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Australian Open: 10 match memorabili – Parte I

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Prima dell’inizio del primo Slam della stagione abbiamo voluto ripercorrere la sua storia riportando 10 match ne hanno segnato la storia, questa non vuole essere una top ten, ma una raccolta di partite che per un verso o l’altro sono entrate nell’immaginario collettivo. Vero è che l’Australian Open per tanti anni è stato bistrattato, ma non per questo è stato avaro di emozioni e di incontri che sono entrati di diritto nella storia del tennis. Iniziamo dall’inizio (“lo dice la parola questa”). Inutile tirare fuori match dell’era pre-Open che per molti motivi sono oscuri ai più di cui non si ha nessuna immagine, se non qualche pezzone. Si parte con l’era Open…allez.

Brisbane, la paura fa 90

10)  1969, Rod Laver b. Tony Roche 7-5 22-20 9-11 1-6 6-3

il primo tassello del Grande Slam di Laver del 1969 sono stati gli Australian Open non giocati a Melbourne bensì a Brisbane. Tutti ricordano la finale con lo spagnolo Andres Gimeno che è rimasta maggiormente impressa proprio perché una finale, ma pochi si ricordano della semifinale di Rocket Man che è stata la sfida più dura che ha dovuto affrontare nella terra dei canguri. La semifinale è un classico tds numero 1 contro tds numero 4, ma per via della sua durata entrerà nella storia. Non essendoci tie-break (sarà introdotto solo nel 1970, non in Australia però) ogni parziale andava avanti a oltranza fino a che un giocatore avesse conquistato 2 game in più dell’avversario. Ecco che il secondo set diventa una battaglia infinita che dura circa 2 ore e mezza: un’enormità considerando che ai tempi i game andavano avanti veloci e non c’erano ball boys che ad ogni punto procuravano l’asciugamano ai tennisti. Sull’erba del Milton di Brisbane ci sono solo 1.500 fortunati spettatori e 95°F di temperatura. La tenzone vede di fronte 2 mancini che giocano a specchio e le forze si equivalgono; a dimostrazione di questo i soli 10 game persi al servizio da entrambi su 90. Alla fine è prevalsa la maggiore esperienza di Laver che è rimasto concentrato per tutto il match, cosa che non ha fatto Roche che nel 7° gioco del set finale ha perso completamente la concentrazione subendo il break e perdendo così di fatto la partita. Rod ha avuto la possibilità di uccidere il match nel terzo set quando avanti 2 set a 0 ha brekkato Tony che però ha prontamente recuperato vincendo il parziale e poi portando avanti 4-0 del quarto per poi vincerlo per 6 giochi a 1. Da segnalare un piccolo scontro nello scontro sul 3-3 30 pari in cui un giudice di linea si è reso protagonista non chiamando una palla che ha detta dei presenti era chiaramente fuori (anche lo stesso Laver lo confermerà). L’umpire non ha voluto fare l’overrule e il giudice di linea è rimasto inamovibile e questo è stato il turning point che ha portato definitivamente il match dalla parte di Laver.

Il bidello più forte della storia

9) 1976, Mark Edmondson b. John Newcombe 6-7 6-3 7-6 6-1

Più che la finale, partita non del tutto eccezionale, del 1976 va premiata la grandissima impresa di Mark Edmondson che da numero 212 del mondo riesce a vincere gli Australian Open, rimanendo di fatto l’ultimo australiano a riuscire nell’impresa. Quella di Mark è una favola da raccontare ai posteri. Inserviente in un ospedale per potersi pagare il tennis è riuscito a battere 2 campionissimi del tennis australiano e non solo. Ken Rosewall e in finale John Newcombe. Il match conclusivo contro baffone è stato caratterizzato dal forte vento che ha costretto ad una interruzione nel terzo set perché la traiettoria delle palline veniva deviata oltre il limite. I giocatori sono stati in attesa per mezz’ora prima di poter riprendere la tenzone dopo un improvviso abbassamento della temperatura da 104 a 79 gradi Fahrenheit in 5 minuti. Da notare come Mark nonostante abbia perso un set e vinto in 4 non ha mai perso il servizio.

Il giovane Edberg contro Ivan Il Terribile.

