L’anno che verrà 2020: Un nuovo sole sopra l’Olimpo
Si apre la stagione numero 144 del tennis moderno, la 52a dell’era Open e l’ATP Tour numero 30.
Un inizio di stagione così non si era mani visto. Ormai abituati a vedere i primi tornei d’Oriente come primi grandi appuntamenti dell’anno, si fa fatica a concepire che la stagione possa iniziare con un torneo a squadre. Si sapeva che il 2020 sarebbe stato speciale per via delle Olimpiadi, ma qui si è esagerato. I tornei d’Oriente, va ricordato, si giocano lo stesso, ma non è la stessa cosa. Doha, di gran lunga il miglior ATP 250 della stagione, si gioca lo stesso, ma la prima testa di serie è il numero 16 del ranking, Stan Wawrinka, mentre l’anno scorso era il numero 1 del mondo Novak Djokovic. Così tutto il mondo guarda subito all’Oceania e a quello che saprà regalare questa nuova coppa che si porta dietro tanti asterischi.
L’ATP Cup, inutile nasconderlo, è nata come contraltare alla Coppa Davis. È fin troppo evidente che le 2 manifestazioni sono dei cloni, camuffati anche male. Non è una novità dell’uomo rubare le idee altrui per fare qualcosa di esattamente identico e spacciarla per migliore, però qui si è esagerati. Questa coppa si poteva concepire in maniera diversa, anche solo per non far emergere così distintamente il plagio. L’unica differenza con la Pique Cup, salvata in toto da Rafael Nadal, è la composizione dei gironi, non a 3, ma a 4, questo significa avere più partite sicure ma altrettante partite farlocche, visto che i giochi dopo 2 giornate saranno già decisi e ci saranno sicuramente dei calcoli. È il dilemma che si porta dietro il tennis con il round robin, impossibile da districare se non con un compromesso. L’ATP però fa la voce grossa e mette sul piatto i punti del suo ormai importantissimo e unico ranking. Tolte di mezzo a poco a poco le classifiche ad hoc fatte dai giornalisti ed esperti vinti, come Deep Blue contro Kasparov, dal computer, il ranking ATP è diventato lo standard universale di classificazione dei tennisti e per questo anche bonus aggiuntivo alla carriera di quest’ultimi. Questo privilegio ormai assodato si concretizza con l’assegnazione di punti ATP in questo torneo che rispolvera una vecchia tradizione che era quella di dare un tot di punti come bonus per la vittoria su un tennista classificato entro una certa posizione. Lo schema è difficile da riportare in prosa e si rimanda a diversi siti web per l’approfondimento (qui su Wikipedia). Quel 250 per la vittoria in finale contro un Top 10 sembra un po’ esagerata, visto che vale quanto la vittoria di un torneo. Però non è detto che venga assegnata, perché magari in finale non arrivano Top 10, tanto per dirne una. Sovrapponendosi e sostituendo gli altri eventi dell’ATP Tour, non poteva essere disertata in massa, anzi. I migliori del mondo sono lì e dopo quanto visto a Madrid, cercheranno di nuovo di difendere i propri colori. Tra i migliori manca Roger Federer che ormai sembra uno stallone che ogni tanto fa qualche corsetta. Ha rinunciata all’ATP Cup per stare con la famiglia e sarà presente solo agli Australian Open. Sono presenti Novak Djokovic, sempre attaccatissimo alla maglia serba, e soprattutto Rafael Nadal, l’uomo della Coppa Davis che qui in Australia potrebbe concedere un bis che sarebbe già storico. A parte qualche piccola defezione ci sono tutti e la possibilità sicura di vedere tante partite spettacolari danno subito una fiammata fin troppo alta alla stagione che in passato magari partiva in sordina con un crescendo che trovava il suo zenith a Melbourne. Ci sarà battaglia fin da subito, se qualcuno non l’avesse ancora capito. Ben venga, ma stiamo attenti a non bruciarci.
