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TML Classic: Finale Wimbledon 2001, Ivanisevic vs Rafter, Analisi Statistica

 

…pubblicazione posticipata causa eventi più importanti

Ormai appuntamento fisso per gli Slam continua la serie di articoli che analizzano in maniera molto approfondita la sfida descritta nell’articolo precedente. Cominciano ad essere un bel po’ di partite. Ricordiamo sempre che questo tipo di “articoli” non sono usa e getta. Possono e devono essere conservati per i momenti in cui si richiede di ricordare questi match. Non potendo ricordare tutti i punti e tutte le stats è molto utile rispolverarli per avere un’idea precisa di quello che è successo, perché non tutto si può ricordare, anzi.

Punteggio

Si parte sempre dal punteggio che dice tanto, quasi tutto della partita, ma il quasi è più importante del tutto. 6-3, 3-6, 6-3, 2-6, 9-7. Schema 1-2-1-2-1. È un classico andamento sinusoidale. C’è almeno un break a favore del vincitore del set in ogni set, poi quelle decisivo nel 5°. Strano non avere visto un tiebreak.

Palle break

Analizziamo il numero delle palle break salvate/sprecate (ricordando sempre che sono dati complementari). C’è un perfetto equilibrio nel computo totale. 3/6 per entrambi. Per un match di 5 set sono poche 12 palle break, ma non tra questi 2 giocatori, non qui a Wimbledon. Questo perfetto bilanciamento e il risultato finale suggerisce che c’è stato un punto di rottura da qualche parte o che qualcuno abbia ottenuto un break in più anche se non necessario. È il caso di Rafter nel 4° set, dove ottiene 2 break. Ne bastava uno.

Servizio

I dati al servizio ci dicono che Rafter ha messo più prime in campo: 63.6% contro il 55.5% dell’avversario. Numeri molto bassi per Ivanisevic. Goran però ha un rendimento altissimo con la prima: 81.3% e le sue prime sono sparate con tutta la forza. Normale per il croato il 50.7% di rendimento con la seconda. La sua seconda era un’altra prima e per questo o otteneva il punto o commetteva un doppio fallo. Tutto questo è possibile evidenziarlo guardando la percentuale di ace e di doppi falli.

Prima & seconda di servizio

Il dato set-by-set testimonia il maggiore rendimento di Ivanisevic che fa sue le prime e seconde quando conta. Mantiene questa superiorità sempre tranne nel secondo set in cui Rafter è praticamente perfetto. Goran perde un po’ anche nel 4° set nonostante l’alta percentuale di prime. Qui paga con la seconda e con un Rafter che mette a segno il 22.7% di ace e 0 doppi falli. Impressionante. Il numero 125 del mondo fa suo il 5° set grazie alle migliori statistiche al servizio in tutte le sue voci di rendimento.

Return Points Winner

La RPW (Return Points Winner) sorride a Rafter che vince complessivamente la guerra in risposta con un 32.3% contro 30.7%. Dato quasi trascurabile in una partita in cui domina il servizio e lo scambio breve. Però questo assunto viene del tutto capovolto da dato set-by-set in cui chi vince in risposta vince anche il set.

Doppi falli

Qui continuiamo a ribadire il concetto che non conta il numero di doppi falli, ma quando sono arrivati. Per completezza diciamo che Ivanisevic ne ha commesso 15, Rafter 3, ma andiamo nel dettaglio.