8) 1985, Stefan Edberg b. Ivan Lendl 6-7, 7-5, 6-1, 4-6, 9-7

Il 19enne Stefan Edberg riesce a sorprendere il numero 1 del mondo Ivan Lendl in una semifinale epica impedendo ancora una volta a Lendl di vincere uno Slam sull’erba, un neo che rimarrà sempre nella carriera del cecoslovacco vincitore ali Australian Open solo nel 1989 e 1990 quando la superficie fu cambiata in cemento. La partita va oltre le 4 ore e ci si mette di mezzo anche la pioggia che interrompe l’incontro sul 2-1 Edberg e 4-4. Alla ripresa della partita Lendl ritorna alla grande brekkando lo svedese e aggiudicandosi poi il turno di battuta successivo pareggiando i conti sul 2 pari. Lendl scappa avanti nel 5° e sembra che il match debba andare dalla sua parte. Edberg però spreca malamente 3 match point in 9 game. Alla fine sarà lui ad avere la meglio per 9 giochi a 7 con Lendl furioso che affermerà stizzito che gli Australian Open non sono da considerarsi un major e che si vede interrotta una striscia di 31 vittorie consecutive.

L’ultima a Kooyong

7) 1987. Stefan Edberg b. Pat Cash 6-3, 6-4, 3-6, 5-7, 6-3

Il Kooyong di Melbourne si conceda dal grande tennis con una partita memorabile. Dall’anno successivo l’Australian Open si sarebbe trasferito sul cemento del Melbourne Park con tanta disapprovazione dei nostalgici che su quell’erba aveva visto grandi campioni e grandi partite e che non amano tanto il cemento che ormai sembra essere la superficie del presente e soprattutto del futuro.

La sfida tra Pat e Stefan si gioca poche settimane dopo la vittoria in Davis dell’Australia sulla Svezia ed ha subito un sapore di rivincita. Edberg ottiene il set di apertura brekkando Cash a 15 nell’8° gioco per poi tenere a 0 il proprio servizio e chiudere con un ace e una volèe incrociata. Lo svedese sembra essere in completo controllo della situazione e breakka nuovamente l’australiano nel 3° gioco del secondo set e si porta avanti 5-3, qui si gioca il game più lungo del match con 11 parità e 5 set point sprecati da Stefan prima che Pat chiudesse all’8a opportunità che ha avuto sulla racchetta. Nel game successivo lo svedese chiude facile e si porta avanti 2 set a 0. All’improvviso si ha il risveglio di Cash che brekka 2 volte in 2 set per portarsi in parità, ma nel terzo set si ripete il copione dei primi 2 e Stefan ottiene il suo secondo Slam in carriera, il 2° Australian Open.

 Mats wins the Cash

6) 1988. Mats Wilander b. Pat Cash 6-3 6-7 3-6 6-1 8-6

La prima edizione al National Center di Melbourne si apre con il botto. La nuova struttura è impressionante e i 60 milioni di dollari spesi per l’impianto sembrano dare i suoi frutti e una edizione da record fa finalmente ritornare lo Slam aussie sullo stesso tavolo degli altri 3. Semifinali da urlo con Lendl-Cash e Wilander-Edberg entrambe finite al 5° set. La finale non poteva essere da meno e così è stato.

Lo scenario della finale è spettacolare così come mai si era visto in Australia per una partita di tennis. 15.000 spettatori che inneggiano al proprio beniamino, Cash, che potrebbe diventare l’erede di Edmondson. La partita si protrae per 4 ore e 28 minuti con una interruzione nel mezzo di 52 minuti. Il primo set è vinto facilmente da Mats, avanti 4-1 nel secondo, poi c’è stata l’interuzione per pioggia che ha rimescolato le carte in tavola. Un grande Cash vince il tiebreak nel secondo set per 7 punti a 3 e l’inerzia della partita pende per l’australiano che fa suo anche il 3° parziale. Mats ritorna prepotentemente nel 4° e l’ultimo set è una battaglia di nervi, si va sul 6 pari e non essendoci tie-break nel set decisivo Mats è costretto a fare gli straordinari per chiudere 8 a 6.

Continua…………………………….