gli organizzatori della Hopman Cup, di Brisbane, di Pune, di Doha, di Sydney, di Auckland sanno che sono solo delle tappe di passaggio per l’Australia che fa la storia.

Il 2018 appare fin da subito come l’anno dell’incertezza. Doveva esserlo il 2017, ma non lo è stato. Ad inizio anno tutto erano pronti a scommettere su un duopolio, un duopolio che fa sempre bene al tennis. Sono le rivalità che accendono questo sport; i domini non sono così graditi a meno che quello che domina sia il tuo beniamino. Il duopolio c’è stato, ma i protagonisti non sono stati quelli attesi. Volevate Murray & Djokovic? Ci sono stati Nadal e Federer. “E’ un qualcosa di incredibile”. Le 2 leggende viventi di questo sport date abbondantemente per finite sono riuscite a spartirsi tutto quello che c’era da prendere lasciando le briciole agli altri. 4 Slam e 7 Masters 1000 la dicono lunga su questa Restaurazione che c’è stata. Magari sarà senz’altro una Restaurazione momentanea, ma vedere quei 2 ancora in alto è stata una manna per tutti gli appassionati. Se poi mettiamo nel paniere anche la Laver Cup in cui i 2 citati hanno giocato assieme non si può non rimanere estasiati per quello che è successo in questo pazzo 2017. Come Prost e Senna alla McLaren nel 1988-1989 Nadal e Federer hanno corso nella stessa scuderia, almeno per un fine settimana. Alain e Ayrton se le diedero di santa ragione in quei 2 anni di convivenza, qui invece i 2 condottieri con la racchetta hanno giocato per lo stesso obiettivo, un obiettivo condiviso e poi raggiunto.

Che fine hanno fatto i 2 che dovevano dominare? Sono morti. Incredibile come Murray una volta diventato numero 1 sia crollato vertiginosamente diventato così il numero 1 ATP con un bel numero di settimane al vertice a disputare la peggiore stagione come migliore al mondo. Andy è crollato. Non doveva dominare, doveva essere sorpassato, ma almeno una zampata, un colpettino per dire che è ancora vivo ci voleva, invece il vuoto totale. E Djokovic? Disintegrato. La mazzata cosmologica delle Finals 2016 lo aveva demolito, ma non ci si aspettava che potesse fare così schifo. C’è la mezza scusa del problema al gomito, ma sembra più un modo per giustificare un fallimento che non ti aspetti che un vero infortunio. Per quanto un titolo è sempre un titolo, anche se si parla di un 250 il punto più basso è stato proprio un 250, quello di Eastbourne, giocato con la mente senza nessuna idea razionale, una linea guida, un minimo di buon senso. Tu hai vinto 3 volte Wimbledon, non hai mai giocato tornei di  preparazione per i Championships e cosa fai? Giochi un torneo la settimana prima? Si vede che sei fuori come un balcone. Non sorprende così il ritiro contro Berdych e neanche la pausa sabbatica per ricaricare il corpo e lo spirito. Oltre ai 2 grandi sono mancati altri meno grandi che hanno fatto diventare la stagione 2017 una delle peggiori della storia. Fuori Wawrinka, Raonic, Nishikori e compagnia bella. Gli US Open hanno fatto registrare il peggior tabellone Slam dal 1988 in poi, ossia da quanto gli Slam sono sullo stesso piano (anche se tra un po’ scoprirete che non è proprio così). C’è stato un finale di stagione monco che ha dato un po’ della tanto agognata incertezza, ma non è l’incertezza che vogliamo. L’incertezza deve nascere dal nuovo che ammazza il vecchio, non dal nuovo che emerge perché il vecchio è morto.

