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ATP Basilea 2015: Il settimo sigillo, Federer batte Nadal e porta a 23-11 il conto degli H2H

Trofeo Basilea 2015

Roger Federer riesce a porre il settimo sigillo nel torneo di casa sua a Basilea battendo nel 34° capito della saga il suo rivale Rafael Nadal. La partita vista sul St. Jakobshalle è una partita molto combattuta e i 2 dimostrano di giocarsela alla pari, con un Nadal molto superiore rispetto agli standard di questo pessimo 2015 e un Federer non all’altezza dello straordinario stato di forma che aveva palesato da Halle fino agli US Open, ma comunque molto più in palla dei precendenti turni dove aveva concesso più del previsto a giocatori molto inferiori sia sul piano fisico che soprattutto atletico come: David Goffin e Jack Sock, con la sola eccezione di Philipp Kohlschreiber che è sempre un osso duro per lo svizzero e ad Halle era arrivato a 2 punti dal match nello scontro di primo turno contro Roger.

I primi turni di battuta stranamente sono molto favorevoli a Nadal che riesce tranquillamente a mantenere i suoi servizi mentre Roger già dal suo primo turno concede una palla break ed è costretto ai vantaggi. Non mancano grandi giocate e passanti al fulmicotone di Nadal, qualche discesa a rete dello svizzero e qualche suo gaglioffa SABR che viene spesso passata. il primo punto di rottura della partita arriva nel 5° gioco quando alla terza palla break che ha sulla racchetta lo svizzero si ha il primo break dell’incontro. Nel turno successico Rafa tenta di riprendersi il break e riportarsi sulla scia dell’avversario ma Roger è bravo ancora una volta ad annulllare. Tutto procede secondo i piani tranne nell’ultimo gioco in cui Rafa cede malamente il servizio a zero con qualche errore non forzato di troppo. Incamerato il primo parziale sembra fatta per Federer, dato alla vigilia nettamente favorito.

L’equilibrio la fa da padrone nel secondo parziale con un Federer un po’ remissivo che con il gioco di gambe non ha certo brillato, forse per una scarsa preparazione a questo torneo oppure per un deficit dovuto proprio alla sua età. Solo nel 6° gioco si vede una palla break ed è favore di Roger che non concretizza. Nel 10° gioco si materializza la paura e la fifa che hanno sempre contraddistinto gli H2H tra Nadal e Federer: Roger comincia a tremare nel momento in cui deve chiudere i conti e portare il trofeo a casa si fa strappare il servizio e Rafa al turno successivo non ha problemi a tenere il suo così si va sull’1 pari.

Nel terzo set la tensione aumenta e Federer sa che ha sprecato un’occasione d’oro. Ma nonostante tutto la tensione acuisce i sensi e le capacità dei 2 contendenti che non ci stanno a mollare e che non lesinano di mostrare sempre il loro repertorio che si completa a vicenda: da una parte i passanti e i dritti ad uncino di Nadal deliziano il pubblico, dall’altra lo fanno le volèe e i traccianti dei rovesci ad una mano dello svizzero. Quello che sembra sul punto di cedere fisicamente sembra essere Nadal, quello psicologico Federer, ma alla fine è lo svizzero a prevalere che approfitta di un Nadal un po’ deficitario al servizio. Il break fatale arriva all’8° gioco andato ai vantaggi con Nadal che non riesce a mettere in mostra il suo passante che tanto ha fatto penare gli adepti del serve&volley di cui Federer sembra essere, a sprazzi, l’ultimo suo rappresentante tra i top player. Nel turno successivo con Roger al servizio si rende protagonista l’arbitro Mohamed Lahyani, sempre impeccabile con overule puntuali e precise: Sul primo match point la palla è chiamata out dal giudice linea, il giudice di sedia corregge la chiamata dicendo che essa era in e fa ripetere la prima a Federer, creando non poco imbarazzo a Lahyani che in questo frangente ha commesso un piccolo errore veniale. Roger chiude al 2° match point e conquista il suo settimo titolo a Basilea.

Al di là della fredda cronaca la partita ha offerto diversi spunti che vale la pena analizzare. Ancora una volta si è visto un Federer che soffre mentalmente Nadal e questo lo si denota chiaramente dalla mancata chiusura in 2 comodi set dello svizzero che sul cemento indoor è sempre stato superiore allo spagnolo tranne che nel 2013. D’altro canto Nadal non è la solita macchina fredda, precisa e soprattutto impermeabile alle emozioni ed è per questo motivo che non ha saputo approfittare delle poche ma buone occasioni che ha avuto.

Comunque complessivamente si è assistito ad una bella finale non priva di emozioni, con tanti colpi spettacolari da cineteca del canale youtube dell’ATP. Abbiamo notato anche una non del tutto brillante condizione fisica di entrambe con Roger lento sulle gambe che suppliva a questo handicap con un buon gioco da fermo soprattutto a rete, non facile contro un giocatore dal passante facile come Nadal. Dal punto di vista tattico Roger non è stato scriteriato come negli altri 33 capitoli del Fedal, ossia giocando sul dritto del mancino di Manacor, ma stavolta ha insistito molto sul rovescio dello spagnolo il che ha prodotto una nuova cadenza nella sinfonia fedaliana, ma un timbro simile a quello precedente perché ormai Nadal sembra giocare meglio con il rovescio piuttosto che con il diritto, situazione che ai bei tempi era assolutamente impensabile.

Una nota positiva che esula dalla partita è stata la premiazione in cui non sono mancati gli sketches dei 2 premiati, con parole di profondo rispetto da parte di Roger a Nadal che forse non avrebbe riservato al rivale di quest’anno, Novak Djokovic. Per quanto i loro tifosi si azzuffino per stabilire chi è il più forte, entrambi i tennisti sanno che sono diventati grandi grazie alla presenza dell’altro antagonista accendendo una rivalità mai vista su un campo da tennis.

Il termometro sulla condizione di Rafa ci dice che sta crescendo di condizione e sta disputando una delle sue migliori stagioni post US Open. I suoi rendimenti sul cemento non sono nei suoi standard deluxe, basti guardare il dato del 78.5% di turni al servizio tenuto e delle seconde che non fanno male come una volta. Nonostante questo ha avuto nel terzo set l’occasione di portare a casa la partita contrariamente, ad esempio, a quello che era successo a Pechino, dove era stato annichilito da Djokovic. Va comunque apprezzata la scelta di Nadal di andare a giocare un torneo ATP 500 nella tana del nemico con un parterre de roi, invece di andare a Vienna dove c’era una entry list nettamente inferiore a Basilea, ma molto probabilmente il direttore dello Swiss indoors, Roger Brennwald, gli ha promesso una cifra niente male.

Dall’altra parte della rete si è visto un Federer come detto deficitario dal punto di vista psicologico. Nonostante abbia servito molto meglio rispetto agli altri turni è riuscito a mettere in carreggiata Nadal con qualche SABR un po’ avventata e ha coperto i difetti con uno splendido rovescio in top che ha messo spesso in difficoltà lo spagnolo che si è ritrovato troppe volte fuori dal campo per questo motivo. Non è mancato il back dello svizzero ma si è visto troppe poche volte per poter impensierire in maniera autoritaria l’avversario. Come era prevedibile il suo servizio l’ha fatto da padrone e quando è calato si sono visti tutti i suoi limiti e quando era nei suoi standard Nadal ha potuto fare poco o nulla.

Con questa vittoria i successi in un singolo torneo per almeno 7 volte di Roger salgono a 5: Wimbledon (7), Dubai (7), Cincinnati (7), Basilea (7), Halle (8).