TML Classic: Finale US Open 2009, Del Potro vs Federer, Analisi statistica
Dopo la descrizione dettagliata della partita passiamo all’analisi statistica. Si chiude questo primo ciclo degli Slam: dopo la finale degli Australian Open 2012, la semifinale tra Nadal e Djokovic al Roland Garros 2013 e la finale di Wimbledon 2008 tra Nadal e Federer, la finale degli US Open 2009. Anche qui l’approfondimento sarà molto esaustivo e cercheremo anche di introdurre qualche nuovo parametro per descrivere determinati aspetti del gioco dell’uno o dell’altro contendente.
Punteggio
Si parte sempre dal punteggio che dice tanto, quasi tutto della partita, ma il quasi è più importante del tutto 3-6, 7-6(7-5), 4-6, 7-6(7-4), 6-2. Federer è stato sempre avanti nel punteggio. Dopo aver vinto il primo parziale con almeno un break, ha dovuto subire il ritorno dell’avversario nel tiebreak del secondo, poi ancora vittoria del set con almeno un break o meglio almeno un break in più e altro parziale perso al tiebreak. 5° set in cui prevale nettamente Del Potro con almeno 2 break in più del numero 1 del mondo.
Palle break
Analizziamo il numero delle palle break salvate/sprecate (ricordando sempre che sono dati complementari). Il vincitore ha dovuto affrontare ben 22 palle break, ma ne ha salvate 17. Molte meno le palle break che si è trovato contro Federer, 15, ma si è fatto breakkare in 5 occasioni. Questo sono le solite “sconfitte alla Federer” in cui ha una marea di palle break ma non sfonda. Inutile dire che 10/15 > 17/22. Pessima conversione delle BP per il numero 1 del mondo. Però non bisogna farsi prendere la mano. Vero è quanto ribadito, ma altrettanto importante è capire la distribuzione delle palle break che sono da attenuante per il 5 volte vincitore del torneo come le ben 9 palle break del 1° set dove breakka una sola volta e basta per vincere il parziale.
Servizio
I dati del servizio ci dicono che Federer ha messo in campo un pessimo 49.7% di prime. E’ un dato significativo e da solo giustifica questa debacle in un match dominato (questo lo scopriremo più avanti). Altissima la % di prime in campo per Del Potro: 64.9%. Del Potro ha prevalso con il rendimento della prima, 73% contro il 71.1% (entrambi molto elevati). Federer di contro rende meglio con la 2a ma di pochissimo 56% vs 55%.
Prima & seconda di servizio
L’analisi del punteggio ci suggerisce che magari nei set vinti da Federer c’è stata la prevalenza dello svizzero al servizio, un certo equilibrio in quelli vinti da Del Potro e una curva che sale con una pendenza molto ripida a favore dell’argentino nel 5° e decisivo parziale. I dati non disattendono questa proiezione. Nel 1° parziale Federer prevale con la realizzazione della prima: 90.9% a fronte però di poche prime messe in campo: 40.7%. Fa meglio con la seconda con cui raccoglie il 56% dei punti. Del Potro fa il suo ma è impietoso il 25% di rendimento con la seconda, uno dei motivi per cui ha perso il primo set. Nel secondo set Federer è ancora deficitario nel numero di prime in campo, 48,1%, ma questa volta la paga perché Del Potro alza il tiro fino a ergersi al 77.8% di rendimento con la prima e 55.6% con la seconda. Numeri che gli valgono il set. Il rendimento con la prima di Federer sale nel 3° parziale in cui c’è un onesto 58.1% di prime in campo seguite da un’ottima resa, 72.2%. Del Potro fa quello che può, ma il 60% di resa con la prima lo penalizza e non di poco. Ancora male Federer nelle prime in campo nel 4° parziale che perde ancora per questo dato significativo: 51.2%. Juan Martin ne mette 72.1% allora non c’è storia, anche se il set si chiude al tiebreak e il vincente del parziale fa meno punti dell’avversario. Federer fa meno dell’avversario e vince il parziale. Esattamente 46 punti per Del Potro e 40 per Federer. Dove è mancato? Nella resa con la prima: 72.7% vs 71%. 5° parziale da incubo per Federer che non alza il numero di prime in campo e si vede sommergere da un Del Potro scatenato a 82.6% di prime in campo e addirittura 100% di resa con la seconda. Set senza storia questo.