  • Ivanisevic
  1. Ivanisevic commette il 1° doppio fallo nel 1° set 4-2 40-30 . V = 2.1
  2. 1° set 5-3 Ivanisevic 30-0. V = 1
  3. 2° set 0-1 0-0. V = 1.6
  4. 2° set 0-1 30-30. V = 3.1
  5. 2° set 0-3 Coria 30-15. V = 0.7
  6. 2° set 2-5 Adv Ivanisevic. V = 0.4
  7. 3° set 1-1 30-15. V = 2.2
  8. 4° set 2-3 40-30. V = 2.9
  9. 4° set 2-3 Adv Rafter 2. V =9
  10. 5° set 3-4 15-0. V =4.5
  11. 5° set 4-5 30-0. V =3
  12. 5° set 5-6 30-0. V =3
  13. 5° set 8-7 15-15 . V = 9.5
  14. 5° set 8-7 40-30. V = 7.7
  15. 5° set 8-7 Adv Ivanisevic. V = 7.7
  • Rafter
  1. 1° set 0-1 Deuce. V = 3.1
  2. 3° set 2-1 40-15. V = 0.9
  3. 5° set 5-5 40-30. V = 7.6

Vincenti/Non forzati

Come sempre il bilancio dei vincenti e dei non forzati lascia spazio a varie interpretazioni. La prima nasce spontanea perché questi dati non sono mai precisi al 100% o quantomeno riconosciuti all’unanimità, motivo per cui il sito dell’ATP non li riporta mai. La seconda, che è quella che pesa maggiormente, è che nelle rispettive categorie sono inclusi colpi anche diametralmente opposti che però, seguendo semplicemente una regola di inclusione, sono messi tutti nello stesso calderone. Ma chiudiamo l’excursus filosofico per concentrarsi sui numeri.    

Teorema Tommasi. Il differenziale complessivo dei vincenti e dei gratuiti è positivo per entrambi i giocatori: +32 per Ivanisevic, +45 per Rafter. Il teorema ci suggerirebbe una partita bella, anzi bellissima. In questi casi il teorema sfuma in una definizione che di per sé è poco consistente ma che qui amplifica ancora di più la sua aleatorietà. In un gioco pieno di ace, volèe vincenti, passanti vincenti è facile trovare questi numeri sempre e comunque,

Differenziale FH e BH

Forehand

I saldi dei vincenti/non forzati sono positivi per entrambi in tutti i set. Numeri molto simili in tutti i parziali tranne nel 5° in cui Ivanisevic mette 25 vincenti, anche se è importante sottolineare come i punti giocati siano molti di più di quelli degli altri set.

Backhand

Il rovescio di entrambe i giocatori ha funzionato bene. -+6 per Ivanisevic, +17 per Rafter. Però c’era da aspettarselo visto che i pochi scambi e l’utilizzo di questo fondamentale quando necessario.

Vediamo il bilancio complessivo set-by-set:

  • +6 Ivanisevic |+6 Rafter
  • +1 Ivanisevic |+10 Rafter
  • +7 Ivanisevic |+6 Rafter
  • +4 Ivanisevic |+9 Rafter
  • +14 Ivanisevic |+12 Rafter

 

Key Points

Ed ecco di nuovo i nostri key points. Per chi si fosse perso le puntate precedenti, essi sono i punti chiave ossia quei punti che fanno girare un game da una parte o dall’altra. Sono divisi in 3 categorie in ordine di importanza: in prima fila i break points che sono essenziali, secondo gradino per i game points e terzo per i deuce points, i punti che si giocano sulla parità.

Già si è parlato delle palle break nella sezione apposita, ma ricordiamo il 3/6 = 3/6. Estremo equilibrio in questa statistica. Ivanisevic è stato più attendo mettendo il 67% di prime quando ha dovuto fronteggiare una palla break e un ace. Però allo stesso tempo ha commesso un doppio fallo che rimette tutto in pari. In generale è Goran quello che ha dovuto affrontare il maggior numeri di punti difficili e Rafter è stato più preciso in questo frangente. La partita poteva andare a Pat, ma qui contano solo pochi punti e la tabella sopra non può evidenziarli bene.

Winning probability

Ritorna di prepotenza la winning probability che attraverso un grafico in 2 dimensioni molto semplice ci regala una radiografia della partita. L’andamento del match point-by-point è un dato imprescindibile per una analisi che vuole essere dettagliata e condivisa da tutta, se poi questa è corroborata da un grafico che dà l’idea immediata di come la partita sia andata in un verso o nell’altro siamo a cavallo.

