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The GOAT Theory: Sistema ranking 1990-1999, la rivoluzione che non ti aspetti

Finalmente nel 1990 vengono introdotte le categorie. 4 per la precisione, che rispecchiano quelle attuali, ma che, contrariamente a quanto si possa pensare, hanno molte più similitudini con quelle dell’anno precedente (1989) che con quelle attuali. Si è soliti considerare Slam, Masters Series/Super 9, ATP500/Gold, ATP250/Championship Series come insiemi ben precisi che usano le regole attuali introdotte nel 2009. Non è così. L’indagine su quegli anni rivela delle sorprese che andremo ad esplicare. Non avendo utilizzato una ricerca deduttiva, ma piuttosto induttiva – ricordiamo che partiamo sempre dai punti ATP del vincitore di un torneo – è complesso risalire ad una regola ben precisa che categorizzi tutti i tornei, ma è necessaria farlo. Il procedimento non così complesso, ma richiede un po’ d’impegno. Evidenziamo la tabella per il 1990 per i tornei più importanti che in quell’anno venivano chiamati Slam (arancione), ATP Championship Series, Single Week (blu), ATP Championship Series (verde).

1990

Si nota chiaramente che i punteggi assegnati agli Slam sono quasi identici a quelli del 1989. Essi continuano ed essere proporzionali ai montepremi dei tornei. L’unica clausola che salta è il bonus star dovuto al draw size. Per il resto ci ritroviamo con un Australian Open che ancora non ha chiuso il gap con gli altri Slam e un grande torneo di Parigi-Bercy vicinissimo allo Slam Aussie. Gli ATP Championship Series, Single Week non danno tutti gli stessi punti (altro errore che si commette spesso). Bercy spara a 300 punti. Miami arriva a 265 punti. Sotto ci sono Cincinnati e Roma con 250 e il resto del gruppo con 230. Nella categoria inferiore ci si aspetterebbe un punteggio minore di quella superiore. Invece no. Altro mito da sfatare: gli ATP Championship Series hanno quasi tutti lo stesso punteggio dei tornei di bassa fascia degli ATP Championship Series, Single Week. Solo Washigton, Barcellona e Brussels stanno sotto, ma per via di un montepremi molto scarno e nettamente inferiore a quello dello stesso gruppo.

La regola

A questo punto siamo in grado di estrapolare la regola per il 1990 che poi sarà utile per gli anni successivi, dal 1991 al 1995.

  1. Slam con prize money superiore a $2.500.000—> 400 punti ATP
  2. Slam con prize money di $1.450.000—->360 punti ATP
  3. ATP Championship Series, Single Week con prize money di $2.000.000—>300 punti ATP
  4. ATP Championship Series, Single Week con prize money di $1.500.000—>265 punti ATP
  5. ATP Championship Series, Single Week con prize money di $1.250.000—>250 punti ATP
  6. ATP Championship Series, Single Week con prize money compreso tra $1.000.000 e $1.200.000—>230 punti ATP
  7. ATP Championship Series con prize money compreso tra $500.000 e $600.000—>180 punti ATP (non vale per i tornei con tabellone a 32)

1991

Nel 1991 ci si aspetterebbe qualcosa di simile al 1990, come abbiamo sempre pensato, invece c’è una rivoluzione straordinaria e a tutti gli effetti inattesa. Questa sorpresa riguarda in primis gli Slam che fanno un sostanziale passo in avanti con incrementi di prize anche di $700.000 su $2.700.000, questo si traduce in un incremento dei punti dati al vincitore che passano dai massimi 400 del 1990 ai massimi 500 del 1991. Si nota come gli US Open non diano gli stessi punti di Wimbledon e Roland Garros, e come gli Australian Open siano ancora sotto. Tutti eravamo convinti che il gap dello Slam Down Under con la Triple Crown si fosse colmato nel 1988, ma ci sbagliavamo. Se gli Slam vanno avanti gli ATP Championship Series, Single Week fanno un passo indietro, o meglio rimango lì come punti, ma i montepremi diminuiscono. Bercy dà sempre 300 punti nonostante il decremento da $2.000.000 a $1.650.000 del prize money. Decremento che riguarda tutti i tornei di fascia alta. C’è ancora una commistione tra ATP Championship Series, Single Week di fascia bassa e gli ATP Championship Series di fascia alta: danno tutti 230. E’ ancora lontana la separazione tra le 2 categorie che arriverà molto più tardi.