RPW
La RPW (Return Points Winner) sorride a Del Potro che vince complessivamente la guerra in risposta con un 36.2% contro un 33.3%. Le RPW set by set rispecchiano il risultato finale del parziale, tranne del 4° dove Del Potro va sotto, ma si salva con il rendimento con la seconda.
La seconda di servizio
Del Potro ha avuto un rendimento complessivo con la seconda inferiore a quello di Federer, ma lo scarto è minimo. 56% vs 55%. Strano notare come chi ha il rendimento minore in questa statistica poi vince il set, tranne nel primo e nel quinto in cui non c’è storia. E nel quarto che va al tiebreak ed è sostanzialmente equilibrato. Tutto è spiegabile con la prestazione di Federer che produce poche prime, ma ne vince molte.
I doppi falli
Qui continuiamo a ribadire il concetto che non conta il numero di doppi falli, ma quando sono arrivati. Per completezza diciamo che Del Potro ne ha commessi 6, Federer 11, ma andiamo nel dettaglio.
Del Potro
- Il 1° doppio fallo di Del Potro arriva sul 4-1 Federer 30-30 del primo set. E’ un doppio fallo che dà palla break al numero 1 del mondo, ma una volatilty bassa, v = 1,2 % perché arriva nel primo set e in un set già praticamente assegnato. Se si considera che poi il break non è arrivato questo risulta: ininfluente
- Il 2° arriva nel 1° game del 2° set, questo porta Federer a palla break. 0-40, v = 2.9%. Medio
- Il 3° è sempre nel 1° game del 2° set, ma questa volta dà il break a Federer e arriva sul 15-40. v = 3,6%. Quasi grave
- Il 4° si manifesta sul 4-2 Federer 40-15 del 2° set. Questo porta sul punteggio di 40-30 è una volatility bassissima di v =0,3. Ininfluente
- Il 5° è di una gravità enorme perché consegna la palla break del 3° a Federer in vantaggio 5-4 30-30. La volatility è alta, v = 6.8, ed è un doppio fallo determinante. Grave
- Il 6° segue il terzo ed è quello che consegna il 3° set a Federer. v = 12.2%, punto essenziale del match. Gravissimo
Federer
- Il 1° doppio fallo di Federer arriva sul 3-1 Federer nel 1° set 30-15. Ha una volatility bassa, v = 1,6 ed è ininfluente.
- Il 2° si ha in apertura nel 6° gioco del 1° set. Ancora volatility bassa, v = 1,9. Ininfluente
- Ancora doppio fallo il apertura di game, il 9° sul punteggio di 5-3. v = 2,2, un po’ più alta delle precedenti ma sempre ininfluente.
- 4° doppio fallo che arriva nel 2° gioco del 2° set sul punteggio di 40-0. v=0,2. Inesistente.
- Il 5° arriva sul vantaggio Federer del 3° con gioco sul punteggio di 2-1 Federer. Ha una volatility bassa, v=1,9, ma non è inesistente come il precedente. Ininfluente
- 6° doppio fallo sul 2° vantaggio interno dell’8° gioco con Federer avanti 4-3. v = 2.5. Ancora ininfluente.
- Il 7° doppio fallo anche se in apertura di game ha una v abbastanza alta perché arriva sul 6-5 Del Potro nel 2° set ed è un campanello d’allarme per un break che potrebbe risultare fondamentale. v = 3,2. Poco grave.
- L’8° doppio fallo di Federer è gravissimo perché consegna di fatto il tiebreak del 4° a Del Potro, lo dimostra l’alta v = 7,5 %. Grave
- Il 9° arriva quando la partita ormai è compromessa. 3-0 Del Potro 15-0 Federer, v = 1, 5. Ininfluente
- Anche il 10° ha una volatility bassa perché arriva sul 4-1 Del Potro, 1° punto del 6° gioco. v = 1,7. Ininfluente
- Anche se di solito i doppi falli nella fasi conclusive del match hanno v molto alta, l’11° non ne ha perché arriva quando la partita è già assegnata. Per la precisione è quella che porta il 3° match point a Del Potro è ha un v = 2,1. Ininfluente
Vincenti/Non forzati
Come sempre il bilancio dei vincenti e dei non forzati lascia spazio a varie interpretazioni. La prima nasce spontanea perché questi dati non sono mai precisi al 100% o quantomeno riconosciuti all’unanimità motivo per cui il sito dell’ATP non li riporta mai. La seconda, che è quella che pesa maggiormente, è che nelle rispettive categorie sono inclusi colpi anche diametralmente opposti che però, seguendo semplicemente una regola di inclusione, sono messi tutti nello stesso calderone. Ma chiudiamo l’excursus filosofico per concentrarsi sui numeri.
