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L’anno che verrà. 2019: L’alba di un vecchio mondo che cambia

Si apre la stagione numero 143 del tennis moderno, la 51a dell’era Open e l’ATP Tour numero 29.

La stagione è iniziata e si fatica a concepire che qualcosa che verrà targata 2019 inizi del 2018. Sarà un grande problema per tutti i sistemi informativi e oggetto di discussione per chi deve compilare database e record. Però se il 31 dicembre è un lunedì bisogna attenersi al protocollo. Forse è meglio così, visto che l’astinenza stava durando troppo aprendo la strada a manie strane, come quella di socializzare. L’evento finale del 2018 ha decretato la fine della Coppa Davis, vinta dalla Croazia che, come la Lazio con la Coppa delle Coppe, potrà dire di essere stata l’ultima squadra ad aver vinto questo prestigioso trofeo. Lasciamo ai burocrati con rughe e in evidente sovrappeso quello che nascerà a Madrid. Si fa fatica solo a concepire che cosa possa accadere nella capitale spagnola, e soprattutto, torna sempre il discorso dei numeri e record ossia: considerare quelle partite che si disputeranno come parte integrante delle statistiche di ogni giocatore. Estendere le stats alle partite di Davis fino a ora è stata cosa buona e giusta, facile, automatica ma quei minkia match dovranno essere conteggiati? Sì, è la risposta più ovvia, però come si fa a considerare “buone” delle sfide che si contendono l’inutilità con quelle della Hopman Cup, che non ha nessuna pretesa e si è sempre giocata con uno spirito metà goliardico e metà serio. Staremo a vedere.

L’emisfero australe è sempre grande protagonista di questo scorcio di stagione, però non manca la concorrenza di altre Nazioni che a poco a poco si sono ritagliate un loro posto nel cosmo del tennis. È il caso del torneo di Doha, torneo che con i suoi petrol-dollari si staglia sopra tutti gli altri della sua categoria. Il suo montepremi è il più alto tra i suoi simili, e se fossimo negli anni ’80 non ci sarebbero dubbi su dove collocarlo. Un altro evento si gioca nella Grande India. Il sub-continente con miliardi di essere umani senzienti non ha mai espresso il suo enorme potenziale nello sport. Questione di money, questione filosofica, di stile di vita. Però anche la Cina era messa così fino a qualche decennio fa…poi sappiamo come è andata. Pune è a tutti gli effetti un torneino, spiaggia franca per qualcuno che vuole vincere un titoletto e allo stesso tempo testare la racchetta per la nuova stagione appena nata. Il numero 1 del mondo è in Qatar, e spetta a Kevin Anderson condurre le danze nel sub-continente.

Il 2019 sarà l’anno più brutto della storia del tennis. Inutile negare che Il Tennis sta traballando. Le voci che arrivano dal clan Federer non sono confortanti e il tremendo calo avuto dopo la finale di Indian Wells preoccupa non poco i Federer fans e di conseguenza almeno la metà di tutti gli appassionati di tennis. In passato c’erano state delle stagioni preoccupanti per il 20 volte campione Slam. Come non ricordare il 2013, annu horribilis che per molti doveva essere il sentore di un ritiro che prima o poi doveva arrivare. Invece Roger sorprese tutti ingaggiando il suo alter ego biondo ma meno ricco Stefan Edberg che gli aggiustò un po’ di cose nel suo gioco riuscendo a ritornare ai vertici e a competere con un grande Djokovic. La successiva ultima stazione, a mo’ di Via Crucis, doveva essere il 2016, anno olimpico e anno dei 35 per lo svizzero. Ancora una volta tutti si sbagliavano. La non presenza a Rio ha fatto scattare un’altra molla della testa di Roger che, deciso più che mai, saltò il finale di stagione per piazzare uno dei più sorprendenti risultati della storia di questo gioco quale è la vittoria degli Australian Open 2017. In tutto il 2017 è stato protagonista, quasi, molto quasi numero 1. Poi Il botto degli Australian Open 2018 e il grande dubbio. Che Federer possa vincere ancora è fuori da ogni discussione. Però in passato non è detto che i giocatori si siano ritirati sempre non potevano più vincere. Lasciamo stare l’esempio di Sampras che esce sempre quando si parla di ritiro di grandi campioni. I grandi del passato si sono ritirati anche perché non avevano più stimoli e pensavano di aver dato tutto allo sport che hanno santificato e che ha dato tanto a loro. L’esempio extra-tennis più significativo è quello di Michael Jordan, molto spesso accostato a Federer. Addirittura MJ si ritirò nel 1995 dopo che aveva vinto 3 titoli consecutivi e fatto segnare qualche record qui e là dicendo che non aveva più stimoli per continuare. In realtà fu evidente che la morte del padre lo aveva disintegrato moralmente. La stessa situazione si ripetette nel 1998, l’anno del repeat del three-peat, ancora titolo e ancora ritiro all’apice. Anche Roger potrebbe ritirarsi ora che è ancora là in alto. Ci sono ancora record da mettere in cascina, come quello dei 109 di Connors, ma questa non può e non deve essere un’ossessione, per 2 motivi: è lontano, e vale poco. L’apertura, seppur fatta di rumors, alla terra battuta sembra essere un altro segnale verso questa direzione. Sarebbe entusiasmante rivedere il campione del Roland Garros 2009 calcare il clay, però se lo farà forse vorrà dire che è l’ultimo giro di giostra. A questo punto quale potrebbe essere l’unico modo per evitare il suo ritiro? Vincere e vincere…no. Non si sa. Paradossalmente l’unico modo perché Roger possa scegliere di continuare è quello di vincere, e vincere i tornei importanti. Questo potrebbe essere un altro sprone, l’ennesimo, a continuare. Non è da escludere, anzi è sicuro che gli organizzatori di tutti i tornei del mondo faranno di tutti per agevolarlo, d’altronde se questo tizio ti dà il pane meglio stendergli il tappeto rosso, piuttosto che metterlo del dimenticatoio troppo presto, e soprattutto quando ancora la gallina continua a sformare uova, uova d’oro.