Ribadiamo alcuni concetti che sono alla base di questo tipo di analisi. Entrambi i giocatori partono dalla stessa percentuale di probabilità di vincere, quindi 50 e 50, si assegna una P di probabilità di ottenere il punto sul proprio servizio e grazie ad un particolare algoritmo si calcola punto per punto quant’è la probabilità che uno giocatore porti a casa un match. In alcuni studi la P è diversa per i 2 giocatori. Una scelta plausibile che però trova il difetto di produrre dei grafici in cui chi ha la P maggiore ha sempre una WP maggiore del 50% e solo nei casi in cui sta perdendo malamente il match questa scende sotto il livello del 50%. Questo tipo di approccio è utile per le agenzie di scommesse che lo adottato per dare le quote live, ma non è utile in un’analisi a posteriori perché un giocatore favorito avrà sempre numeri alti nonostante magari in certe situazioni si trovi pesantemente sotto nel punteggio.

Il dominio del colore denota il dominio di Ivanisevic che dopo il break ottenuto nel 2° game del 2° set è sempre davanti al suo avversario. Rafter pareggia i conti nel secondo set, ma il break nel 6° gioco del 3° danno di nuovo il vantaggio a Ivanisevic fino ad arrivare al massimo relativo nel punto (1). Rafter riprende il match e nel 5° è lui a stare davanti anche se ci sono 2 impennate di Goran (2). Il croato sta per perdere il match quando si ritrova 6-7 0-30 (3), ma non si fa breakkare e conquista la partita.

Il dominio

La prevalenza del colore blu del grafico premia il vincitore finale con:

58.6% Ivanisevic e 41.73% Rafter.

Comeback factory

Il comeback factory misura in termini numerici la consistenza della rimonta del vincitore. Ivanisevic ha avuto il picco più basso del 22.7% di WP per cui ha guadagnato il 77,3% di WP per aggiudicarsi l’incontro. CF = 77,3%. Il 22.7% arriva sul 7-6 0-30 servizio Rafter del 5° set.

Excitement index

Siamo arrivati al punto più controverso delle statistiche avanzate del tennis ossia cercare di quantificare quanto un match sia stato eccitante-bello. Inutile dire che non potrà esistere un metodo universalmente condiviso, ma andare a quantificare quanto il match ha avuto capovolgimenti di fronte che sono alla base di una partita “eccitante”, è un buon inizio. L’EI si basa sulla volatility che misura quanto il punto sia stato importante (già c’è stato un accenno nella sezione doppi falli).

La volatility è la differenza in valore assoluto tra la WP del punto precedente con il punto corrente. Misura quanto quel punto ha fatto cambiare le sorti del match e di conseguenza quello che sposta maggiormente la WP è il più importante. Un punto con v compreso tra 1 e 3% è un punto ininfluente, dal 4 al 6% comincia ad essere caldo, dal 6 al 10% è fondamentale, sopra il 10% è un punto che fa girare tutto.

In questa partita il punto più importante ha avuto una volatility del 15.5% che è il break point che dà il break decisivo a Ivanisevic sull’7 pari del 5° set.

Quant’è l’EI allora? 2.52. È alta, è bassa, chi lo sa? In questi casi i numeri adimensionali dicono poco o nulla se presi singolarmente, per avere senso bisognerebbe fare un confronto con le altre partite. Un esempio: semifinale del Roland Garros 2013 ha avuto EI 2.88 che è inferiore a questa. Quella della finale degli Australian Open 2009 2.712, così come la finale di Wimbledon 2008 con 3.11. La semifinale degli Australian Open 2005 era arrivata a 3.43 (il massimo della serie TML). Le partite dominate si attestano attorno all’1. Questa è un excitement index medio-alto, ma non altissimo perché ci sono stati sì tanti punti di svolta, ma 4 set sono durati relativamente poco, per cui la media li penalizza.