Teorema Tommasi. Il differenziale complessivo dei vincenti e dei gratuiti è negativo per entrambi: -5 per Federer, -10 Del Potro. Il teorema ci suggerirebbe una partita “non bella”, ma bisogna sempre contestualizzare, perché il dato gira in negativo per Federer nel 5° set dove lascia andare la partita. Gli unforced di Del Potro sono frutto di un tentativo esasperato di cercare il vincente e in molte occassioni ha funzionato, in altre ha prodotto il non forzato.
Differenziale FH e BH
Forehand.
Il differenziale complessivo tra W/UE di dritto denota un bilancio negativo per entrambi. Molto squilibrio nei numeri con un -5 per Federer e +15 per Del Potro.. Bilancio ondivago per Federer che ha un +7 nel primo, -6 nel secondo, +2 nel terzo, -7 nel 4°, -1 nel 5°. Del Potro va sempre sotto con il dritto tranne nel 5°:-4, -5, -5, -2, +1.
Backhand.
Il rovescio di Federer non ha funzionato. Impietoso -14 complessivo nel differenziale W/UE, stesso dicasi per Del Potro, ma dall’argentino c’era da aspettarselo. Dove è mancato il rovescio di Federer è stato nel 5° set con un netto -5, ma non è solo il rovescio a non aver funzionato in questo parziale
Vediamo il bilancio complessivo set-by-set
- +7 Federer, +0 Del Potro
- -8 Federer, -3 Del Potro
- +4 Federer, -5 Del Potro
- 0 Federer, -3 Del Potro
- -8 Federer, +1 Del Potro
Key Points
Ed ecco di nuovo i nostri key points. Per chi si fosse perso la puntata precedente essi sono i punti chiave ossia quei punti che fanno girare un game da una parte o dall’altra. Sono divisi in 3 categorie in ordine di importanza: in prima fila i break points che sono essenziali, secondo gradino per i game points e terzo per i deuce points, i punti che si giocano sulla parità.
Già si è parlato delle palle break nella sezione apposita, ma ricordiamo il 10/15 di Federer e il 17/22 di Del Potro. Tradotto significa che Del Potro è stato maggiormente attento ad annullare palla break. Federer ha messo in campo la prima 7 volte quando ha dovuto fronteggiare una palla break, il 47% delle volte, mentre Del Po un ben superiore 55% delle volte, per lui c’è anche un ace provvidenziale che però viene bilanciato dai 2 servizi vincenti di Federer nella massima situazione di emergenza. Gravi i 2 unforced di Federer con l’1 di Del Potro che però compensa con i 2 terribili doppi falli su palla break uno dei quali gli è costato un set.
In generale Del Potro è stato più lucido nei punti importanti della partita. Difetta solo dei deuce points che sono quelli che contano molto, ma molto meno. Il rendimento complessivo nei key points sorride all’argentino con un 65% di punti vinti contro il 62% di Federer. In totale le palla critiche sono più o meno equivalenti: 73 vs 71 ed è il 46 vs 45 che ha influito molto sull’esito del match
Winning Probability
Ritorna di prepotenza la winning probability che attraverso un grafico in 2 dimensioni molto semplice ci regala una radiografia della partita. L’andamento del match point-by-point è un dato imprescindibile per una analisi che vuole essere dettagliata e condivisa da tutta, se poi questa è corroborata da un grafico che dà l’idea immediata di come la partita sia andata in un verso o nell’altro sia a cavallo.
Ribadiamo alcuni concetti che sono alla base di questo tipo di analisi. Entrambi i giocatori partono dalla stessa percentuale di probabilità di vincente, quindi 50 e 50, si assegna una p di probabilità di ottenere il punto sul proprio servizio e grazie ad un particolare algoritmo si calcola punto per punto quant’è la probabilità che uno giocatore porti a casa un match. In alcuni studi la p è diversa per i 2 giocatori. Una scelta plausibile che però trova il difetto di produrre dei grafici in cui chi ha la p maggiore ha sempre una WP maggiore del 50% e solo nei casi in cui sta perdendo malamente il match questa scende sotto il livello del 50%. Questo tipo di approccio è utile per le agenzie di scommesse che lo adottato per dare le quote live, ma non è utile in un’analisi a posteriori perché un giocatore favorito avrà sempre numeri alti nonostante magari in certe situazioni si trovi pesantemente sotto nel punteggio.