1992

Situazione sostanzialmente invariata per il 1992. Da registrare solo la ricucitura degli US Open con la Triple Crown e ancora il netto distacco degli Australian Open. Parigi rimane lì a 300 punti, ma si vede avvicinare da Miami che mette sul piatto $1.625.000 di montepremi elevando il punteggio massimo a 280 punti. Salgono anche Cincinnati e Roma, così come tutti gli altri ATP Championship Series, Single Week. Solo Indian Wells rimane al palo Avendo un montepremi basso è assimilabile a quelli della categoria inferiore che rimangono fermi a 230 punti. Di poco staccati, sempre della categoria, Memphis, Barcellona, Brussels e Washington.

1993

Piccolo passetto in avanti degli Slam e ancora US Open che rimangono leggermente dietro. Costante distanza per gli Australian Open. Anomalia importante è il torneo di Stoccarda Indoor. Nonostante la categorizzazione il vincolo montepremi-punti rimane ancora in vigore. Il torneo tedesco mette sul piatto $2.250.000 questo lo pone davanti al top tournament di Bercy: 330 per Stoccarda, 320 per Parigi. Bercy aumenta i punti così come quelli che lo seguono. Roma è davanti al gruppone dei 280. Per la prima volta, tranne il caso del tutto eccezionale di Stuttgart, si ha una precisa distinzione tra la categoria in blu e quella in verde. Anche nella categoria in verde rimangono le distinzioni, ma non è una novità.

1994

I montepremi rimangono gli stessi, ma aumentano vertiginosamente i punti ATP. Ancora disallineamento a livello Slam con il Roland Garros che assegna 650 punti. Seguono Wimbledon e US Open con 640. Ancora distanti gli Australian Open con 580. Bercy e Stoccarda Indoor, tornei di categorie differenti hanno lo stesso prize money, ergo danno gli stessi punti: 380. Scattano in avanti tutti i tornei di fascia alta con Roma a 360, Miami a 350. Segue il solito gruppone di 330. La categoria inferiore è ancora distante, sempre 50 punti. Si noti sempre la non omogeneità della categoria in verde.

1995

Più o meno stessa situazione rimane invariata. Piccolo incremento degli Slam con il Roland Garros a farla ancora da padrone. L’Australian Open non ricuce il gap. Sarà l’ultimo anno. Miami decide di fare pazzie e mette in palio $2.500.000, rimane ancora la proporzione prize money-punti ed ecco spiegato i 440 punti per il torneo della Florida. Bercy e Stoccarda sono ancora lì in alto, ma dietro Key Biscane. Il solito gruppone in blu aumenta di 10 punti il massimo per il vincitore, mentre il gruppo verde rimane a 280. Stesso discorso del 1994: nel gruppo verde non tutti i tornei sono sullo stesso livello e sono classificati in base al prize money.

1996: finalmente le nostre proporzioni

Finalmente nel 1996 si presenta uno schema che è molto simile a quello attuale. In letteratura, o meglio su altri siti web, si riporta come massimo assegnato dagli Slam 740 punti. La categoria inferiore si compatta e assegna la metà dei punti degli Slam: 370. Nascono così i Super 9. La proporzione 2:1 non si riflette anche tra Super 9 e ATP Championship Series. Questi assegnano 280 punti, o almeno quelli con il montepremi più grande. La disomogeneità rimane in questa categoria. 280 il massimo punteggio, 250 il minimo. Ancora non siamo nel 2009.

1997

Situazione sostanzialmente uguale a quella dell’anno precedente. C’è solo un piccolo incremento negli Slam che passano da 740 a 750 punti per il vincitore. I Super 9 rimangono a 370 e i “Gold” si dividono tra 280, 260 e 250 punti.

1998

Ancora anno di stasi. E’ il primo anno in cui non cambia sostanzialmente niente da tanti anni a quella parte.

1999

Piccolo incremento per gli Slam: da 750 passano a 770. I Super 9 rimangono a 370 e ancora disomogeneità per i Gold.