Capitolo giovani

Volevate i giovani? E i giovani sono arrivati, sono arrivati a metà, ma sono arrivati. Il primo grande nuovo virgulto che è salito agli onori degli altari è Sasha Zverev. Ha vinto robetta mista. Il primo grande botto è arrivato a Roma, vincendo quelli che all’anagrafe sono registrati come “Internazionali BNL d’Italia“. Quando eravamo ignoranti e non avevamo internette vincere a Roma era un grande traguardo se non fosse altro che in chiaro di tennis veniva trasmesso poco e Giampiero Galeazzi lo vedevamo, o meglio sentivamo solo quando iniziava a fare un po’ di caldo. Finiva la Serie A e per riempire il buco, il vaccum sportis si guardava il tennis. Poi è arrivato lo Slamcentrismo, Nadal e vincere gli Internazionali è diventato marginale, qualcosa che non fa storia. Però siccome sappiamo da dove veniamo non si può non dire che Sasha ha vinto un grande torneo. Ha battuto Djokovic e questo basta a certificare con tanto di cera lacca qualcosa che fino a qualche stagione fa era utopia. Come se non bastasse Zverev Il Piccolo ha rilanciato a Montreal mettendo in bacheca il 2° Masters 1000 della stagione. Ha battuto Federer, o meglio un Federer/2, con tanto di problemi alla schiena che gli hanno compromesso Cincinati e chissà quale altro traguardo. Sasha è pronto, però una bella zampata Slam sarebbe d’uopo. Non ha mai raggiunto i quarti di finale in un Major. Non un bel biglietto da visita, ma arriverà senz’altro. Ha chiuso al numero 4 del ranking ATP a 20.6 anni. Non male.

Un altro protagonista giovane ma non più giovane è stato Greg Dimitrov, che è riuscito finalmente a portare a casa qualcosa di importante. Va bene il bel giuoco, il rovescio a una mano, ma nel tennis non è importante vincere tornei, è l’unica cosa che conta. Cincinnati è stata sua. Poteva rimanere un one shot come un famoso “Teorema” del 1981, ma non è stato così. A Londra è arrivato il sigillo della consacrazione. Il torneo dei maestri è stato suo. E’ un grande torneo che hanno vinto solo i migliori perché vi partecipano solo i migliori. Bravo Grigor. Numero 3 a 26.6 anni. Non sei più giovane, però non sei neanche vecchio.

Come non ricordare il grande exploit di Denis Shapovalov. Il talento canadese aveva dato un colpo per dire che esiste, però era finito nell’occhio di un umpire. Non proprio il massimo. Ci voleva il botto quello bello bello per dire che “io ci sono“, è arrivato a casa sua dove ha battuto Nadal in un grande match. Denis in un mese ha ritoccato tanti record di precocità, poi si è un po’ perso, ma è normale. Un altro 2005 con un teenager a comandare a destra e a manca forse non lo vedremo più, anzi, togliamo il “forse”. Allora non ci rimane che aspettare. I colpi ci sono: uno su tutti il rovescio monomane che fa male. Sarà il nuovo Gasquet? No, per favore, almeno si spera che sia il nuovo Wawrinka. Almeno. Federer? Non scherziamo.

Debutto dei campioni

Purtroppo la stagione 2018 si porta dietro lo strascico di quella del 2017. Molti big sono in forse per tanti tornei. Il primo della lista è Rafael Nadal che ha rinunciato all’esibizione del Mubadala. Era atteso a Brisbane ma ha cancellato anche l’appuntamento nel Queensland. Per lui arrivo il 4 gennaio a Melbourne e tante preghiere. Anche Djokovic doveva presenziare ad Abu Dhabi, ma ha dato forfait all’ultima ora. Problemi al gomito per lui. Salta anche Doha, dove, tra l’altro, difendeva il titolo, 250 punti pesanti che se ne vanno. Pazza idea di vederlo a Auckland. In mezzo alla m..area è Andy Murray che ha sostituito Nole al Mubdala ma è apparso in evidente ritardo di condizione. E’ iscritto al torneo di Brisbane. Asterisco per lui. L’unico big in piena forma e pronto a ritoccare record su record (di cui molti già gli appartengono) è Roger Federer. Fatto amicizia con un castoro (quokka per i più esperti) ha debuttato a Perth nel il torneo di doppio misto dedicato al grande Harry Hopman. Rogé giocherà insieme a Belinda Bencic. Anche l’anno scorso giocò nel Western Australia ma non vinse il titolo, quest’anno cercherà il riscatto, anche se i fari non possono essere spenti come nel 2017, oggi, a conti fatti, è lui l’uomo da battere. Ormai da considerarsi un big, Grigor Dimitrov sarà tds 1 nel Queensland. Qui difende il titolo conquistato in finale contro Nishikori. Il numero 4 del mondo, Alex Zverev, esordirà a Perth dove difenderà i colori della Germania insieme ad Angelique Kerber. Quest’anno non si giocherà più il torneo di Chennai trasferitosi a Pune dove sarà Marin Cilic la prima testa di serie.