Sembra lievitare in un mondo a parte in fenomeno Federer. Deanimato in quel di Wimbledon, cerca una sua dimensione che ormai è tutta sua. La personale battaglia contro Pique l’ha allontanato da Madrid, anche perché, piccolo particolare, la Svizzera non era qualificata. Di contro è andato a giocare delle esibizioni in Sudamerica che hanno riempito le sue casse, anche molto esosamente. La scusa della promozione del tennis in questi Paesi è, appunto, una scusa. Non siamo negli anni ’50-’60 in cui c’erano posti dove nessuno aveva mai visto una pallina, gialla o bianca che sia. Qui tutto il fenomeno si qualifica come un fenomeno commerciale. Il Sancho Panza della situazione, tale Alex Zverev, non disdegna i milioni e si porta dietro il vessillo del vassallo. I soldi non fanno male a nessuno, ma il tennis vero è un’altra cosa. Rio 2016, quindi ben 4 anni fa, sembrava essere l’ultima tappa del lungo viaggio dello svizzero, ma ha smentito tutti. Forse proprio perché non ha potuto partecipare a quel torneo così importante che ha deciso di andare avanti anche solo per tentare di vincere quell’oro olimpico che sarebbe il coronamento ad una carriera già così abbondantemente irripetibile. L’accordo con l’Uniqlo sembra un marchio di garanzia perché Roger possa fare bene a Tokyo. È talmente grande l’influenza dello svizzero sulle masse più ignoranti ma che portano tanti soldi seguendo il principio grillino dell’uno vale uno, che non sarà motivo di scandalo un aggiustamento del torneo per portarlo dritto all’oro. La superficie aiuta molto da questo punto di vista. Potremmo dire che questo è un oro già scritto, ma al destino non manca il senso dell’umorismo. Per il resto inutile ribadire il tautologico. Il suo obiettivo rimangono gli Slam sul veloce, soprattutto Wimbledon, sfuggito per un punto. I giovani però ormai sembrano aver svoltato e essere arrivati ai livelli dei Big 3, o sono i Big 3 ad essere calati al livello dei giovani, a seconda delle proprie inclinazioni sessuali. Però il risultato non cambia. Un tempo Rogé per vincere gli Slam doveva “solo” battere Djokovic e/o Nadal, ora deve aggiungere altri tennisti alla lista della spesa. Non tanto semplice.
Affamato come un leone che non ha mai mangiato in vita sua, Rafael Nadal sembra tirato a lucido per andarsi a prende tutto. Galvanizzato dalla leadership del tennis mondiale, che dopo Bercy sembrava ormai lontana, è scattato per la giugulare del tennis mondiale vincendo da solo la Pique Cup. Una prestazione mostruosa in singolare, ma soprattutto nel doppio, in cui dimostra tutte le sue doti tecniche molto spesso oscurate dall’oscurantismo della setta che sostiene il diretto concorrente nella corsa al primato del tennista di questo secolo e non solo. La setta vorrebbe imporre un pensiero unico, alla Orwell 1984, in cui quello là sappia fare tutto e bene, mentre gli altri non sanno fare niente e vincono per motivi contingenti. Beh, la realtà è un’altra. Basta guardare il doppio per capire come non solo Nadal possiede quelle peculiarità che sono proprie del rivale, ma ne ha diverse altre che il più anziano antagonista magari può solo sognarsi. Questo fa pensare che magari Rafuccio potrebbe giocare un tennis più spettacolare e variopinto, ma non lo fa semplicemente perché questo è meno efficace. Meno efficace significa che porta meno punti, meno game, meno partite, meno trofei. L’attacco allo svizzero ormai è in pieno svolgimento. L’annus Domini 2019 ha dato la sgasata necessaria per collocarsi a livello storico, come legacy, su quello del suo rivale. Conta poco il -1, +1, 0, x, y. Dal punto di vista qualitativo ormai questi 2 straordinari fenomeni sono sullo stesso piano. Rimane fuori il punto di vista quantitativo, quello dei numeri e delle statistiche che fanno parte dell’ormai famosa GOAT Theory. In questo gioco di teoremi e grafici vince ancora Federer, ma di poco…per ora.
Capitolo giovani
Una volta parlare dei giovani poteva essere un’appendice che arricchiva il discorso, ma oggi il loro ruolo sta diventando sempre più preponderante. Non c’è stato il colpo negli Slam, ma in tutte le altre voci c’è stato un successo dei non vecchi. Questo da sola potrebbe essere considerata una svolta, anche però manca il pezzo più importante. Potrebbe essere il 2020 l’anno in cui la bilancia si porta in perfetto equilibrio per poi andare dalla parte opposta. I nomi li sappiamo, ma è meglio ribadirli. Tra tutti spicca Tsitsipas che ha vinto il torneo più importante ed è anche piuttosto giovane. La zampata decisiva è arrivata a Melbourne, ma non sono da meno le vittorie contro Nadal a Madrid e Djokovic a Shanghai. Sarà senz’altro uno dei protagonisti della stagione vissuta non più da promessa ma da protagonista affermato. La svolta per lui è arrivata al Roland Garros dove ha dimostrato una grande personalità anche nella sconfitta. Sullo stesso piano nel greco c’è Medvedev. La sua esplosione è arrivata nella calda estate con ben 6 finali consecutive in cui c’è il trionfo a Cincinnati. New York poteva essere sua se Nadal non fosse ancora Nadal tirando fuori tutto quello che aveva spargendo di sangue della sua anima l’Arthur Ashe. Anche lui se la giocherà alla grande con i grandi. Ha dimostrato di essere all’altezza dei migliori nel 3 su 5 che rimane sempre un porto franco per chi viene da molto lontano. L’Italia si coccola i suoi nuovi virgulti e spera che Berrettini non faccia la fine di Cecchinato. La semifinale agli US Open rimane un grande traguardo, però gli italiani chiedono di salire di livello ed essere più costante, soprattutto nei grandi tornei. La lezione, in tutti i sensi, di Wimbledon gli è servita, ora sta a lui dimostrare il suo valore. L’Italtennis fa all in sul giovane altoatesino Jannick Sinner forse osannato un po’ troppo. Il suo migliore risultato ad oggi rimane la semifinale di Anversa, anche se qualcuno vorrebbe fare passare le Next Gen Finals come un torneo serio. Non lo è. In questa stagione ha messo a segno qualche recordino di precocità, però ancora ne deve fare di strada, e più si va avanti e più è difficile salire di livello. Non c’è una relazione lineare nei livelli del tennis, forse esponenziale, ma sicuramente non lineare. Alla sua età ci sono stati grandi campioni già affermati che avevano fatto molto più di Jannick. Noi vogliamo che sia un grande campione, ma con calma. Il fantasma di Nargiso con Quinzi a fargli da spalla è sempre in agguato.