Il grafico parla da solo. Sostanzialmente Federer ha dominato il match per la maggior parte del tempo. La macchia blu del perdente è preponderante rispetto a quella del vincitore che si rifà solo nella parte finale. Per 135 punti Federer acquista sempre più probabilità di vincere e raggiunge il primo peak sul 5-4 30-0 e servizio, 86,6% (13,4% il complementare). Del Potro però la gira e per una piccola frazione del 3° mette la testa avanti con il peak al punto 2 quando breakka sul 3 pari, ma ben presto il controbreak a 0 lo riporta sul 50 e poi ancora sotto. Si ha anche un 3° peak verso il basso per il vincitore: il 14.6% sullo 0-1 15-40 che avrebbe portato Federer sul 2-0 e servizio e il 4° peak, 15% sul 5-4 Federer 15-30 Federer e servizio del Potro. Roger a 2 punti dal match. Commento superfluo del 5° set dove il break Del Potro arriva subito e la partita si chiude lì.
Il dominio
La netta prevalenza del colore blu del grafico ci dice che è stato Federer a “dominare” avendo avuto maggiori picchi ed essendo stato per molto più tempo in vantaggio. La sconfitta finale fa molto male, anche se è un’espressione infelice, possiamo dire che Federer ha “buttato via” il match.
60.23% Federer e 39.76% Del Potro
Comeback factory
Il comeback factory misura in termini numerici la consistenza della rimonta del vincitore. Il nostro amico Jeff Sackmann la calcola come l’inverso della più bassa WP del vincitore, ma io dico che è meglio non fare conti in più e dare numeri adimensionali che non dicono niente. Seguendo Jeff dovrei dire che il CF è stato di 2.94, sì ma che vuol dire? Meglio dire che Del Potro ha avuto il picco più basso del 13,4% di WP per cui ha guadagnato il 86.6% di WP per aggiudicarsi l’incontro. CF =86.6%. Clamoroso risultato per un match che sembrava segnato. Il 13.4% arriva sul 5-4 30-0 Federer del 2° set.
Excitement index
Siamo arrivati al punto più controverso delle statistiche avanzate del tennis ossia cercare di quantificare quanto un match sia stato eccitante-bello. Inutile dire che non potrà esistere un metodo universalmente condiviso, ma andare a quantificare quanto il match ha avuto capovolgimenti di fronte che sono alla base di una partita “eccitante” è un buon inizio. L’EI si basa sulla volatility che misura quanto il punto sia stato importante (già c’è stato un accenno nella sezione doppi falli). Sempre il nostro amico Jeff la quantifica come differenza in termini di percentuale tra la probabilità di vittoria del punto da parte del servitore e quella di perdere il punto successivo. Definizione che lascia il tempo che trova personalmente, così mi sono permesso di semplificarla dicendo che la volatility è la differenza in valore assoluto tra la WP del punto precedente con il punto corrente. Mi sembra una definizione più consistente perché in termini pratici misura quanto quel punto ha fatto cambiare le sorti del match e di conseguenza quello che sposta maggiormente la WP è il più importante. Un punto con v compreso tra 1 e 3% è un punto ininfluente, dal 4 al 6% comincia ad essere caldo, dal 6 al 10% è fondamentale, sopra il 10% è un punto che fa girare tutto.
In questa partita il punto più importante ha avuto una volatility del 23.4% che è il punto che dà il break a Del Potro del 5° set sul punteggio di 1-0 Del Potro 30-40 servizio Federer che lo porta al 2-0 e servizio.
Quant’è l’EI allora? 2,30 E’ alta, è bassa, chi lo sa? In questi casi i numeri adimensionali dicono poco o nulla se presi singolarmente, per avere senso bisognerebbe fare un confronto con le altre partite. Un esempio: semifinale del Roland Garros ha avuto EI 2,88 che è superiore a questa. Quella degli Australian Open 2009 2,712, così come la finale di Wimbledon 2008 con 3,11. Le partite dominate si attestano attorno all’1.