I record

I record importanti che potrebbero cadere nel 2018 sono pochi, o meglio sono difficili da abbattere. Il più importante è quello del numero di Slam di Federer, salito a 19, ma con Nadal che mantiene la stessa distanza della scorsa stagione con 3 Major di distacco. Va da sé che serve il Grande Slam per il sorpasso. Utopia. Nadal è al sicuro anche da Djokovic fermo a 12, chiamato anche lui all’impresa di Budge e Laver per eguagliare chi gli sta davanti. Utopia x2. Nadal con 8 partite vincte negli Slam potrebbe superare Connors al 3° posto in era Open come numero di vittorie complessive nei Major. Djokovic a Melbourne è chiamato ancora una volta a superare il record di vittorie dello Slam aussie. 6 titoli per lui insieme a Roy Emerson. Federer ha la possibilità di superare Sampras e Connors come titoli agli US Open in era Open: 5. Federer potrebbe diventare il più vecchio a diventare numero 1 del mondo, record che appartiene ad Andre Agassi in cima alla classifica mondiale a 33 anni, 4 mesi e 3 giorni. Roger potrebbe superare il record di Lendl nelle finali disputate in era Open: 144 vs 146. Nadal e Federer si giocano il record di numero totale di titoli vinti outdoor: 73 vs 72. Con 7 vittorie sull’erba Federer supererebbe Connors nel numero totale di partite vinte sull’erba in era Open: 170 vs 164 al momento. Roger ad Halle potrebbe avere anche lui come (3 volte) Nadal la “Decima”. Rafa e Djokovic si giocano anche il record di Masters 1000, entrambi sono fermi a 30 con Federer che li incalza a quota 27. Record apertissimo. Nadal dovrebbe superare facile McEnroe nelle settimane al numero 1: 161 al momento per il maiorchino, 170 per Mac.

Il Mago prevede ma non rivede. Se qualcuno vuole controllare le profezie dello scorso anno sa dove andare, per cui si guarda al futuro, e allora…

  1. Federer vincerà un altro Slam
  2. Nadal non vincerà Slam
  3. Djokovic non vincerà Slam
  4. Alex Zverev vincerà il suo primo Slam
  5. Ci saranno 2 nuovi vincitori Slam
  6. Ci sarà un nuovo numero 1 di fine anno
  7. Ci sarà un nuovo vincitore del Masters
  8. Nick Kyrgios chiuderà l’anno in top 10
  9. Denis Shapovalov chiuderà l’anno in top 10
  10. Marin Cilic uscirà dalla top 10 a fine anno
  11. Sam Querrey entrerà in top 10 ma solo per poche settimane
  12. Federer vincerà ad Halle e arriverà la sua “Decima”
  13. Sasha Zverev chiuderà l’anno al numero 2 del mondo
  14. Juan Martin Del Potro chiuderà l’anno in top 5
  15. Serena Williams vincerà il 24° Slam raggiungendo Margaret Court
  16. Simona Halep vincerà il Roland Garros
  17. Karolina Pliskova vincerà uno Slam
  18. In ambito femminile ci saranno 4 vincitrici diverse nelle prove dello Slam
  19. Sloane Stephens entrerà in top 10
  20. L’Italia vincerà in Giappone la sfida di primo turno della Coppa Davis
  21. La Svizzera perderà il primo turno di Davis
  22. La Spagna perderà il primo turno di Davis
  23. La Germania arriverà in finale di Davis
  24. La Francia arriverà in finale di Fed Cup
  25. La Repubblica Ceca arriverà in finale di Fed Cup
  26. Ci sarà un altro Fedal, l’ultimo della serie
  27. Djokovic incrementerà il vantaggio negli H2H con Murray
  28. Nadal batterà un’altra volta Federer
  29. Djokovic batterà un’altra volta sulla terra battuta Nadal
  30. La GOAT Theory NON sarà pronta per fine stagione

Thank you. Buon anno a tutti e soprattutto Buon tennis a tutti!