I record
Inutile nascondere che in questa stagione ci sarà l’attacco al Record con la “R” maiuscola. Il -1 pesa tanto nella storia del tennis e con un Nadal così in forma e un Federer ormai in balia di sé stesso e di una tifoseria che a poco a poco lo sta abbandonando perché non regala più soddisfazioni sintetizzate in qualche coppetta, è quantomeno plausibile un aggancio là in alto. Roger cercherà di dare la sua ultima zampata, chissà dove, chissà quando. A latere rimangono diversi record accessori, come quello dei tornei ATP saldamente nelle mani di Connors. Con qualche trionfo dei tornei minori potrebbe essere ripreso. Ci sono anche altri numeri di Jimbo da superare, poca roba, ma sempre numeri che fanno sostanza come le finali, semifinali e piazzamenti vari. Federer col tempo che passa avvicina poi anche ai record di longevità di Jimmy, anche se contano poco. Però se si deve parlare di Roger come giocatore più longevo quantomeno deve superare l’americano, lasciando però là davanti e irraggiungibili i record di Rosewall e di un altro pianeta Pancho Gonzales.
Ancora è aperta la corsa al record dei Masters 1000, ormai questione riservata a Nadal e Djokovic. Questo doveva essere l’anno dell’aggancio alle settimane di numero 1 da parte di Nole ai danni di Federer. Non ci sarà perché il contatore dà un +1 ogni settimana a Nadal, però troppo lontano da Roger in questa statistica.
Il Mago prevede ma non rivede. Se qualcuno vuole controllare le profezie dello scorso anno sa dove andare, per cui si guarda al futuro, e allora:
- Ci sarà 2 nuovi vincitori Slam
- Nadal vincerà 1 Slam
- Federer vincerà l’oro a Tokyo
- Djokovic chiuderà l’anno al numero 1
- Non ci sarà un nuovo vincitore alle Finals
- Sinner chiuderà l’anno in Top 20
- Shapovalov entrerà nella Top 10
- Federer chiuderà l’anno fuori dalla Top 5
- Félix Auger-Aliassime entrerà in Top 10
- Berrettini chiuderà l’anno fuori dalla Top 10
- Stefanos Tsitsipas entrerà nella Top 3
- Daniil Medvedev entrerà nella Top 3
- Fognini terminerà l’anno fuori dalla Top 30
- Federer vincerà a Basilea l’11° titolo
- Medvedev farà finale agli Australian Open
- Serena Williams vincerà il 24° Slam raggiungendo Margaret Court
- Simona Halep vincerà il Roland Garros
- Ashleigh Barty farà finale a Wimbledon
- In ambito femminile ci saranno 4 vincitrici diverse nelle prove dello Slam
- Sloane Stephens ritornerà in Top 10
- Naomi Osaka vincerà l’oro a Tokyo
- La Spagna rivincerà la Coppa Davis
- La Russia arriverà in finale nella Coppa Davis
- La Spagna vincerà l’ATP Cup
- Djokovic batterà ancora una volta Federer
- Nadal batterà Djokovic agli US Open
- Ci sarà un altro Fedal, l’ultimo della serie
- La finale di Wimbledon si chiuderà con il tetto chiuso
- La GOAT Theory NON sarà pronta entro fine anno
- Tennismylife rimarrà gratis per tutto l’anno
Thank you. 2020! Buon anno a tutti e soprattutto Buon tennis a tutti!