Per cercare di normalizzare questo indice dobbiamo scoprire qual è il massimo possibile. In un match al meglio dei 3 e dei 5 set con tiebreak finale l‘EI massimo è 18. Questo numero è frutto della media che si ha se il match durasse all’infinito e ad ogni punto il servitore perdesse il servizio. È un caso limite, quasi immaginario, perché una partita non può durare all’infinito, e questo è un dato di fatto, ed è altamente improbabile che i 2 giocatori perdano sempre il servizio in modo da far convergere asintoticamente il valore verso questo massimo teorico. Se applichiamo lo stesso ragionamento ad un match con long set finale viene fuori che esso ha un EI massimo di 10.15. Questo implica che i 2 format presentato 2 massimi differenti, quindi per poter paragonare EI con format differenti è necessaria una normalizzazione. Il 2,3 agli US Open vale meno di un 2,3 degli altri Slam (disputati fino a ora, sappiamo che dal 2019 Wimbledon e Australian Open cambieranno) perché arriva in un teorico match che ha il tiebreak nel set decisivo.

La normalizzazione impone di conseguenza un 2.52/10,15 = 0,248 (che sarebbe 2.52/18 agli US Open) Una normalizzazione a 1 dell’EI dà come output un 24.8% per la partita in esame (-75,2% dalla “partita perfetta”). A Wimbledon 2008 l’EI normalizzato a 1 era 30.64%.

Domination Ratio

Per chi l’avesse dimenticato la dominatio ratio è data dal rapporto della percentuale dei punti vinti in risposta e quella dei punti persi al servizio. Che cosa ci dice? Ci dice quanto un giocatore è stato dominante rispetto al suo avversario in un set o nell’intero match. Nella maggior parte dei casi questa arride al vincitore ma può capitare che il vincitore lasci tanti punti al suo avversario pur vincendo quelli più importanti. La DR in questo caso premia il perdente.

  • SET 1

DR(Ivanisevic) = (7/12 + 1/5 + 1/5 + 1/5) / (2/6 + 0 + 2/6 + 3/8 + 1/5) = 0.953

DR(Rafter) = 1,05

  • SET 2

DR(Ivanisevic) = (1/5 + 1/5 + 0 + 1/5 + 0) / (4/6 + 2/6 + 1/5 + 5/12) = 0.371

DR(Rafter) = 2.694

  • SET 3

DR(Ivanisevic) = (2/6 + 2/6 + 4/6 + 2/6) / (0 + 2/6 + 1/5 + 0 + 3/8) = 1.83

DR(Rafter) = 0.545

  • SET 4

DR(Ivanisevic) = (2/6 + 2/6 + 0 + 2/6) / (1/4 + 1/4 + 7/12 + 4/6) = 0.571

DR(Rafter) = 1.75

  • SET 5

DR(Ivanisevic) = (1/5 + 1/5 + 1/5 + 1/5 + 2/6 + 3/8 + 1/5 + 4/5) / (3/8 + 0 + 0 + 1/5 + 1/5 + 1/5 + 3/8 + 5/12) = 1.42

DR(Rafter) = 0.70

Service domination e return domination

Non ci addentriamo in calcoli astrusi semplicemente stimiamo i punti vinti al servizio dai 2 giocatori e li rapportiamo al totale:

La service domination nei rispettivi set è stata del: 67.86%, 71.15%, 68.63%, 62.00%, 70.53%.

La return domination, RD, è il reciproco in termini di percentuale della SD e misura quanto sia stata incisiva la risposta. Non è difficile arrivare alla soluzione.

La RD set-by-set è stata del: 32.14%, 28.85%, 31.37%, 38.00%, 29.47%.

SD(totale) = (21+17+17+20+21+14+15+16+37+30) / (31+25+20+32+31+20+21+29+51+44)= 68-42%

Alta SD, ma siamo sull’erba, ci sta.

[L’analisi completa con tutti i dati correlati è disponibile a questo link]