Questo per quanto riguarda Rogè. L’altro protagonista di questa stagione deve essere Novak Djokovic. Distrutto a Rio e poi scuoiato alle Finals 2016 è ritornato come il Corvo per prendersi le sue vendette. Il 2019 è l’anno in cui Djokovic può dimostrare di essere il più grande. Il lento sviluppo dei giovani apre uno scenario comodo per il campione serbo che potrebbe togliersi molti sfizi in quest’anno in cui i campioni che l’hanno sempre disturbato sono un po’ acciaccati. Peccato che l’anno sia fatto solo di 52 settimane perché il record di settimane al numero 1 di Federer poteva essere ripreso. Nei primi 2 Slam dovrebbe mettere facile il 2° Nole Slam per poi andare a Wimbledon e vendicare il Wimbledonazo. Questo però comporta l’abdicazione da parte di Nadal al trono di Parigi. Più facile a dirsi che a farsi. Però la domanda è semplice: fino a quando Rafa potrà continuare a vincere il Roland Garros? 11 titoli dello stesso Slam sono qualcosa di irreale ed è difficile quantificarlo in termini probabilistici e fare paragoni con altri sport. Meglio fermarsi. Nole è stato uno dei 2 tennisti a battere il campione nella capitale francese. Non esiterà a ripetersi. Intanto il 14 volte campione Slam ha vinto ad Abu Dhabi, che non vale niente ma, come diceva Confucio, sempre meglio vincere che perdere. Novak inizierà a Doha, uno dei tanti tornei che ha fatto suo in passato e quale migliore inizio di stagione che iniziare con il botto. L’Australian Open sembra quasi assegnato, però perché non aspettarsi il botto di uno sconosciuto? Speriamo.

Capitolo giovani

I giovani a poco a poco si stanno ritagliando il posto che spetta loro. Non c’è stato il grande exploit, però la stagione di Zverev è confortante. Anche sulle istruzioni della sigaretta elettroniche c’è scritto che ha fatto male negli Slam per essere considerato un campione. Uffa! Stiamo attenzione! Se si guarda il rollino del 2017 e si confronta con quello del 2018 si vede il miglioramento dei risultati con il primo quarto di finale raggiunto in carriera. All’appello manca un Masters 1000 ma è stato sostituito da un pezzo più pregiato quale sono le Finals di Londra. Anche in questa categoria ha fatto nettamente meglio nel complesso rispetto alla stagione precedente. Questo è di buon auspicio e non è difficile pronosticare che Sasha vincerà qualcosa di grosso. Quanto, come, perché, non si sa? Sappiamo che lo farà. Quantomeno salviamo la reputazione di intenditore di tennis di Nadal (ricordiamo le sue dichiarazioni su Zverev…).

Particolare attenzione merita Karen Khachanov, forse l’unico che non era stato attenzionato da quella che ormai viene chiamata per sponsorship Next Gen (tanto per fare dispetto a Fognini). Ottimo è stato l’exploit del russo a Bercy battendo il super-favorito Nole. Si dice bene di lui. Lo si è detto per tanti, però meglio non forzare la mano, come con Zverev. Ecco, qui è più difficile dire che Khach vincerà di sicuro qualcosa di importante (sempre con i distinguo del caso che qui sono necessarissimi). Grande è stato Tsitsipas, però lui era un semi-predestinato. La semifinale di Wimbledon Junior 2016 tra lui e Shapo era stata etichettata da qualche occhio lungimirante come il primo capitolo di una nuova rivalità. Qualcuno aveva scomodato Federer-Nadal. Non esageriamo. Però questo rende l’idea di come erano tante le speranze riposte sul greco e sul canadese, entrambi esponenti dell’antica arte della monomania. Shapo ha fatto bene l’anno scorso, Zizzi quest’anno. Le ATP Nex Gen Finals non valgono, vale tanto invece il torneo di Stoccolma. È un 250 con un grande passato. Anche teatro delle sfide tra Borg e McEnroe e Super 9 negli anni ’90. Le considerazioni storiche valgono poco, però molti forse ricorderanno questo torneo come un altro evento meneghino di inizio millennio.