(Questo paragrafo era assente nelle analisi precedenti) Per cercare di normalizzare questo indice dobbiamo scoprire quale è il massimo possibile. In un match al meglio dei 3 e dei 5 set con tiebreak finale l‘EI massimo è 18. Questo numero è frutto della media che si ha se il match dura all’infinito e ad ogni punto il servitore perde il servizio. E’ un caso limite, quasi immaginario, perché una partita non può durare all’infinito, e questo è un dato di fatto, ed è altamente improbabile che i 2 giocatori perdano sempre il servizio in modo da far convergere asintoticamente il valore verso questo massimo teorico. Se applichiamo lo stesso ragionamento ad un match con long set finale viene fuori che esso ha un EI massimo di 10,15. Questo implica che i 2 format presentato 2 massimi differenti, quindi per poter paragonare EI con format differenti è necessaria una normalizzazione. Il 2,3 agli US Open vale meno di un 2,3 degli altri Slam perché arriva in un teorico match che ha il tiebreak nel set decisivo. La normalizzazione impone di conseguenza un 2,3/18 per gli US Open = 0.127, che sarebbe 2,3/10,15 = 0.226 negli altri Slam. Una normalizzazione a 1 dell’EI dà come output un 12.77% per la partita in esame (-87,3% dalla “partita perfetta”). A Wimbledon 2008 l’EI normalizzato a 1 era 30.64%.
Domination ratio
Per chi l’avesse dimenticato la dominatio ratio è data dal rapporto della percentuale dei punti vinti in risposta e quella dei punti persi al servizio. Che cosa ci dice? Ci dice quanto un giocatore è stato dominante rispetto al suo avversario in un set o nell’intero match. Nella maggior parte dei casi questa arride al vincitore ma può capitare che il vincitore lasci tanti punti al suo avversario pur vincendo quelli più importanti. La DR in questo caso premia il perdente.
Del dominio nel match ne abbiamo parlato così è meglio concentrarsi su quella dei singoli set
Set 1
DR(Del Potro) = (1/5 + 1/5 + 2/6 + 2/6 + 1/5) / (8/14 + 1/5 + 3/8 + 3/8) =0.83
DR(Federer) = 1.20
Set 2
DR(Del Potro) = (1/5 + 6/14 + 1/5 + 5/12 + 4/6 + 2/6 + 1/6) / (4/5 + 1/5 + 6/14 + 2/6 + 0 + 1/5 +0) = 1.23
DR(Federer) = 0.81
Set 3
DR(Del Potro) = (0 + 3/8 + 1/5 + 4/6 + 3/8) / (0 + 1/5 + 0 +4/6 + 4/6) = 1.05
DR(Federer) = 0.95
Set 4
DR(Del Potro) = (2/6 + 1/5 + 4/4 + 2/6 +1/5 + 5/12 + 1/5) / (3/8 + 3/8 + 1/5 +4/6 + 2/6 + 0 + 0) = 1.38
DR(Federer) = 0.73
Set 5
DR(Del Potro) = (4/6 + 1/5 + 1/5 +6/10) / (1/5 + 3/8 + 2/6 + 0) = 1.83
DR(Federer) = 0.54
Service domination e return domination
Per concludere aggiungiamo qualche altro parametro tanto per dare pepe alle stats. Il primo riguarda il servizio. Ossia: quanto ha inciso il servizio nella dinamica della partita? Non ci addentriamo in calcoli astrusi semplicemente stimiamo i punti vinti al servizio dai 2 giocatori e li rapportiamo al totale.
La SD nei rispettivi set è stata del 64.52%, 65.66%, 64.29%, 66.28%, 63.27%.
La retun domination, RD, è il reciproco in termini di percentuale della SD e misura quanto sia stata incisiva la risposta. Non è difficile arrivare alla soluzione.
La RD set-by-set è stata del 35.48%, 34.34%, 35.71%, 33.72%, 36.73%.
SD(totale) =((20 + 20 + 31 + 34 + 16 + 20 + 30 + 27 + 17 + 14) / (27 + 35 + 51 + 48 + 27 + 29 + 46 + 40 + 29 + 20))*100 = 65.05%.
Più o meno l’incisività del servizio si è mantenuto costante in tutti i set.