Debutto dei campioni

Quest’articolo è pubblicato quando già la stagione è partita, per cui non è difficile capire dove i campioni hanno deciso di aprire la stagione. Il numero 1 del mondo parte a Doha e debutterà contro Damir Dzumhur (non ci sono bye qui). Nadal ha dato il segnale di essere vivo al Mubadala perdendo da Anderson e non giocando la finale del 3°/4° posto. Un sentore un po’ contrastante, però lo spagnolo era stato chiaro: “Non so se sono pronto per essere al top in questa fase della stagione“. Federer giochicchia con la Bencic nella Hopman Cup, ormai quasi sicuramente alla sua ultima edizione. Sasha fa il maritino della Kerber anche loro impegnati nell’esibizione di Perth. Del Potro è a casa…e questa non è una novità. Un altro protagonista del 2018 e mai protagonista, Kevin Anderson, guida il seeding di Pune.

I record

I record importanti che potrebbero cadere nel 2019 sono pochi, o meglio sono difficili da abbattere. Il più importante è quello del numero di Slam di Federer, salito a 20, ma con Nadal che mantiene la stessa distanza della scorsa stagione con 3 Major di distacco. Va da sé che serve il Grande Slam per il sorpasso. Utopia. Nadal deve guardarsi da Djokovic a quota 14, chiamato all’impresa che fu di Budge e Laver per superare chi gli sta davanti. Fattibile. Con Il Grande Slam Nole potrebbe eguagliare il record di Budge quale vincitore di 6 Slam consecutivi. Djokovic a Melbourne è chiamato ancora una volta a superare il record di vittorie nel singolare maschile: 6 titoli per lui, insieme a Roy Emerson. Però quest’anno c’è Federer con lo stesso numero di Slam australiani. Roger ha la possibilità di superare Sampras e Connors come titoli agli US Open in era Open: 5. Nadal e Federer si giocano il record di numero totale di titoli vinti outdoor: 78 vs 74. Rafa e Djokovic si giocano anche il record di Masters 1000, Nadal è davanti con 33 titoli. 32 per il serbo con Federer che li incalza a quota 27. Record apertissimo. Djokovic dovrebbe superare Connors come settimane al numero 1: 268 vs 231 al momento. Ne mancano 37.

Il Mago prevede ma non rivede. Se qualcuno vuole controllare le profezie dello scorso anno sa dove andare, per cui si guarda al futuro, e allora…

  1. Alex Zverev vincerà il suo 1° Slam
  2. Djokovic vincerà almeno 2 Slam
  3. Federer non vincerà Slam
  4. Nadal non vincerà Slam
  5. Djokovic chiuderà l’anno al numero 1
  6. Ci sarà un nuovo vincitore del Masters
  7. Tsitsipas chiuderà l’anno nella Top 5
  8. Roger Federer chiuderà l’anno fuori dalla Top 5
  9. Denis Shapovalov chiuderà l’anno in Top 10
  10. Fabio Fognini migliorerà il suo best ranking
  11. Federer vincerà ad Halle la sua “Décima”
  12. Sasha Zverev chiuderà l’anno al numero 2 del mondo
  13. Juan Martin Del Potro uscirà dalla Top 10
  14. Andy Murray chiuderà l’anno nella Top 10
  15. Marco Cecchinato uscirà dalla Top 50
  16. Serena Williams vincerà il 24° Slam raggiungendo Margaret Court
  17. Simona Halep bisserà il titolo al Roland Garros
  18. Angelique Kerber uscirà al primo turno a Wimbledon
  19. In ambito femminile ci saranno 4 vincitrici diverse nelle prove dello Slam
  20. Anett Kontaveit entrerà in Top 10
  21. L’Italia si qualificherà per il girone finale nella Piqué Cup
  22. La Croazia arriverà in finale nella Piqué Cup
  23. La Piqué Cup sarà un fiasco totale
  24. Djokovic batterà ancora una volta Federer
  25. Djokovic batterà Nadal al Roland Garros
  26. Ci sarà un altro Fedal, l’ultimo della serie
  27. Le ATP Finals saranno assegnate a Tokyo
  28. La finale del Roland Garros sarà interrotta per pioggia
  29. La GOAT Theory NON sarà pronta entro fine anno
  30. Tennismylife rimarrà gratis per tutto l’anno

Thank you. Buon anno a tutti e soprattutto Buon tennis a tutti!